Non si parli di sfortuna: "Chi è causa del suo mal, pianga se stesso"

06.02.2021
23:30
Riccardo Catapano

Genoa-Napoli 2-1, l'analisi del post partita

Notizie Napoli calcio. Il Napoli perde per 2-1 contro il Genoa con ben 24 tiri (di cui 11 in porta) contro i 2 degli avversari. Sono anche 2 i pali colpiti dalla formazione di Gattuso (con Petagna e Insigne): si può dunque parlare di sola sfortuna leggendo questi numeri? Assolutamente no. Il Napoli ha letteralmente regalato la partita nel primo tempo, complice un atteggiamento passivo nella prima mezz'ora che ha spianato la strada al Genoa: un 1-2 micidiale di Pandev contro una difesa inerme e totalmente in bambola. A nulla è servita poi la tardiva reazione nel finale di secondo tempo: più di impeto che di idee, con il rigore finale non concesso a Mario Rui che poteva cambiare il risultato ma non la prestazione ancora una volta sottotono.

Di sicuro non tutto sta girando nella direzione del Napoli (tra episodi ed infortuni), ma quando i soliti errori individuali (sia offensivi che difensivi) instradano le partite, poi non sempre arriva il guizzo per riaggiustarle. E' il limite atavico di questa squadra, molto spesso masochista nel volersi fare del male da sola: disattenzioni banali che testimoniano come il momento sia tutt'altro che di facile gestione. A poco serve poi variare cervelloticamente i moduli, il problema è di natura mentale e non tattica. 

Il body language di questa squadra resta da encefalogramma piatto: il veleno richiesto da Gattuso non si vede neanche di striscio, mentre l'allenatore pensa a sfogarsi in diretta TV ed il Presidente risponde a mezzo Tweet. Un botta e risposta tanto inutile quanto dannoso, che non fa altro che distogliere l'attenzione dal vero problema di questo Napoli: l'unità di intenti. La squadra appare spesso senz'anima, svuotata e lasciata in balia delle onde avversarie: le sconfitte stagionali salgono addirittura a 7, una dato enormemente negativo che non può essere figlio solo della sfortuna. Le attenuanti ci sono, ma chi è "causa del suo mal, pianga se stesso": tutti colpevoli, nessuno escluso. 

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