Okafor prende il posto di Kvaratskhelia, ed è arrivato l'ultimo giorno. Il mercato del "potrei, ma forse non è che abbia tutta questa voglia"
Calciomercato SSC Napoli - Prima era Garnacho, poi è diventato Adeyemi, Zhegrova è scomparso in fretta, timidamente ha fatto capolino Chiesa, ogni tanto spuntava Dorgu, è apparso Yeremay, a seguire anche Ndoye e Amuzu, all’ultimo c’è stato Saint-Maximin e con lui anche Noa Lang, in extremis Okafor ufficializzato mezz’ora prima della mezzanotte.
di Claudio Russo (@claudioruss)
Il mercato invernale del Napoli, pesantemente condizionato dalla volontà di Khvicha Kvaratskhelia di abbandonare la nave, con tanto di giubbotto salvagente indossato con cura da De Laurentiis, lascia una sensazione di delusione. Anche perchè nel momento in cui si è deciso di lasciarlo partire senza molti problemi, pareva certo una sostituzione in tempi nemmeno lunghissimi.
“Io voglio rinforzare il Napoli, non voglio indebolirlo. Sicuramente non sarò così stupido da lasciar andare via giocatori che ritengo forti. Ho ragionato questa estate, avendo anche ragione, e lo farò anche a gennaio. Sicuramente non sarò così stupido da indebolirlo”
È andato via un giocatore forte, si sarebbe dovuto fare il possibile per sostituirlo con un giocatore dal valore simile. Impossibile prenderne uno uguale al georgiano, perchè sul mercato non è che ce ne siano tantissimi, disposti ad accettare una destinazione come il Napoli anche per questioni economiche (ma queste si sanno da vent’anni, non ci si deve stupire). Ma l’impressione che resta è quella di una società che è apparsa impreparata. Oppure, modificando un modo di dire: non ‘vorrei ma non posso’, bensì ‘potrei, ma forse non è che abbia tutta questa voglia’.
“Lascio al club la decisione sul sostituto di Kvara, non entro in merito. Se dovessero chiedermi qualcosa dirò il mio pensiero. Non si tratta di giovani di prospettiva, che prendiamo un giovane della Primavera? Non dobbiamo far ridere le persone, dobbiamo fare le cose come dio comanda sennò restiamo con questi ragazzi e andiamo avanti”
La squadra prima in classifica ha venduto il suo miglior giocatore, perchè Kvaratskhelia era il talento più fulgido, e non lo ha sostituito. Si dirà: ma Neres è il sostituto di Kvara. Se ottimisticamente si può azzardare e dire che il contributo del brasiliano è uguale a quello del georgiano, acquistare un calciatore fisicamente da valutare, dopo un ko muscolare che ha fatto naufragare un trasferimento al Lipsia, non fa fare i salti di gioia. Basta non intenderlo come sostituto 'vero' del georgiano, bensì come un rimpiazzo. Il Neres estivo, insomma.
“Mi auguro che questo mercato mi restituisca una situazione dello stesso livello. È inevitabile che abbiamo perso un giocatore importante come Kvara che non è stato sostituito, va bene tutto ma dobbiamo non buttare fumo negli occhi”
Noah Okafor è il cambio di Khvicha Kvaratskhelia, a condizioni economiche che permettono al Napoli di far respirare il bilancio e di preparare al meglio un mercato estivo in cui verranno spesi altri milioni (e ne entreranno altri da Osimhen) per allungare le rotazioni di una squadra che affronterà di nuovo le competizioni europee. Ma la realtà dice che il Napoli, tre scudetti nella sua storia, è primo tra la sorpresa di tutti e ha la chance di giocarsi la possibilità di vincerne un quarto (s4rò ConTe, direbbero certi amici che ringraziamo per l’assist). Cosa decide di fare? Di incassare, di ripianare onerose perdite a bilancio ed evitare passivi notevoli. Di cercare l’ultima alternativa sulla lista, l’ultimo giorno di mercato.
“Ribadisco che il mercato del Napoli non sarà mai quello delle big, perchè ci sono dei parametri da rispettare. Anche i calciatori vanno convinti, io so questo e quindi non possiamo fare la voce grossa perchè dobbiamo rispettare parametri rispetto ad altri club”
Va specificata una cosa: all’interno di una squadra che vince, di un gruppo unito con equilibri ben definiti, non è così semplice andare ad inserire calciatori pronti all’uso. Si potrebbe dire: uno come Garnacho avrebbe avuto la pretesa di partire dall’inizio? Lì sarebbe intervenuto Conte, perchè “in navigazione il comandante deve fare di tutto per portare la nave al sicuro in porto, a me cambia poco perchè sta a club prendere alcune decisioni”.
Ecco, il Napoli - pardon, la coppia De Laurentiis-Chiavelli, Manna senza potere di firma ha responsabilità fino al punto in cui si mettono in gioco i soldi veri - ha preso la decisione di aspettare. Finendo con il cerino in mano, all’angolo del match che Kvaratskhelia, trattando da mesi con il PSG, ha finito per dominare. Trattenendo il povero Rafa Marin in rosa dopo avergli dato l’ok per andare a trovare minuti altrove, sostituendo numericamente i gregari che non facevano parte del progetto (Folorunsho, Zerbin) o che almeno volevano giocare di più (Caprile, con diritto di riscatto ed il rinnovo di Meret ancora da definire). Scuffet, Hasa e Billing riempiono il gioco delle coppie, e poco più.
Questo mercato invernale, rifacendosi agli ormai famosi retropensieri, mette Antonio Conte davanti a due strade da cui ne uscirebbe egualmente vincitore agli occhi dei tifosi: quella in cui va bene, dove la nave arriva al sicuro nel porto pur avendo ceduto il giocatore più forte della squadra; quella in cui le cose vanno meno bene - sempre pensando alla classifica attuale e non al decimo posto dello scorso anno -, ma con i tifosi che finiranno col pensare sempre a questo mese di mercato, in cui la società ha ceduto un giocatore fantastico e si è ridotta alle ultime ore di mercato per dare il sostituto numerico all’allenatore, letteralmente l’ultimo della lista. Ovviamente Noah Okafor non ha alcuna colpa, si intende.
Non bisognava far ridere le persone, ma fare le cose come Dio comanda, diceva Conte, sennò si rimaneva con questi ragazzi e si andava avanti. Il Napoli ha deciso per questa strada qui.