Prima lo vota e poi lo attacca, De Laurentiis-Tavecchio: quando l'incoerenza diventa un boomerang, solo Benitez ci mette la faccia

23.03.2015
11:34
Redazione

Napoli si risveglia dopo il ciclone Calvarese. La direzione del fischietto di Teramo è stata da cartellino rosso. Il fallo su Henrique da parte di Pinilla era abbastanza evidente, così come il fatto che gli sia sfuggita la partita nel finale dove si è giocato poco. L’espulsione di Benitez, così come quella corsa con i due cartellini in mano nei minuti finali del match quando D'Alessandro aveva allontanato il pallone per perdere tempo, fanno capire come l’arbitro fosse in chiaro stato confusionale. Tuttavia questo non può e non deve bastare per giustificare un’altra prestazione deludente del Napoli che ora vede allontanarsi il terzo posto che un mese fa sembrava in cassaforte.

“Hai visto che ho votato Tavecchio?”. La domanda da fare al patron è semplice: perchè? Aurelio De Laurentiis che, dopo aver parlato di scudetto a Dimaro salvo poi ritornare sui suoi passi qualche mese dopo, ora attacca il numero uno della Figc dopo gli errori di Calvarese che a detta del Napoli hanno falsato un campionato. Il rischio di sfociare nell'incoerenza è concretissimo. Il numero uno del Napoli si è sempre detto un rivoluzionario del calcio, ma solo ora si accorge di Tavecchio? Il teatrino che avvenne alle votazioni con De Laurentiis che chiama nell’urna Lotito per fargli vedere che ha votato Tavecchio dà vita ad alcune considerazioni. Non si può fare un comunicato ogni qualvolta ci sono errori arbitrali, soprattutto se si è complici di questo sistema calcio dove Lotito, avversario del Napoli nella lotta Champions, ha pieni poteri. La voce bisogna alzarla nelle sedi opportune e non via web, altrimenti si danno alibi ad una squadra in oggettiva difficoltà nell’ultimo mese e mezzo. Il produttore cinematografico da tempo auspica un profondo rinnovamento del sistema calcio, invocando una totale ristrutturazione, ma questa battaglia deve portarla avanti con i fatti non con le chiacchiere. Tavecchio è l'immagine di un calcio che non vuole cambiare, di intrighi di Palazzo e assurde decisioni. Ultima in ordine cronologico quella del Parma, tenuto in vita con le multe dei cori razzisti. Napoli e il suo Napoli meritano rispetto, se il rispetto in Italia si guadagna soltanto facendo parte del Palazzo è meglio starne fuori. Il Napoli di Maradona questo rispetto lo guadagnò sul campo, con una squadra competitiva fatta da veri uomini. Basta guardare al passato per migliore in futuro. Senza dimenticare Ferlaino, che riuscì nell'impresa di mantenere ottimi rapporti con tutti.

Oltre alla polemica sulle sviste arbitrali il discorso gira e rigira sul peccato originale. Anche quest'anno non sono state colmate lacune tecniche che questo gruppo si porta dietro fin dalla gestione Mazzarri. Benitez sta friggendo il pesce con l’acqua e mettendoci sempre la faccia. Non si può puntare a vincere un campionato con una difesa ed un centrocampo fatto di onesti giocatori ma che non ti permettono il salto di qualità. Gli errori tecnici capitano, ma sono più alti se la qualità dell’organico è bassa. Sicuramente non ci vogliono mica i top player per fare punti contro Torino, Atalanta, Palermo, Verona ma una rosa omogenea si. Rimpiangere l’assenza di Gargano deve far riflettere. Il Mota dà il cuore in campo, ma non ci si può aggrappare alla sua mancanza se si vuole diventare grandi. Guardando la spesa e gli obiettivi finora raggiunti, Benitez sta facendo il massimo non avendo una rosa omogenea in tutti i reparti. Il turnover dello spagnolo è necessario, ma lo si può fare se fra chi esce e subentra la qualità resta immutata. Nel Napoli, purtroppo, questo è possibile in parte. Calvarese, Tavecchio e comunicati polemici: non è l’ora degli alibi, è giunto il momento di fare il mea culpa e ripartire. La sosta può essere un alleato per questo Napoli con la spia della riserva accesa. Almeno si spera...

RIPRODUZIONE RISERVATA

Notizie Calcio Napoli