IL GIORNO DOPO...Shakhtar-Napoli: serataccia per Reina, Milik impreciso. Comincia male il cammino europeo

14.09.2017
11:00
Redazione

di Stefano Napolitano

Inizia male, molto male il cammino europeo degli azzurri.  Sarri opta per più cambi rispetto alla gara di Bologna, malgrado trattasi di una partita di Champions. Nella girandola del turnover, tra gli altri, resta fuori Mertens. La sua assenza si farà sentire eccome.

Basso il ritmo di inizio gara. Quasi un approccio presuntuoso e saccente. Blando il pressing degli uomini di Sarri. Troppe le linee di passaggio concesse  agli avversari bravi comunque in fase di palleggio e per nulla intimoriti nel giocare il pallone già dalle retrovie. Tanti i passaggi che gli uomini dello Shakhtar Donetsk metteranno insieme nel confezionare il vantaggio realizzato da Taison. La rabbia di Sarri nell’occasione la possiamo solo immaginare.

Gli azzurri accusano il colpo. Poco dopo Hamsik lancerà a rete lo stesso Taison. Nell’occasione rimedierà Reina riscattando in parte il primo goal subito sul quale non è parso impeccabile. Intorno alla mezz’ora gli azzurri inizieranno a giocare. E in più di un’occasione sfioreranno il pari che all’intervallo avrebbero certamente meritato.

Più dinamico l’approccio nella ripresa. Gli ucraini si difendono in massa e con ordine. Due linee strette e alte che limitano la profondità della manovra del Napoli e chiudono quasi tutte le linee di passaggio centrali. E quando recuperano il pallone, difficilmente lo buttano via, costringendo gli uomini di Sarri a profondi recuperi. Gli azzurri collezionano angoli e qualche buona occasione ben sventata dall’estremo difensore Pyatov. Ma proprio nel momento migliore, confezionano la frittata che si rileverà fatale. Il raddoppio di Ferreyra è quasi imbarazzante. E’ l’unico uomo nei sedici metri del Napoli. Contro tre difensori azzurri. Tutti lo abbandoneranno, in primis Ghoulam. E lui comodamente appoggerà di testa in una porta sguarnita da Reina impunemente uscito a vuoto. Napoli sotto di due e gara completamente in salita.

Sarri corre ai ripari e getta nella mischia Mertens e Allan. La novità è che per non poco tempo ridisegnerà la squadra con un inedito 4/2/4. La vivacità del belga inciderà immediatamente sulla partita. Da subito apparirà imprendibile per i difensori ucraini che in tre lo abbatteranno in area. Dagli undici metri Milik riaprirà la partita. Il tempo per riagguantare il pari ci sarebbe, ma il muro ucraino regge e dove si sgretola, ci penserà lo stesso Milik a graziare gli avversari divorandosi il pareggio a tu per tu con Pyatov. Lo stesso estremo difensore salverà i suoi nei minuti finali sulla solita conclusione di Callejon come al solito sbucato dal nulla sull’out destro.

Non è stato il solito Napoli e questo è indubbio. Male in troppi. L’opaca condizione di Hamsik ha finito per condizionare anche le prestazioni dei suoi due compagni di reparto, Diawara e Zielinski. Ed è a centrocampo che si decidono le gare. Serataccia anche per Reina. Impreciso Milik. E’ un centravanti che gioca da centravanti vero, nel senso che partecipa pochissimo alla manovra e quindi quelle poche occasioni che gli capitano, dovrebbe capitalizzarle al meglio. I movimenti e i tagli per farsi servire li ha imparati. I problemi iniziano quando poi il pallone gli arriva tra i piedi. Da salvare la reazione di rabbia e tecnica dopo il doppio svantaggio. Il rischio di mollare ci poteva anche stare e invece gli azzurri hanno reagito con il piglio e la consapevolezza della grande squadra. Peccato che non sia bastato. Peccato davvero, perché malgrado la prestazione opaca di tanti elementi, il Napoli il pari l’avrebbe meritato e questo comunque significa che la squadra ha forza e qualità.

La serata di ieri qualcosa di buono lascia. A destra, a sinistra, nei sedici metri avversari con licenza di svariare su tutto il fronte d’attacco, ma è apparso ancora una volta chiaro che il Napoli non può fare a meno dell’attuale Mertens che, con le dovute proporzioni, sta al Napoli come Messi sta al Barcellona. E l’asso argentino gioca sempre. Al momento sono altri quelli che devono riposare.

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