Si accettano miracoli

05.05.2016
21:00
Redazione

Se vuoi vincere un campionato, non servono solo i loro interventi, servono i loro miracoli.
I punti pesanti li portano a casa anche loro, magari chiamati in causa solo una volta in tutta la partita, in qualche modo,  la palla non la fanno entrare...costi quel che costi
Pepe Reina, ha i piedi di un centrocampista e riflessi di un gatto. Caratteristiche che gli sono serviti ad avere un ruolo da protagonista nell'incredibile girone d'andata del Napoli.
I miracoli nel finale concitato contro l'Inter al San Paolo, sono l'emblema della questione. Fu Reina a regalare i tre punti ad un Napoli pressato dal forcing nerazzurro. 
Interventi su interventi e un Napoli che era diventato un fortino inattaccabile.
Poi, il calo. Inesorabile ma evidente. Un girone di ritorno in cui Pepe non è sembrato irreprensibile oltre l'ordinaria amministrazione che per un fuoriclasse come lui, non può che essere troppo poco se si vuole arrivare allo scudetto.
Le palle sporche, quelle deviate da qualche gamba di troppo e cambiano direzione, fermabili solo con un grande riflesso o col classico colpo di reni, si insaccavano inesorabilmente alle spalle di un Reina, effettivamente incolpevole.
Quell'incolpevolezza che per un portiere del suo calibro non può supporre innocenza. 
C'era sul tiro scudetto di Zaza, perde l'appoggio sul destro di Rigoni impotente su quello di Rincon. In qualche modo, nel caos dell'aria di rigore, la palla ha varcato inesorabilmente la linea di porta.
Le prestazioni di Buffon, nell'incredibile remuntada bianconera, chiariscono ottimamente il concetto. Il miglior portiere al mondo nonostante sia alla soglia dei 40, ha letteralmente regalato lo scudetto ai suoi.
Definire le sue parate dei miracoli, sembra quasi un eufemismo. Tralasciando il record d'imbattibilità nella storia della Serie A, in cui ovviamente è stato supportato dalla retroguardia bianconera, qualsiasi pallone arrivasse dalle sue parti, anche dopo molteplici cambiamenti di direzione, poteva finire dappertutto ma non nella sua porta.
Il rendimento di Reina è stato inversamente proporzionale a quello del portiere bianconero.
Complice anche un'infortunio al polpaccio, e tanta sfortuna, lo spagnolo non è stato determinante come ci si aspettava nei momenti clou.
Certo, gliene ha fatti più Albiol che chiunque altro in questo campionato, dato assolutamente oggettivo, ma sembra che Pepe abbia avuto un calo sia fisico che mentale. 
Vederlo già battuto, in un cambio improvviso di traiettoria del pallone, come se aspettasse impotente che la palla entrasse nella porta alle sue spalle, stride e non poco con il Reina che come un felino, qualche mese prima, prendesse ogni cosa gli passasse nei paraggi.
Nessuna critica, Reina è indiscutibilmente uno dei migliori portieri d'Europa. Se solo l'anno prossimo riuscisse a rendere con continuità, il sesto scudetto bianconero, potrebbe non essere tanto scontato.

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