Si doveva fare di più. Osare di più!

31.08.2017
23:15
Fabio Cannavo

di Fabio Cannavo (Twitter: @CannavoFabio)

Mercato del Napoli double face. Sei di fiducia in entrata, otto per le operazioni in uscita. Valutazione alta in uscita perchè il ds Cristiano Giuntoli non avrebbe potuto fare di meglio. Anzi, forse sì. Sarebbe bastato piazzare anche Lorenzo Tonelli per poter definire ‘perfetto’ il mercato dei partenti. Ci si è liberati degli ingaggi e dei cartellini di quei calciatori che da anni facevano la spola tra il ritiro di Dimaro, in estate, ed una nuova destinazione durante l’anno. De Guzman, Maiello, Dumitru e chi ne ha più ne metta, non saranno più del Napoli e piazzarli, ci rendiamo conto, non sarà stato proprio semplice. Poi la cessione di Leonardo Pavoletti al Cagliari, a 10 milioni + 2 bonus , un prezzo importante visto lo scarso utilizzo dell’ex Genoa che l’anno scorso fu vittima di diversi infortuni. Non solo. Venduti anche Duvan Zapata ed Ivan Strinic, ormai ai margini della rosa sin dal ritiro in Trentino di quest’estate. Ceduti alla Sampdoria per circa 22 milioni di euro, mica male. Non è partito, invece, Giaccherini. Piaceva alla Fiorentina, ma anche alla Roma ed al Milan di Montella, ma secondo la dirigenza azzurra sarebbe stato un azzardo affidarsi ad un giovane di prospettiva come Zinchenko, che avrebbe avuto bisogno di molto tempo per ambientarsi, anziché ad un veterano del nostro calcio come Emanuele Giaccherini. Non fanno testo le situazioni relative a Camilo Zuniga e al portiere brasiliano Rafael. Ingaggi troppo pesanti, in proporzione al loro rendimento, per poterli cedere a titolo definitivo. 

IN ENTRATA – E’ stato fatto il minimo indispensabile. Al di là del gioco collaudato, dell'equilibrio interno, alla luce dei soldi incassati in Champions e dalle cessioni, bisognava fare di più. Si doveva fare di più. Non è stato fatto. Per l'ennesima volta ci ritroviamo a discutere dell'ultimo centesimo mancante per fare un euro e competere fino alla fine. Un terzino destro e un altro jolly offensivo superiore a Giaccherini sarebbero serviti ad innalzare il tasso tecnico della rosa, competitiva ma non completa. Alcuni aspetti lasciano perplessi.

In primis la questione Reina. Andava chiarita prima, non bisognava arrivare col tremolio negli ultimi giorni di mercato. Se Sepe, secondo Sarri, sarà in grado di fare il vice del portiere spagnolo, a nostro avviso, non sarebbe stato il caso di affidarsi ad un Karnezis di turno giusto per cambiare. E’ arrivata la prima, vera alternativa a Josè Maria Callejon. Un Adam Ounas che ancora non ha assimilato le esigenze tattiche di Sarri, ma si tratta di un profilo di buon livello. Giovane, di prospettiva, e con tutto il tempo davanti per capire come mai è così indispensabile Callejon. Poi è sbarcato in azzurro anche Mario Rui, terzino ex Roma che conosce molto bene Sarri visto il loro vissuto insieme in quel di Empoli. E sarà lui colui che avrà il compito di alternarsi con Faouzi Ghoulam. Manca, molto probabilmente, l’alter ego di Maggio. Troppo poco avere sulla fascia di destra una coppia Hysaj-Maggio, considerato i grandi impegni che spetteranno al Napoli quest’anno. 

Non sarebbe servito Denis Suarez, spendere circa 40 milioni per un calciatore che avrebbe dovuto fare la panchina ad Insigne non sarebbe stata una scelta oculata, una scelta da Napoli insomma. Anche l’operazione Zinchenko, specie se in prestito secco, che senso avrebbe avuto? Interessante ma da decifrare la scommessa in prospettiva di Roberto Inglese, dal Chievo Verona, che resterà ancora un anno in prestito ai clivensi. Un giocatore scoperto e lanciato dal ds Giuntoli nel calcio che conta ai tempi del Carpi. Senza dimenticare i rinnovi contrattuali di Insigne e Mertens, a catena. Rinnovi fondamentali che testimoniano che questo nuovo Napoli ha allargato i propri orizzonti. Manca il solito ‘acino di sale’, ma il voto al mercato del Napoli resta sufficiente in entrata, altissimo in uscita.

RIPRODUZIONE RISERVATA

Notizie Calcio Napoli