Voce del verbo alternare...

07.12.2015
15:00
Fabio Cannavo

Batti l’Inter e sei da scudetto, poi perdi maledettamente a Bologna e sei tornato ‘normale’. E’ la legge di chi scrive, di chi deve scrivere, ma per fortuna non dei tifosi. Molto più maturati rispetto a qualche anno fa, sono consapevoli che questa squadra ha tutte le carte in regola per puntare al titolo e non sarà un passo falso a pregiudicarne il cammino. 3 a 2 a Bologna, ma come? Il primo goal è frutto di un’ottima giocata di Destro che si fa spazio allontanando Albiol dalla traiettoria e spingendo in rete come faceva anni fa. L’assist di Diawara, o di Mazzoleni, come dir si voglia, ha permesso al centravanti del Bologna di sfruttare la sua migliore arma a disposizione, l’opportunismo sotto rete. Il secondo, invece, è la conseguenza di una dormita generale in difesa sugli sviluppi di un corner. Allan e Ghoulam sono gli indiziati ad aver dimenticato il terzo tempo di Luca Rossettini che, indisturbato, ha potuto spingere alle spalle di Reina con violenza e precisione. Più il brasiliano che l’algerino avrà sulla coscienza questo goal. Il terzo invece….inutile dirlo. Papera di Reina, così si dice. Eppure fa strano accoppiare due parole come ‘papera’ e Pepe Reina. Ebbene è così, capita ed è capitato proprio nel momento più difficile della stagione. Si tratta di errori individuali, non di manovra. Sarà stanchezza? Calo di energie mentali? Di che si tratta?

PRIMA O POI – Non perché siamo maghi o che altro, ma questi undici non potranno durare fino al termine della stagione se continueranno su questi ritmi. “Sono ragazzi di venticinque anni. Come fanno ad accusare la stanchezza?”, dice qualcuno. Qualcuno che sarà rimasto al calcio anni ’70, dove la rosa era composta da quindici giocatori e i ritmi erano decisamente più blandi rispetto a quelli visti nel calcio moderno. Si corre molto di più e quindi ogni calciatore è soggetto a rischio infortuni, o comunque può starci che dopo un periodo trascorso a battagliare ovunque ci sia un momento di resa negativa.

L’UNICO NEO – Bisogna cambiare, nonostante l’organico non permetta di fare chissà quali modifiche. David Lopez non è Allan, Valdifiori non è Jorginho ed El Kaddouri non sa fare ciò che fa al meglio Callejon. Inutile nasconderci dietro un dito, l’organico del Napoli non è completo. Però Sarri un dovere ce l’ha. Deve provare a ruotare un po’ la squadra, in modo che chi si sente stanco può avere l’occasione di riposare un po’. Non c’è bisogno di rivoluzionare l’undici che scende in campo, ma col tempo Sarri dovrà portare al livello dei titolari anche chi gioca di meno. Strinic, Chiriches, Valdifiori, Maggio, Mertens. Queste non sono riserve, è gente che fino all’anno scorso compariva tra i titolari quasi ogni domenica. Perché tutta questa paura? In certe partite si può osare, anche perché quest’enorme differenza che vi è tra Ghoulam e Strinic…noi non la notiamo.

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