60 VOLTE TROISI- ESCLUSIVA , Alfredo Cozzolino: "Massimo come Riva, calciatore sopraffino. Vi racconto una partita a Portici e ciò che disse a mio figlio. Che gioia le foto con..."

19.02.2013
19:02
Luca Cirillo

Un amico, quando è vero, è come un gioiello: è per sempre! Alfredo Cozzolino è una delle gemme preziose che hanno accompagnato la vita di Massimo Troisi passo dopo passo. Un legame unico, di quelli che fanno la fortuna di chi li vive per le emozioni che una grande amicizia riesce a regalare. Calcionapoli24.it lo ha contattato per il suo messaggio di auguri a Massimo che oggi compie 60 anni.

Oggi è il suo compleanno, la prima cosa che ti viene in mente e che gli diresti...
"Il mio è un pensiero continuo per lui, non c'è bisogno di parole. Da stamattina ho incontrato tante persone, sono stato all'Interporto di Nola dove c'erano compagnie teatrali amatoriali e professionistiche. Ragazzi con molta inventiva, gente in gamba insomma, e io quando ci sono queste iniziative non mi tiro mai indietro. Si sono avvicinati a me perchè mi hanno riconosciuto e ognuno di loro ha ricordato Massimo a modo suo. Ecco, preferisco vivere certe cose che dire frasi o parole".

Hai pensato ad un regalo? Quale? 
"Era difficile scegliere il regalo giusto. Sai, lui non era un tipo che vestiva o fissato con orologi particolari. Tranne in rare occasioni, gli piaceva la semplicità, non portava bracciali, collane, nulla, gli occhiali da sole si, ma non sempre. Le cose che gradiva soprattutto considerando che il suo compleanno cade a ridosso di Pasqua, sono le cose da mangiare. Gli piaceva molto la cucina tradizionale. Ecco, per oggi gli regalo la mozzarella, ne va pazzo". 

Noi ci occupiamo di calcio, il Massimo calciatore com'era? A chi lo paragoneresti tecnicamente?
"Era molto forte, ricordava Gigi Riva, calciatore che gli piaceva molto per la sua capacità di trascinare squadra e pubblico. Somigliava anche a Chinaglia, tecnicamente era dotatissimo, caratterialmente e agonisticamente molto testardo. Se non avesse avuto, a partire da 11 anni, i problemi che conosciamo, avremmo avuto un altro calciatore napoletano in serie A".

Cosa ci puoi raccontare delle tante volte che lo hai accompagnato nelle trasferte per giocare a calcio?
"Ricordo una partita allo stadio San Ciro di Portici dove c'era anche Mario Merola. Massimo era l'unico che sapeva giocare per davvero, prese molti calci per interventi scoordinati degli avversari. Reagì con grande eleganza, come sempre, capì che non era cattiveria ma incapacità di giocare di alcuni di loro. Semplicemente, con dispiacere, uscì dal campo per i calcioni ricevuti. Ho un rammarico: lui e Merola fecero una foto insieme e promisi a Mario che gliel'avrei portata, ma non sono riuscito nell'intento. Merola teneva molto a Massimo, gli voleva molto bene, aveva capito la sua umilità, la totale mancanza in lui di superbia o arroganza. Ce ne sarebbero tanti di racconti, magari un giorno ve li dirò tutti". 

Con Massimo siete stati anche a cena con Maradona...
"Si, che gioia, non capita tutti i giorni di stare insieme a due persone così. Ho tante foto che spesso vado a guardare. Una volta mi sono ritrovato in un ristorante dove erano presenti calciatori del Napoli di oggi. Scherzando gli ho detto: "le foto con voi non le faccio, altrimenti Diego mi chiama dispiaciuto" (ride, ndr)".

Massimo a cosa avrebbe rinunciato per giocare a calcio?
"Non la metterei così, non è un discorso di rinuncia. Massimo faceva le cose con una naturalezza tale che avrebbe potuto fare qualsiasi cosa. Ha fatto l'artista, bene così. Era malato del Napoli, vi racconto una cosa. Mio figlio era molto piccolo quando iniziò a manifestare simpatie per il Milan. Lo raccontai a lui e mi sussurrò "puortamill'", sorridendo. "Andiamo da zio Massimo, ti vuole dire una cosa". Appena lo vide, con una dolcezza disarmante ma con tono deciso gli disse: "ma tu lo sai che quelli del Milan vengono a casa tua e rubano i tuoi giocattoli?" (ride, ndr). Mio figlio oggi è un uomo, e ovviamente è un tifoso sfegatato del Napoli. Proprio come me e Massimo". 

Rispettando la sua profonda riservatezza, c'è qualcosa di Massimo che non è mai stato detto a livello umano e che si potrebbe dire a tutti i suoi ammiratori?
"Ti rispondo così: basta vedere le cose che ha fatto per capire chi era e chi è ancora oggi nella memoria di tutti. La trasparenza, l'eleganza, la capacità di dire le cose che pensava con coraggio, fanno di Massimo Troisi un uomo come pochi in senso assoluto".

Chi è Alfredo Cozzolino?
"Un tipo scherzoso, Cavaliere della Repubblica, anticonformista. Una persona di origini umili, tutt'oggi umile. Un uomo che vive con serenità l'amarezza quotidiana di aver perso un amico troppo presto. Stamattina sono stato al cimitero con Lello Arena, ci siamo divertiti. Pensando e parlando di lui ci divertiamo. Con un'amarezza di fondo, ma ci divertiamo. Lacrimando. A volte rido da solo. Troisi è stato l'espressione della comicità raffinata, aveva la capacità di leggere ciò che accadeva, di esprimere il suo punto di vista sempre, senza esagerare nei toni, ma con fermezza e senza farsi usare da nessuno". 

In molte città d'Italia ricordano i propri artisti con tante iniziative. A Napoli a volte si fa fatica...
"Ho organizzato i 30 anni di "Ricomincio da tre" e di "No grazie il caffè mi rende nervoso", c'era anche James Senese, e ora lavoro ai 30 anni di "Scusate il ritardo" a Napoli e non a San Giorgio. Ci sono troppe passerelle politiche, troppe speculazioni. Parleremo approfonditamente di questi temi nella prossima intervista. Oggi godiamoci i sessant'anni di Massimo. Vi dico solo che vorrei far vedere tante cose di Massimo, ma in maniera adeguata".

C'è una cosa che più delle altre lo meravigliava?
"Restava estasiato al cospetto della bellezza, soprattutto delle donne chiaramente. Se passava una bella donna, diceva: "Me piac' Alfrè", e io rispondevo: "Piace solo a te?". Quando un calciatore del Napoli faceva un grande gol pure commentava meravigliato "che azione, mamma mia", si vedeva che desiderava di stare al posto o insieme a quei campioni che tante soddisfazioni hanno dato ai tifosi. Uno come lui manca anche per rispondere alle tante cattiverie che si dicono di Napoli e del Napoli. Alla prossima".

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