Calaiò: "De Laurentiis non mi avrebbe mai ceduto, ero la sua bandiera. Napoli-Genoa? Che goal che feci a Reina! Ricordo il ritiro dopo la sconfitta con la Juve Stabia..." [ESCLUSIVA]

08.11.2019
16:30
Fabio Cannavo

Emanuele Calaiò, ex calciatore del Napoli, ha parlato a CalcioNapoli24 di quanto sta succedendo in questi giorni attorno agli azzurri

"De Laurentiis non avrebbe mai voluto cedermi, per lui ero la bandiera del Napoli". Lascia Napoli dopo esser stato protagonista con l'azzurro addosso, dalla C alla A. Poi ci ritorna, da calciatore maturo, per fare il vice Cavani. Emanuele Calaiò, attuale dirigente del settore giovanile della Salernitana, quando sente Napoli-Genoa o Genoa-Napoli, non può che ricordare quell'euro goal che fece a Reina al San Paolo con la casacca rossoblù. L''Arciere' Calaiò si racconta ai microfoni di CalcioNapoli24.it

Ritiro sì o ritiro no? Il tuo Napoli ebbe mai bisogno di andare in ritiro? "Capitò solo una volta mi pare, eravamo in Serie C e perdemmo tre volte di fila. Dopo la sconfitta a Castellammare di Stabia contro la Juve Stabia la società decise di mandarci in ritiro. C'era Pierpaolo Marino all'epoca, dirigente più che presente".

Calaiò Napoli

Stanno piovendo tante critiche anche su Insigne, per qualcuno avrebbe dovuto comportarsi meglio da capitano. "Nel mio Napoli il capitano era Francesco Montervino, ma quando una società impone il ritiro c'è poco da fare. Va accettata la decisione anche se a malincuore. Per fortuna ne facemmo pochi, uno o al massimo due".

Nei giorni scorsi pare ci sia stato un confronto acceso tra Edoardo De Laurentiis e qualche senatore del Napoli. Che persona era quando lo conoscesti tu? "Era giovanissimo, era proprio alle prime armi. Con lui non ho mai avuto problemi, ci sentiamo ancora. Non aveva mica il ruolo che gli è stato riconosciuto adesso...".

Edoardo De Laurentiis, vicepresidente del Napoli

In una recente intervista, De Laurentiis ha parlato di gruppetti all'interno dello spogliatoio. Quando eri al Napoli di sudamericani ce ne stavano tanti. Quanti gruppetti esistevano? C'è mai stato qualche screzio? "E' normale che non si può andare d'accordo con trenta persone e che si creino dei gruppi all'interno di uno spogliatoio. Nel mio Napoli c'erano diversi argentini, un paio di uruguaiani, Armero e Zuniga che sono colombiani. Ognuno ha la propria cultura ed non è che perchè non si va a cena tutti insieme allora vuol dire che non si vada d'accordo. Lavezzi andava sempre a cena con Navarro, io non ci andavo, ma non vuol dire che non andavamo d'accordo. Poi c'è da dire che uno ha famiglia, un altro no, quindi esistono dinamiche ed esigenze diverse in ogni calciatore".

Calaiò e Lavezzi

Quando tornasti in azzurro per fare il vice Cavani come ti accolse De Laurentiis? "Con lui avevo un ottimo rapporto, se fosse stato per lui non sarei mai dovuto andar via da Napoli. Mi vedeva come una bandiera. Quando stavo per andare al Siena dal Napoli lui mi chiamava spesso e provava a convincermi a non andar via, mi diceva che avrei potuto giocare di più. Però all'epoca c'era Reja che vedeva altri attaccanti e non me. Io volevo giocare, ero nel pieno della mia carriera e non volevo privarmi dell'opportunità di tornare ad essere protagonista. Quando tornai a Napoli De Laurentiis fu felicissimo e continuò lo splendido rapporto". 

E' un problema di spogliatoio quello del Napoli di adesso? "No, credo di no. Lo dico dopo aver visto l'esultanza della squadra al goal di Insigne a Salisburgo". 

L'ultima. Napoli-Genoa ti fa pensare a..."A quel goal che segnai a Reina al San Paolo con la maglia rossoblù. Fu una bella sensazione anche se tra tutti i goal che ho fatto quelli che mi hanno fatto male erano proprio quelli che facevo al Napoli. Ricordo che era il Napoli di Benitez che non fece una buonissima stagione, non rovinai la festa a qualcuno col mio pari su punizione (scherza ndr.)". 

Calaiò Genoa

di Fabio Cannavo (Twitter: @CannavoFabio)

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