ESCLUSIVA – Altobelli: “Ho sofferto per Hamsik, Benitez lo stava annientando. Zaza, Pavoletti e Muriel? L'ex Juve è il più adatto. Conosco bene Gabbiadini, il Napoli ha commesso un errore"

01.12.2016
20:30
Ciro Novellino

di Ciro Novellino

Un momento particolare per il Napoli, un momento altrettanto particolare anche per l'Inter. Siamo alla vigilia del big match che si giocherà domani sera allo stadio San Paolo tra la squadra di Sarri e quella di Pioli. Ne abbiamo parlato con chi la maglia dell'Inter l'ha vestita e ha scritto pagine indelebili del calcio italiano, Alessandro Altobelli.

A chi non l’ha vista in azione come si definirebbe?

“I tifosi di oggi, quelli che hanno visto rimpiangono, quelli che non hanno visto hanno perso tanto. Il calcio prima era professionalità, amore e sacrificio. Oggi è cambiato un po', ma è sempre bello. Mi piace sempre”.

Il gol entrato nella Galleria d’arte è quello dell’82, qual è l’altro che nella sua testa è indimenticabile?

“Ce ne sono tanti. Ne ho fatti 300 e sono tutti belli. Ci sono gol di tacco, di testa, di rovesciata: di tutti i colori. Quello più importante è certamente quello dell''82 anche se dietro quel gol c'era una bell'azione e tanta testa. Potevo sbagliarlo benissimo, ci ho pensato tanto...”

E' un altro cliché: il calcio di allora era più lento, ma la differenza è solo quella?

“Non è proprio così. Non era lento. Ti chiedo, paragonandolo agli anni ottanta, quale può essere un simbolo del calcio moderno?”

Il centrocampista?

“Esatto! Un centrocampista che lotta, che corre che salta. Lasciamo stare Messi e Ronaldo, altrimenti con Maradona hanno già perso in partenza. Il calcio di ieri, era fisico tecnico e tattico. Avevi sempre due uomini attaccati se non tre. Il simbolo di quegli anni era Tardelli: sapeva fare tutte e due le fasi. Marcava i Rivera, i Beccalossi, tutti i giocatori con maglia 10 più forti al mondo. Li marcava ma andava anche a fare gol. Se noi oggi guardiamo a queste caratteristiche, non c'è un calciatore in grado di saperlo fare. Oggi nella Nazionale italiana guarda chi gioca. Non era un calcio lento, ma quello di oggi è un calcio scaduto”.

Cosa dicono del Napoli in Oriente?

“Negli ultimi anni il Napoli è diventata una squadra simpatica a tanti in quanto c'era Higuain che segnava tanti gol ogni domenica. Per forza se ne parlava. Il Napoli, è strano dirlo, dopo che andato via Rafa Benitez ed è arrivato Maurizio Sarri è migliorato molto. Ha saputo dare equilibrio alla squadra e un giusto gioco. Ha recuperato giocatori che sembravano 'morti' come Albiol, Koulibaly e Jorginho e li ha saputi rilanciare. Hamsik usciva sempre, poi è arrivato Allan, mentre la forza risiede in Callejon, Insigne, Mertens, prima Higuain, oggi Milik anche se si è fatto male. Manca un centravanti, è una squadra buona, non sta attraversando un buon momento, ma gioca sempre un bel calcio”.

Ha parlato di Marek Hamsik, un calciatore più maturo, che prende oggi il Napoli per mano. E' lui il leader di questo Napoli o Reina lo scavalca?

“Hamsik lo conosco bene dai tempi del Brescia. I primi calci li ha tirati lì: conosco il suo carattere, la sua grinta, la sua passione e la sua volontà e posso dire che è un giocatore che anche se sta zitto si fa capire lo stesso. E' il calciatore più forte del Napoli, è tanto che è lì ed è diventato un simbolo. Penso che ci arriva a Napoli, deve cercare di copiare ciò che ha fatto lo slovacco. Simbolo di questa squadra. Ho sofferto per lui quando Benitez non gli dava la giusta iportanza e continuava a sostituirlo. Lo stava annientando. Ha dimostrato di avere un grande carattere e una grande reazione. Ha cominciato a giocare la Champions e in Europa è presente con continuità”.

Manolo Gabbiadini ormai è un caso: come potrebbe risolverlo Sarri?

“Non so se è stata una valutazione errata o c'è dell'altro. Loro considerano Gabbiadini un attaccante in grando di sostituire Milik, dopo che qualche volta sostituiva Higuain la passata stagione. Noi conosciamo bene il calciatore. E' scuola Atalanta, poi è andato a Genova, poi la Juventus, il Bologna, ma è un esterno. Non è una punta, può adattarsi un tempo, ma non conosce i movimenti. Quando stai vincendo e devi fare un cambio, puoi utilizzarlo in quel ruolo, altrimenti no. Secondo me, il Napoli ha commesso un errore, una valutazione sbagliata. Doveva prendere un sostituto di Higuain prima, poi ha perso Milik e ora è in difficoltà. Manca un attaccante”.

Si fanno diversi nomi per gennaio, per correre ai ripari: Pavoletti, Zaza e Muriel. Quale di questi il più idoneo al gioco di Sarri?

“Sono tutti e tre bravi giocatori. Pavoletti è infortunato, Muriel si è ritrovato e sta andando bene. E' un ottimo giocatore, così come Zaza. Ma va detto che gli attaccanti del Napoli che hanno fatto gol o li stanno facendo, si chiamano Higuain e Milik. Nessuno di questi tre giocatori ha le qualità di Higuain e Milik. Il centravanti del Napoli sfrutta le qualità di Callejon, Mertens e Insigne dalle fasce e Hamsik dal centro in grado di dare tanti palloni. Nessuno dei tre è attaccante vero. Non riesco proprio a mandare giù il falso nueve: un qualcosa che ha inventato Capello con Totti ai tempi della Roma. Noi eravamo avanti già anni luce. Sono questi tre giocatori bravi, ma cercherei un attaccante con le qualità che aveva l'argentino oppure ha il polacco”.

Il problema è che a gennaio nessuno te lo vende un attaccante del genere...

“Certo, per quello dico che qualche errore è stato fatto ad inizio stagione. Dopo Milik serviva un altro attaccante. Si sperava in Gabbiadini ma è sfruttato male, in un ruolo sbagliato. Oggi si vuole correre ai ripari ma se vuoi Muriel lo paghi tanto, Pavoletti è una sorpresa del Genoa e costa tanto, così come Zaza al West Ham. Per le strategie del Napoli, però, proverei a prendere l'ex Juve”.

Ma secondo lei il livello degli attaccanti si è abbassato? Questi nomi accostati al Napoli, avrebbero avuto la stessa considerazione in passato?

“Il calcio è cambiato, ma ci sono oggi tanti attaccanti bravi sia stranieri che italiani. La Juve ha Higuain, Dybala e Pjaca; la Roma Salah, Dzeko e Perotti; il Napoli Milik, Callejon e Mertens oltre ad Insigne; il Torino ha Belotti. Tutti attaccanti forti che sono riusciti ad adattarsi al calcio moderno”.

Questa Inter è in difficoltà, è arrivata la vittoria con la Fiorentina. Pioli è la scelta giusta?

“Pioli è già un allenatore che ha allenato tanto in Italia. Lazio, Palermo che non è facile ed è il sostituto ideale di De Boer. Ha fatto due gare in campionato, derby e Fiorentina. Hanno sbagliato un tempo in Europa League in Israele gettando via il risultato. E' una squadra che può guarire e migliorare perchè i giocatori ci sono. Magari proseguire già a Napoli”.

Ecco, Napoli-Inter di domani che gara sarà?

“Sicuramente una bella gara ricca di gol!”

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