ESCLUSIVA - Esposito: "Io e mio fratello illusi dal Napoli! Insigne come me, mi fanno ridere le critiche a De Sanctis e Cavani. Su Hamsik..."

07.03.2013
14:50
Gianluca Vitale

Certe volte il destino ama scherzare. Capita così che in una sola giornata di campionato, la prossima, si affronti tutto il suo passato (o quasi): da un lato Udinese-Roma, dall'altro Chievo-Napoli e, per chiudere il cerchio, il Pescara a Bergamo, contro l'Atalanta del 'mentore' Pierpaolo Marino. Manca all'appello (e nemmeno tanto) il Cagliari, impegnato in casa contro la Samp: un derby sfiorato per chi, come lui, fu ad un passo dal Genoa. Nato a Polvica, a pochi chilometri da Nola, Mauro Esposito fu scoperto dall'ex D.G. partenopeo in una scuola calcio di Torre del Greco quando aveva appena 14 anni.  Per farlo tesserare dal Pescara, Marino ne richiese ed ottenne la patria podestà, divenendo a tutti gli effetti il suo 'padrino'. Un cammino in parallelo, il loro, interrotto nel 2002 quando l'allora giovane attaccante di belle speranze si trasferì a Cagliari, dove esplose sotto la guida sapiente di un'altra vecchia conoscenza del Napoli, Edi Reja. 199 presenze e 58 reti in maglia rossoblù ed una carriera costellata di infortuni ma condita dalla soddisfazione di sei convocazioni in Nazionale. Un rammarico, più di tutti (il più grande), intristisce però i suoi ricordi: "Ho sempre sognato la maglia del Napoli, ma sono stato illuso...". Di questo e di altro ancora ha parlato ai microfoni di CalcioNapoli24.it:

Cosa significa per un napoletano giocare in una piazza non certo filo-partenopea come Verona?

"È strano. Ho giocato un anno col Chievo e son stato molto bene. Non hanno eccessiva simpatia per i napoletani, è vero, ma mi hanno sempre trattato nel migliore dei modi".

23/05/2006: il giorno del Suo matrimonio a Capri, intervistato da un'emittente sorrentina, lanciò un messaggio pubblico a Marino ("Ditegli di farmi venire a Napoli") che però non fu mai colto...

"Non aver vestito la maglia azzurra è il più grande rammarico della mia carriera. Giocare a Napoli, per la squadra per cui tutti noi tifiamo, sarebbe stato un sogno, però purtroppo non si è mai avverato. Nel 2008, quando tornai alla Roma, sono stato ad un passo dal concretizzarlo ma ancora oggi non mi capacito e mi chiedo come possa essere saltato tutto all'ultimo minuto".

È vero che per attendere il Napoli rifiutò il Genoa, interessato anche ad Emanuele Calaiò che  è tornato in Campania?

"Esatto. Ero pronto a trasferirmi in Liguria ed una telefonata di Marino riaccese in me le speranze ma, non so perché, non venne trovato l'accordo con la Roma. Alla fine Preziosi non prese né me né Emanuele".

E dire che, a suo tempo, a Lei si interessò addirittura il Barcellona...

"Dei contatti veri e propri non ce ne furono, ma in più riprese vennero a seguirmi degli emissari dalla Spagna. Piacevo, ma di concreto non ci fu nulla".

Nel 2007 Marino tesserò suo fratello per le giovanili del Napoli. Che fine ha fatto?

"Massimiliano ha giocato per un breve periodo in Primavera, poi però ha smesso perché deluso dal comportamento riservatogli dalla società. Anche nel suo caso, infatti, parliamo di promesse non mantenute: gli avevano assicurato il contratto, poi invece si rimangiarono la parola e da allora non ha voluto continuare".

Da ex grande bomber come giudica le critiche mosse contro Cavani in questo periodo?

"Attualmente Edinson è tra i cinque attaccanti più forti al mondo. Mi fa sorridere quando parlano di crisi perché i suoi numeri son fin troppo eloquenti; non a caso, lo vogliono tutti: da Conte, che lo rimpiange, alle squadre straniere. Per me è imprescindibile. Speriamo che se lo tengano stretto".

Insigne il futuro del Napoli. E, perché no, magari anche il fratello Roberto...

"Lorenzo ha caratteristiche che ricordano molto Mauro Esposito (ride, ndr): mi ci rivedo. Fa piacere che una piazza difficile come Napoli gli dia la possibilità di mettersi in luce da giovanissimo a grandissimi livelli, un'opportunità che a me come ad altri tanti napoletani in giro per l'Italia non è stata data. Certo, alla età sua e del fratello bisogna stare attenti a non bruciare troppo le tappe. Se lavoreranno giorno per giorno, son certo che scriveranno pagine importanti della storia azzurra e magari, chissà, anche della Nazionale".

Quindi De Laurentiis ha fatto bene a puntare su di lui e Pandev cedendo Lavezzi, o invece Lei avrebbe tenuto il Pocho?

"Lavezzi è un grandissimo giocatore ma ha fatto le sue scelte. Goran piace a Mazzarri ed assicura esperienza; Lorenzo è il nuovo che avanza e ha tutte le carte in regola per togliersi e regalare tante soddisfazioni".

Insigne-Sau: un duo da 'paura'?

"Non sarebbe male rivederli insieme con la maglia del Napoli. Marco è un ottimo attaccante ma anche lui giovanissimo. Cagliari è la piazza ideale per maturare, lo lascerei ancora lì per un paio d'anni prima di fargli fare il 'grande salto".

Quanto è stato importante crescere calcisticamente con un campione come Zola?

"Ho avuto la fortuna di giocare con Gianfranco e sono stati due anni fantastici. Non è solo un grandissimo giocatore ma anche un uomo vero: umilissimo e disponibile con tutti".

Come lo era Maradona... Le ha mai parlato di Diego?

"Sì, spesso. Da lui ha preso non solo tanta qualità ma anche un modo unico di vivere lo spogliatoio dando consigli a tutti sia in campo che fuori".

Nell'autunno del '99 Esposito approda ad Udine dove ritrova De Sanctis. Che persona è e, soprattutto, ritiene giusto contestarlo?

"Nel corso della mia carriera ho avuto il piacere di conoscere tante persone speciali e Morgan è sicuramente una di queste. È sempre stato un tipo sui generis, molto simpatico, ma sopra ogni cosa un professionista esemplare. De Sanctis vive di calcio e sapevo che sarebbe arrivato lontano. Dispiace quando lo attaccano perché dà sempr efino all'ultima goccia di sudore per la maglia. Gli errori, nel calcio come in altri mestieri, ci stanno. Basta un'indecisione e, specie se sei portiere, stampa e tifosi ti additano".

Nel 2005 ospite fu di Marino in Tribuna Autorità: da allora il San Paolo è un po' cambiato ma necessita ancora di migliorie...

"Lo stadio di Fuorigrotta è un simbolo per i napoletani ed è inammissibile che il terreno di gioco possa vessare in condizioni come quelle viste contro la Sampdoria. I tifosi meritano il meglio perché danno il cuore per la squadra. Lo si è visto anche contro la Juve.. Mi auguro che in futuro si possa migliorare e dare a tutti noi una struttura adeguata, all'altezza della nostra storia e della nostra importanza".

Insigne come Esposito; Hamsik invece chi le ricorda?

"Difficile da dire. Marek è un giocatore estremamente duttile: sa fare tutto. Lui e Marchisio sono unici per qualità e quantità. Può essere decisivo in qualsiasi momento della partita: dal primo minuto sino all'ultimo di recupero".

Ma il Napoli può ancora puntare allo Scudetto?

"Può e deve. Da tifoso ci spero ancora, e sicuramente anche i giocatori. La Juve perderà nuove energie con la Champions e non bisogna demoralizzarsi. Sei punti non sono pochi però, allo stesso tempo, possono 'illudere' Conte perché non sono neanche tanti".

Che partite si aspetta da Chievo-Napoli e Udinese-Roma?

"Questo è il mese cruciale per raggiungere la Juve. Dopo il pareggio nello scontro diretto, non  sono ammessi altri passi falsi. Certo, da questo punto di vista il Chievo non rappresenta l'avversario più agevole perché fa sempre bene sul proprio campo, però il Napoli può sicuramente fare la partita. Dal canto loro Udinese e Roma sono due squadre molto in forma in questo momento; i giallorossi con Andreazzoli hanno trovato la loro identità, mentre i friulani sono reduci dalla bella trasferta di Pescara".

Chi sarà l'uomo decisivo?

"Per Chievo-Napoli, sarà banale, ma dico invece Cavani".

Di Natale o Totti: chi sceglie?

"Per campanilismo il primo, ma in realtà entrambi. Sono degli highlander. Di giocatori così, purtroppo, non se ne vedono più in giro. Come si suol dire, quando li hanno fatti è stato buttato via lo stampo. Uno dei due deciderà la sfida e che vinca il migliore".

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Fonte : a cura di Gianluca Vitale e Pasquale Cacciola
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