ESCLUSIVA - Jeda: "In Italia grazie a Careca, potevo vestire l'azzurro. Il mio Cagliari la bestia nera del Napoli, vi racconto quei match. Due uomini di Zeman pronti per Benitez"
di Pasquale Cacciola - twitter: @PE_Bahia
Brasiliano di nascita, italiano "d'adozione". Un solo anno in terra verdeoro da calciatore professionista, poi subito il grande salto nel calcio che conta. E non lo scelse uno qualsiasi, ma addirittura il leggendario Antonio Careca. Nacque così, a soli 21 anni, l'avventura tutta italiana di Jedaias Capucho Neves, noto più comunemente come Jeda. 140 presenze e 30 reti in prima categoria, 230 partite e 67 firme nella seconda: Cagliari il punto più alto della sua carriera. Reduce dall'esperienza alla Pergolettese in Lega Pro, quest'estate ha deciso concludere la sua attività in Piemonte accasandosi all'Acqui Calcio in Serie D. In occasione della gara di domenica al San Paolo, la redazione di CalcioNapoli24.it ha contattato in esclusiva l'attaccante che ha militato in Sardegna dal 2008 al 2010.
Dopo una carriera tra Serie A e B, a sorpresa hai deciso di concludere in quarta divisione
"Chiaramente l'atmosfera della Serie A è totalmente differente, ci sono grandi squadre, tanti campioni e c'è più visibilità. La quarta è meno spettacolare e consiste più in lotta e corsa, il livello è inferiore ma la competitività non manca. Sarà sembrato strano vedermi scendere di categoria, ma sono contento perché ho 35 anni e anche se sto bene fisicamente sto già pensando a cosa fare una volta conclusa la carriera".
Cosa ti ha spinto ad accettare l'Acqui Calcio e non tornare in patria?
"La mia carriera si è svolta interamente in Italia, ho giocato molto poco in Brasile e lì non sono noto come qui. Per tornare e trovare squadra o devi essere giovane o devi chiamarti Robinho o Kakà, nel senso che se hai un certo passato è semplice trovare squadra. Non ho avuto un'opportunità concreta per tornare a casa e a tal punto ho preferito scegliere un progetto interessante prima di tutto. Ho parlato col presidente che mi ha descritto gli obiettivi della società, l'idea mi stuzzicava e ho deciso di fare quest'avventura".
Avventura che a breve compierà già quattro mesi
"Sono felice, c'è appena un po' di dispiacere in questo periodo perché mi sono infortunato. Ho iniziato bene ma poi mi sono dovuto fermare, spero di recuperare quanto prima possibile. La squadra ha bisogno di me in questo periodo anche a causa di altre assenze, spero di dare quanto prima possibile il mio apporto al club".
Alle spalle hai 148 presenze indimenticabili in Serie A, raccontaci il ricordo più bello
"L'esordio in Serie A col Vicenza è uno dei ricordi che più conservo affettuosamente. Chiaro che ho anche Cagliari nel cuore, nonché l'esperienza maggiore della mia carriera, ma in realtà non dimenticherò nulla di quanto vissuto in passato: tutte le squadre hanno arricchito la mia vita. Il periodo a Lecce ad esempio è stato molto speciale, belli anche i tempi a Palermo e Rimini. Ringrazio ogni club".
Hai vissuto 14 anni tra Nord e Sud, dove si vive meglio a tuo parere?
"Sono stato bene ovunque, ma è chiaro che il Sud ha un'atmosfera differente e più simile al mio Brasile per calore e attaccamento. La verità è che nel Meridione si sta molto meglio, ma va detto che anche la parte settentrionale è bella".
Cagliari-Napoli, regioni differenti ma è quasi un derby vero e proprio
"Vero, è una partita molto sentita. Non hai mai capito veramente il perché, quando arrivavano gli azzurri lo stadio era sempre pieno. Poi quasi sempre vincevamo...".
Infatti eravate la bestia nera dei partenopei...
"Vero, ho anche segnato in qualche occasione. Il ricordo migliore risale al pareggio per 3-3, io ero in panchina e il Napoli vinceva per 2-0. Riuscimmo ad ottenere il pareggio, poi entrai e dopo 20 secondi segnai dopo aver toccato il primo pallone della gara: lo stadio esplose! Alla fine gli azzurri pareggiarono di nuovo, peccato, ma fu una gara molto emozionante. Ricordo poi la gara di Napoli terminata 2-2, stavamo perdendo 1-0 con goal di Hamsik e poi successe di tutto. Non segnai in quella partita, ma servii l'assist decisivo da un'azione nata direttamente da fallo laterale: il San Paolo si ammutolì completamente. E' stata un'altra partita fantastica".
Non è mancata occasione per essere accostato al Napoli in passato, quanto c'era di vero?
"'Un'opportunità c'è stata, se n'è parlato. Era il periodo che il Napoli era in Serie B se non erro, qualcosa poteva nascere davvero. Non so poi cosa sia successo, forse semplicemente quando una cosa non è destinata a succedere. Di Napoli me ne parlava spesso Antonio Careca, mio idolo quando giocava in nazionale. Mi diceva che era un club importante e che i tifosi erano esigenti, ma sottolineava anche la bellezza della città. Sono sempre stato incuriosito, non so effettivamente perché non si sia concretizzata quest'opportunità. L'exploit poi l'ho avuto al Cagliari dove stavo davvero bene, sono andato via perché sono stato quasi costretto a farlo".
A proposito di Careca, tutto è inziato grazie a lui...
"Era il presidente del Campinas, club che all'epoca partecipò al torneo di Viareggio. Mi ha sempre considerato molto, io ero all'União São João e chiese il mio prestito affinché potessi partecipare alla competizione internazionale. Grazie lui mi sono trasferito in Italia, perché giocai bene e il Vicenza mi acquistò velocemente".
I brasiliani attualmente a Napoli li conosci?
"Ho visto Henrique solo quando è arrivato in Serie A, Jorginho invece già l'avevo visto giocare. Rafael mi piace, sta giocando molto bene. Ma sinceramente non li conosco personalmente".
Allora consiglialo tu un talento verdeoro al ds Bigon...
"(ride, ndr). Il Napoli è già completo, è difficile poi suggerire nomi a una squadra così importante. Sto seguendo il campionato in Brasile, ma non so se in questo ci sia un nome pronto"
Voci vorrebbero Ibarbo e Avelar nel mirino...
"Loro sì che lo sono, parliamo due ottimi giocatori. Ibarbo è un giocatore importante, come gioca il Napoli sarebbe un valore aggiunto. Anche Avelar mi piace, potrebbe starci tranquillamente in azzurro".
Corsa scudetto: corsa Juve-Roma o c'è anche la squadra di Benitez a tuo avviso?
"Superato l'inizio difficile, il Napoli ora può dire la sua. Ho visto le ultime partite ha realizzato prestazioni impressionanti, non sono d'accordo con chi punta solo su Juventus e Roma".
Concludendo: Napoli-Cagliari, la tua previsione
"Difficile fare un pronostico preciso, ma sicuramente sarà una partita molto aperta poiché parliamo di due squadre che giocano a calcio. Penso che i protagonisti saranno i soliti Hamsik, Higuain, Callejon che sono sempre pericolosi, ma attenzione che anche Cagliari ha giocatori di qualità che possono complicare i piani avversari".
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