ESCLUSIVA - L'incredibile storia di Diawara, la tutor: "Giocava in chiesa, è in Italia per una sentenza razziale! Pativa il freddo e collezionava multe. Ore sotto la doccia, la piacevole scoperta del bagnoschiuma..."

23.08.2016
10:00
Salvio Passante

Credete ancora alle favole? Se la risposta è sì, l'ultima a tinte azzurre porta il nome di Amadou Diawara. Il nuovo colpo di casa Napoli, l'investimento più importante dell'era De Laurentiis facendo il rapporto prezzo-età. Ben 15 milioni di euro, pagabili in quattro anni.

Ma vi chiederete: chi è Diawara? Da dove viene? Come è arrivato in Italia? La sua storia ha dell'incredibile e merita di essere raccontata partendo dalle sue origini.

Figlio di due insegnanti, papà di matematica e la mamma - purtroppo passata a miglior vita -  d'asilo, Amadou cresce in una famiglia di buona cultura nel Bloc de Professour -  la zona ospedaliera di Conakry, la città più popolosa della Guinea. Amadou sin da bambino culla un grande sogno: diventare un calciatore professionista, e magari seguire le orme del suo idolo Yaya Tourè.

Ad assecondare la sua passione Sira, la sorella maggiore, professione farmacista. Comprava le scarpette di nascosto dai genitori, che avrebbero voluto un percorso diverso per il piccolo di casa: "Sira mi ha aiutato tanto. Dopo gli allenamenti dovevo andare a fare la doccia a casa di un amico, se tornavo a casa e i miei se ne accorgevano mi menavano. La prima volta che dissi a mio padre: 'Voglio fare il calciatore' mi arrivò uno schiaffone'. Ho continuato ad andare di nascosto e quando si è accorto che facevo sul serio mi ha lasciato giocare" raccontò Diawara. Per fortuna, di tutti ci sarebbe da dire.

Amadou muove i primi passi nella squadra della parrocchia. Avete letto bene, una parrocchia: "Giocavo nella squadra della chiesa del mio quartiere". E a segnalare questo bambino prodigio all'osservatore Robert Visan fu Numeku Tounkara: "Impossibile non rimanere colpiti, tra tanti ragazzini avevo di fronte un africano con una tecnica da brasiliano".

Subito si attiva la macchina organizzativa per farlo sbarcare in Italia, ma i problemi non mancano. Diawara è extracomunitario, ma ha dalla sua il fatto di non essere mai stato tesserato presso una squadra di puro settore giovanile (recentemente è spuntata fuori la storia del Fello Star ma è tutto da chiarire, ndr). Insomma, lo spiraglio per rimanere nel Belpaese c'è.

Il suo scopritore, coadiuvato dall'agente Fifa Mauro Cevoli, fa richiesta al tribunale affinchè venga nominato un tutor così che il giovane possa iniziare la sua promettente carriera. Il ragazzo viene affidato all'avvocato Martina Montanari. Ed è proprio la tutor del talento guineano che racconta a CalcioNapoli24.it gli aneddoti sulla giovane promessa:

"Credetemi, è stata un'impresa far rimanere in Italia Amadou. Subito dopo la nomina del Tribunale, e l'atto notarile dalla Guinea da parte della famiglia, ho dovuto studiare il regolamento federale circa il primo tesseramento. Per me il mondo del calcio era totalmente nuovo, non mi ero mai trovata in una simile situazione. Inizialmente tutte le richieste presentate venivano puntualmente rifiutate: ad un certo punto abbiamo deciso di presentare ricorso d'urgenza poichè le norme federali erano troppo restrittive, e puntando sulla discriminazione razziale l'abbiamo spuntata. E' stata una sentenza storica, il giudice costrinse la Figc ad accelerare subito le pratiche per il tesseramento".

Inizia così la scalata di Diawara... "E' arrivato in Italia senza nessuno dei familiari, è stato domiciliato presso la mia abitazione. Ragazzo educato e serio, che ha imparato subito la lingua. Aveva enormi potenzialità, e se l'avevano notato tra centinaia di ragazzi un motivo c'era: la voglia di emergere. Dopo uno stage di una settimana alla Pantaleo Corvino Academy le parti si lasciarono con una promessa: 'Un giorno ti porterò con me'. Il suo entourage preferì parcheggiarlo alla Virtus Cesena, società dilettantistica, ma tutto durò pochi mesi perchè nel 2014 già passò al San Marino in Lega Pro".

La storia inizia a prendere seri risvolti... "Amadou sorprese tutti per personalità e rendimento: collezionò 15 presenze e tutti gli occhi delle grandi squadre caddero sul suo fisico straripante: Il club più seriamente interessato fu la Roma (scherzo del destino: nelle scorse settimane i giallorossi l'avevano quasi comprato, ndr). Non se ne fece nulla e spuntò il Bologna di Pantaleo Corvino: già a febbraio avevamo firmato un pre-contratto. Diawara iniziò il precampionato con i felsinei da minorenne, ed ho curato personalmente il suo primo ingaggio. Mi sono accertata che fosse adeguato alla sua età: passò in pochi mesi dai 300 euro di rimborso spese a 30 mila annuali, un bel salto di qualità!".

Le difficoltà però non sono mancate... "Ha dovuto apprendere il regime alimentare del nostro paese, non conosceva la colazione - come già raccontato a CalcioNapoli24 dal suo ex direttore sportivo Andreatini: clicca qui per leggere - Inoltre pativa il freddo, tantissimo: i dirigenti del San Marino mi chiamavano spesso, lamentandosi del fatto che dovevano acquistare indumenti per ripararlo dal clima rigido della pianura".

Le prime soddisfazioni e i racconti curiosi? "Ha scoperto il piacere del bagnoschiuma, quasi sconosciuto nel suo passato. Rimaneva ore ed ore sotto la doccia. Amava la musica africana, col suo primo contratto tramite un finanziamento con busta paga ha comprato una Bmw Serie 1: le prime scorribande sono arrivate presto, così come le multe. Ben venti: Amadou era solito attraversare la Ztl di Bologna sia in entrata che uscita per raggiungere Casteldebole, le telecamere di sorveglianza l'hanno beccato sempre".

Il successo e la rottura col suo scopritore... "Nel contratto col Bologna c'erano delle clausole e dei bonus, ma nessuno credeva che sarebbero scattati subito: in particolare quello relativo alle presenze, alla prima in serie A e dopo la quinta nel campionato. Delio Rossi sorprese tutti, lo schierò nell'undici titolare sin da subito: col successo sono iniziate anche le prime incomprensioni con chi l'aveva protetto quasi come un figlio, ovvero Visan. Ricordo che Robert prese talmente a cuore la sua storia che gli comprò scarpe sportive, il primo cellulare ed abbigliamento di note griffe. Insommam non gli ha fatto mai mancare nulla: poi all'improvviso arrivò una raccomandata...".

La vicenda prende una brutta piega, alla base problemi di natura economica con i referenti africani: Tounkara punta i piedi con Visan e non vuole riconoscergli premi o commissioni, la procura e la parte legale passa sotto l'egida dell'avvocato Piraino: "Visan decise di segnalare tutto alla Procura Federale, sono stata convocata anch'io per testimoniare: addirittura Amadou non solo rinnegò il rapporto col precedente agente, cosa inspiegabile dopo tutto quello che aveva fatto Visan per lui, ma anche la mia figura. Una situazione surreale, alla fine il tribunale Federale ha deferito sia lui che il Bologna (Diawara, nella peggiore delle ipotesi, rischierebbe una squalifica di breve entità, ndr). Purtroppo è stato consigliato male, succede spesso con i ragazzi giovani davanti a facili guadagni. Il colore dei soldi...".

Diawara guadagnerà circa 800 mila euro in azzurro, l'auspicio e il desiderio della sua ex tutor... "Mi auguro possa consacrarsi, ma soprattutto di maturare come persona e decidere in maniera autonoma: in bocca al lupo Amadou, buon campionato al Napoli!".

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