ESCLUSIVA - Moscardelli: "Anche mia madre ricorda i cori del San Paolo. La barba lunga per un fioretto. Sul liscio di Fideleff al Bentegodi..."

23.09.2016
20:00
Gaetano Pantaleo

Con la maglia del Chievo ha spesso fatto male al Napoli, al punto da essere unanimamente considerato una bestia nera per gli azzurri. Stiamo parlando ovviamente di Davide Moscardelli, attualmente in forza all'Arezzo, che in esclusiva a CalcioNapoli24 ha ripercorso un po' la sua carriera con particolare riferimento ai suoi ricordi legati alla compagine partenopea ed alle sue iniziative maggiormente degne di nota.

Sei partito dalle serie minori ed hai dovuto aspettare tanto prima di poter arrivare in B e in A: non credi che magari saresti potuto giungere alla consacrazione con qualche anno d'anticipo?

“Sono fortunato ad esser arrivato in Serie A, non è da tutti, molti calciatori, anche validi, restano nell’anonimato. L’unico rimpianto della mia carriera è la retrocessione con il Bologna, potevo fare di più quell’anno e sarebbe stato bello ottenere la salvezza”. 

Chi è stato il modello da seguire, l'idolo? 

“Il mio idolo, essendo un tifoso della Roma praticamente da sempre, non può che essere Francesco Totti. Poi per quanto riguarda il ruolo mi piaceva molto Batistuta, uno degli attaccanti più forti di sempre”.

Hai spesso fatto male al Napoli con la maglia del Chievo, ci racconti qual è il gol fatto agli azzurri che ancora ricordi con maggiore emozione?

“Il primo gol che ho fatto al Napoli lo ricordo bene, fu molto bello, mentre in occasione del secondo fui un po’ fortunato per il liscio di Fideleff, poi tirai forte ed andò bene. Ricordo bene quando fui fischiato dal San Paolo con la maglia del Bologna e lo ricorda anche mia madre che fu oggetto di cori poco simpatici (ride, ndr). Entrai voglioso di far bene per aiutare la squadra a trovare il pareggio, quell’atmosfera che si creò al mio ingresso era un mix tra un qualcosa di simpatico e di inaspettato”.

Poco più di due anni fa ti sei rimesso in discussione lasciando la Serie A ed accasandoti al Lecce, in Lega Pro. Questa, specie nel calcio di oggi, non è una cosa da tutti.

“Forse no, non è da tutti, ma non venivo da una stagione esaltante, conoscevo la piazza di Lecce e c’era un grande progetto, quindi ero convinto perché andavo a fare un campionato di vertice. Poi non abbiamo ottenuto la promozione perché la Lega Pro non è facile da affrontare, specie quel girone, ma sono stato benissimo e ci ritornerò sicuramente”.

Sei stato anche testimonial della campagna contro l'omofobia Diamo un calcio all'omofobia, chi allaccia ci mette la faccia promossa da Paddy Power, la Fondazione Candido Cannavò e le associazioni per i diritti degli omosessuali Arcigay ed Arcilesbica: ritieni che nel calcio sia presente l'omofobia, magari anche solo in maniera latente? 

"Nel calcio l’omosessualità è vista ancora in maniera antica, è stata una bella iniziativa e vi ho preso parte anche perché avevo già una certa popolarità, specie tra i ragazzi, e quindi volevo mandar loro un messaggio per fargli capire cosa vuol dire questo termine etc.”  

Poco prima di lasciare Bologna dichiarasti che ti sarebbe piaciuto fare una esperienza in America: è un sogno che continui ad avere? 

“Sogno ancora un’esperienza in America, non necessariamente nel mondo del calcio, non ho il blasone di Pirlo, Totti etc che non hanno fatica a trovare squadre lì, anche perché permettono al calcio statunitense di crescere, sono un po’ più “piccolo”. E’ una Nazione che mi affascina e magari chissà, un giorno potrei andar lì con la famiglia”.

Da dove nasce la scelta di far crescere tanto la barba? Ti aspettavi di diventare praticamente un mito sui social grazie a questo ed a quei video esilaranti pubblicati su Facebook?

“E’ nata un po’ così, per noia, non mi andava di tagliarla, e poi ho fatto un fioretto nell’anno in cui giocavo meno a Chievo e Pioli voleva portarmi con sé a Bologna: me la sarei tagliata nel momento in cui mi sarei trasferito lì. Quando poi ci andai effettivamente dopo sei mesi, la tagliai, poi vidi che molti mi chiedevano di farla crescere e quindi, visto che per la mia famiglia non rappresentava un problema, l’ho fatta ricrescere”.

Il Chievo farà visita al Napoli: te la senti di fare un pronostico?

“Sono rimasto affezionato al Chievo, ma il Napoli di quest’anno è duro da battere, specie in casa. Se devo dire un risultato, mi viene 2-0 per gli azzurri”.

Da tifoso romanista, un parere sulla lotta per il titolo

“Speriamo sia combattuto come campionato, negli ultimi anni c’è stato il dominio della Juventus tranne l’anno scorso con il Napoli che ha tenuto botta fino alla fine. Se la Juve pensa più alla Champions ed il Napoli e la Roma continuano a restare lì, potrebbe venir fuori un bello spettacolo. Spero che i giallorossi riescano a far meglio dell’anno. Che vinca il migliore”.

©RIPRODUZIONE RISERVATA, PREVIA CITAZIONE DELLA FONTE: CALCIONAPOLI24.IT

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