ESCLUSIVA - Paramatti: "Tutta la verità su Eriberto-Luciano. Zidane numero uno, ma marcare Batistuta...che impresa! Su Diawara..."

14.09.2016
19:00
Fabio Cannavo

di Fabio Cannavo (Twitter: @CannavoFabio)

Sei lunghissime stagioni vissute a Bologna tra Signori, Baggio, Ulivieri, Kenneth Andersson e tanti altri. Poi il passaggio alla 'squadra che è il top d'Italia', la Juventus, nel 2000. Michele Paramatti è l'ospite del giorno di CalcioNapoli24 che l'ha raggiunto in esclusiva. Temeva Batistuta, ma non solo. Poi la strana storia di Eriberto, poi diventato Luciano. Ci siam fatti raccontare tutto da una vera e propria bandiera del Bologna che alla fine si lascia scappare: "No, no, che forza Napoli, forza Bologna!". 

Partiamo dalle tue lacrime in conferenza, quando lasciasti il Bologna per la Juve: "Momento in cui dovevo lasciare una situazione che per me era ideale, Bologna è un posto magico, sono riuscito ad ottenere consensi dando il massimo di me stesso. Si creò un feeling con società e tifosi che mi rammaricai tantissimo di dover andare da un'altra parte".

Sei lunghe stagioni in Emilia Romagna con la casacca rossoblù. Chi fu a portarti a Bologna dalla Spal? "Mi notò lo stesso Ulivieri quando ero alla Spal e ancora prima nei disoccupati in amichevole. Ulivieri ed Oriali mi scelsero e credettero in me. Poi gli eventi gli hanno dato un po' di ragione (scherza ndr.)".

Roberto Baggio. Che personaggio è? Un episodio che ricordi in particolare del Divin Codino: "Un gran personaggio, un vero professionista, una persona schiva. Sono stato fortunato a giocare con lui come con altri grandi campioni dai quali ho cercato di imparare e cogliere alcuni aspetti e alcuni atteggiamenti che ritengo siano indispensabili nel mondo dei professionisti". 

Andersson, Kolivanov, Nervo. Nel '97 quel Bologna ne rifilò cinque al Napoli al Dall'Ara. I ricordi che conservi di quella squadra azzurra. "In quel periodo avevamo una formazione temibile per tutti, così fu anche per il Napoli che ci ha lasciato dei punti. Avevamo una squadra fatta da grandi campuioni, Andersson e Kolivanov erano due nazionali. C'era anche Signori, grande calciatore. La nostra era una squadra ben assemblata che dava fastidio un pò a tutti. Quel 5 a 1 fu una scoppola pesante per il Napoli, non a caso fu una delle poche squadre a perdere così contro di noi".

A Bologna, dopo Baggio, arrivò Giuseppe Signori. Stessa leadership del Divin Codino? "Erano due tipologie di calciatori diversi, entrambi molto estroversi col gruppo, molto partecipativi nella squadra e negli allenamenti. Beppe era più 'compagnone' al di fuori del campo, probabilmente per il fatto che aveva meno pressioni mediatiche ed era più libero di muoversi". 

Eriberto? A Bologna nessuno si accorse che aveva qualche annetto in più? "Molti lo sospettavano, alcuni episodi ci portavano a pensare. Quando gli chiedevamo come si chiamasse faceva fatica a rispondere, non sapeva scrivere il suo nome, quando lo chiamavamo Eriberto non rispondeva". 

Le differenze sostanziali che trovasti nel passaggio da Bologna a Torino. "Per certi versi Bologna è fantastica, Torino è eccezionale perchè ci sono delle condizioni per le quali la squadra è anche al top da una vita. Lo stile Juve ci fu imposto, un po' è richiesto al momento della scelta del calciatore. C'era un modo comportamentale da rispettare alla Juve e non sono forzature. A mio avviso si tratta di scelte e linee guida corrette per avere un gruppo omogeneo e per disperdere meno energie".

Il calciatore che più ti ha stupito dal vivo alla Juve. "Le qualità tecniche di Zidane venivano ampliate in allenamento. Era ancora più libero nel fare i gesti tecnicvi che voleva. Sotto un altro aspetto non posso non citare Del Piero anche per le sue qualità umane e caratteriali che l'hanno contraddistinto fino a fine carriera. Da quando Capello lo toglieva tutte le domeniche e lui non batteva ciglio, fino a quando è sceso in B con la Juve senza badare alla sua carriera". 

Montero? Era davvero così cattivo in campo? "Si faceva rispettare, aveva dalla sua la grinta, un po' come ce l'aveva Gattuso. Era un'arma che usava per incutere timore. Montero è un ragazzo fantastico, chi non lo conosce si aspetta un caratteraccio fuori dal campo e invece non è così". 

L'allenatore al quale sarai sempre grato per la tua carriera? "Ulivieri, ha creduto in me ed ha avuto ragione perchè ha ottenuto i risultati che voleva. Ha i suoi metodi, lo ringrazierò sempre a vita."

Il tuo migliore amico nel mondo del calcio? "Ce ne sono tantissimi, anche se non sono legato particolarmente a nessuno. E' un piacere rivedere sempre un po' tutti i miei ex compagni".

L'avversario che più ti ha messo in difficoltà durante una partita?  "Batistuta non era facile da marcare, era un avversario ostico. Qualche battaglia l'abbiam fatta insomma!".

Ti sarebbe piaciuto vestire l'azzurro Napoli? "Sì, perchè è una società gloriosa, con un ambiente ed un tifo caloroso. Gioco spesso a golf con Schwoch, lui mi parla di Napoli con gli occhi che gli si illuminano. Sarebbe stata una piazza adatta a me, peccato non ci sia mai stata l'occasione". 

Un giudizio sul mercato fatto dal Bologna con Bigon. "Il Bologna ha puntato sui giovani quest'anno, facendo una squadra di prospettiva e non solo per il presente. Questa squadra può essere soggetta a giornate storte o a giornate davvero brillanti. La partita del Napoli non sarà facile nonostante ci sia un divario importante tra le due squadre. Credo che sarà una partita difficile per gli azzurri". 

Diawara? "E' stato consigliato male nella lunga vicenda che l'ha visto protagonista quest'estate. Non ha giovato al ragazzo, chi voleva far l'affare non ha agito nel migliore dei modi. Credo che l'atteggiamento non abbia giovato al ragazzo. L'inserimento sarà molto più rapido in proporzione all'impegno che ci metterà la squadra ad accoglierlo. Sarri sarà bravo ad inserirlo gradualmente, Sarri grande allenatore che sa lavorare bene coi giovani". 

Un 'forza Napoli' per stasera? "Stasera (ieri sera, ndr) sicuramente sì, ma sabato sera dico forza Bologna. Non me ne vogliate! (scherza ndr.)". 

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