ESCLUSIVA - Ravanelli: "Ho rifiutato Napoli, amavo troppo la Juve! Vi racconto quando giocavamo al San Paolo, sul caso doping..."
di Marco Lombardi - twitter: @marcolombardi24
E' una delle icone del calcio italiano degli anni '90. Ha collezionato oltre 246 gol in carriera diventando uno dei totem della storia della Juventus, oltre a fare le fortune di Middlesbrough, Lazio e Marsiglia. In Italia ha vinto tutto ciò che c'era da vincere con le maglie dei bianconeri e dei biancocelesti, conquistando anche una Coppa Uefa e una Champions League con la Juve, per cui segnò anche il gol in finale contro l'Ajax nel 1996. L'ospite di oggi di CalcioNapoli24.it è Fabrizio Ravanelli, attualmente opinionista e commentatore per alcune tv a pagamento. La nostra redazione lo ha contattato in esclusiva per una lunga chiacchierata sulla sua carriera e non solo...
Hai segnato 4 gol al Napoli in carriera, ai tempi della Juve come si preparavano queste sfide contro gli azzurri? Negli spogliatoi e in città c'era un'aria particolare?
"Assolutamente no, era una partita come tutte le altre. La Juventus ha sempre preparato le partite tutte nella stessa maniera. Nella Juve non c'è una partita diversa dalle altre, tutte le partite sono state preparate".
Che pensi della rivalità storica Avellino-Juve nei confronti del Napoli? Tu che hai giocato in entrambe le squadre...
"Posso dirti con sincertià che non ho mai trovato situazioni diverse, sia quando giocavo con l'Avellino che con la Juve. Mi spiego, le partite erano tutte preparate allo stesso modo, non c'era nessuna differenza se si giocava col Napoli o meno".
Del Piero, Vialli, Baggio, Inzaghi, Salas, Mancini...quale tra i tanti attaccanti con cui hai giocato ti ha più colpito?
"Sono rimasto legato con tutti quanti, ma credo che il giocatore più forte sia stato Roby Baggio. Dava sempre spettacolo, è stato un giocatore dalla classe assoluta e cristallina. E' stato quasi per tutti un mito. Un giocatore irraggiungile".
Avellino e Casertana nel giro di due anni, eppure ti è mancato il Napoli in carriera...mai nessun accenno all'azzurro?
"Ci sono state diverse possibilità per farmi vestire la maglia del Napoli. Prima che arrivasse Lippi nella stagione '94-'95, c'era stata la possibilità che io venissi al Napoli. Alla fine non se ne fece più nulla anche a causa della mia volontà di restare alla Juve, anche perché è sempre stato un mio sogno giocare nella Juve e vincere da protagonista tra i bianconeri, che sono la mia squadra del cuore".
Tu che sei una leggenda della Juve e sei così osannato dai tifosi, hai stretto legami con qualche giocatore del Napoli o con qualche tuo compagno napoletano?
"Ma sicuramente c'è la grande amicizia che mi lega con Ciro Ferrara, una persona straordinaria cheammiro tantissimo, una persona che prima di essere un grande giocatore è un grande uomo".
Non ti chiedo il perchè dell'esultanza con la maglietta tirata sopra la testa, però una cosa fa sorridere: per un po' di tempo hai lanciato una moda anche tra i ragazzi nel modo di esultare...
"E' venuta così istintiva, non c'avevo proprio pensato. Poi è diventata il mio marchio di fabbrica".
Se ti dico broncopolmonite e castello di Gouvieux nel 1998, cosa ti viene in mente?
"Quando sono stato escluso dai Mondiali di Francia...Credo che quello sia uno dei ricordi più amari che io ho avuto nella mia carriera, ma bisogna saper accettare tutto nella vita. Fu un momento difficile, anche i momenti difficili servono a far crescere".
E' stata una delle delusioni più grandi della carriera non partecipare a quella competizione? Cosa ricordi di quei giorni?
"E' stato un momento difficile che riuscii a superare con le mie forze. Tutti devono superare cose così se si vuole fare il calciatore. I momenti difficili sono quelli che, onestamente, servono di più".
Vinci la Champions, segni in finale e subito dopo...vai in Premier al Middlesbrough, e a fine anno retrocedi: perchè una scelta del genere?
"Avevo partecipato gli Europei nel '96 in Inghilterra, li ho visto un paese che era così affascinante e fantastico. Per cui decisi di andare a giocare lì, e tra l'altro c'avevo visto bene, il calcio d'oltremanica è diventato il migliore del mondo, poi è andata a finire come è andata a finire, ma le mie prestazioni in quella squadra sono state ottime. Il mio esordio è stato eletto come miglior esordio della storia in Premier, con la mia tripletta al Liverpool. Feci 34 gol, in 120 anni di storia nessuno ha fatto tanti gol nel Middlesbrough".
E come mai la decisione di passare al Dundee in Scozia nell'estate 2003?
"Andai in Scozia perché lì c'è sempre stato un calcio che mi ha appassionato e mi attirava. Ho provato questa esperienza e devo dire che è stata un'esperienza importante. Sono stati due mesi che mi hanno formato. E' durato poco ma ne è valsa la pena".
Come nasce il Fabrizio Ravanelli allenatore che nel 2013 accetta l'offerta dell'Ajaccio in Ligue 1? Cosa non andò?
"C'era una società che io forse avevo dato troppo per scontato che fosse sana, ma fare il calcio in Corsica è davvero dura. Ho pagato le conseguenze. Anche quell'esperienza mi ha formato, poi è logico, io voglio fare l'allenatore e quindi adesso sto aspettando l'occasione giusta per rilanciarmi".
In che modo viveste il pomeriggio in cui vinceste lo scudetto grazie alla sconfitta della Juventus a Perugia? Voi vinceste facilmente, e poi doveste aspettare un bel po'...
"Una grande soddisfazione, vincere un campionato è sempre molto bello. Nonostante io sia uno juventino dentro, in quel momento ero un giocatore della Lazio. Fu una grandissima gioia che il Perugia, squadra della mia città natale, e la Juve, squadra del mio cuore, siano state partecipi indirette della mia gioia".
Nel 2013 partecipasti ad una gara di ciclismo amatoriale a Pinerolo: un'altra passione?
"E' una mia grande passione, continuo a praticarlo anche oggi quando ho tempo libero".
A chi potremmo paragonare Juventus e Napoli nel mondo del ciclismo?
"La Juve potrebbe essere il Froome del Tour de France...".
Una curiosità: penna bianca, ma a quanti anni ti sono venuti i capelli bianchi?
"Eh...(ride ndr.). Dai 17-18 anni avevo già i alcuni capelli bianchi, poi sono diventati anche questi il mio marchio di fabbrica".
Juve-Barcellona, chi è la favorita per passare il turno?
"Credo che la Juventus, mai come quest'anno, abbia tutte le carte in regola per passare il turno e volare in semifinale".
Cosa pensi di Zeman? Fu lui a lanciare l'accusa di abuso di farmaci nel calcio, e tra i tanti calciatori chiamati a testimoniare c'eri anche tu...
"Non mi va di parlarne, ma io non ho mai preso niente. Se Zeman avrà detto alcune cose, io rispetto le sue idee. Ma alla Juventus nessuno ha mai fatto uso di sostanze proibite".
All'Ajaccio ti indignasti parecchio per altre accuse che furono mosse contro di te e il tuo staff in merito ad alcuni integratori...
"Si mi indignai perchè era una cosa che non apparteneva assolutamente a noi. C'era il nostro nutrizionista che forniva un aiuto alimentare ai giocatori, tutte cose che si possono comprare al supermercato o in negozi specializzati. Si trattava di un professionista serio tra l'altro, Fabrizio Angelini, nutrizionista anche della Roma e del Siena e dell'Empoli. Io mi indignai perché tirarono fuori una situazione che non esisteva. Forse volevano colpire l'Ajaccio, squadra della Corsica, non ben vista in Francia".
Tornando all'attualità: doppia sfida Napoli-Juve, un pronostico?
"Sarà una sfida dura per i bianconeri, è una gara aperta a qualsiasi risultato. La Juve dovrà stare molto attenta e fare una grande partita. Sarà una partita davvero delicata per la squadra di Allegri, troverà un Napoli aggueritissimo".
Il fatto che si giochino due gare in due competizioni diverse in pochi giorni, può destabilizzare qualcuno?
"No assolutamente, non destabilizza nessuno. Saranno due partite in cui entrambi vorranno dare il meglio e da gustare dal divano. Anche se mi sarebbe piaciuto essere in campo...(ride ndr.)".
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