
ESCLUSIVA - Robbiati: "Via da Napoli per 'colpa' di Moriero. 'Spadino' lo inventò Stroppa. Tutto su Edmundo e le sue 'marachelle'. Io come Bernardeschi e Mertens. Rimpiango Ronaldo il Fenomeno"
di Fabio Cannavo
Un passato glorioso con la maglia viola della Fiorentina e tanti gol in Serie A. Una breve esperienza a Napoli, durata solo un anno, poi il passaggio all'Inter. Fiorentina-Napoli, domenica sera. La redazione di CalcioNapoli24, ha intervistato, in esclusiva, Anselmo Robbiati, detto 'Spadino'.
Dal 1993 al '99 a Firenze. Tanti allenamenti con Gabriel Omar Batistuta. Cosa ti ha insegnato il grande bomber argentino? "Da lui ho imparato l'umiltà e la voglia di crescere, sempre. Ricordo che a fine allenamento lui continuava a correre, grande esempio, dentro e fuori dal campo, era un trascinatore esemplare. Peccato non sia mai arrivato a vincere il Pallone d'Oro, il problema è che non ha mai vinto nulla di importante, peccato..."
La stagione '98/'99 vi ha visti protagonisti. Siete arrivati al terzo posto in Serie A con Trapattoni in panchina. Poi....Batistuta s'infortunò, Edmundo partì per il carnevale di Rio e sfumò il sogno scudetto. "Sì, Batistuta s'infortunò la domenica che partì Edmundo per Rio. Tutti, dall'allenatore ai dirigenti, provarono a convincerlo a restare per la delicata fase della stagione, ma il brasiliano non ne volle sapere e andò via. Secondo me non vincemmo lo scudetto perchè nel girone di ritorno non facemmo un granchè bene, anzi. Venne meno la condizione fisica e lasciammo un sacco di punti per strada".
O' Animale, Edmundo, che persona era? "Aveva un carattere molto particolare, difficile da gestire, indubbiamente. Trapattoni ci riuscì alla grande, ma il brasiliano aveva un caratterino molto forte".
Tipo? Raccontaci qualche 'marachella' che non è mai uscita fuori... "Ce ne sono tantissime, ma ne ricordo una in particolare. Dovevamo giocare ad Empoli la domenica sera e la mattina stessa facevamo la rifinitura prima di partire. Appuntamento alle 9.00 in pullman, c'erano tutti, mancava solo Edmundo. Trapattoni fece l'elenco, poi commissionò il massaggiatore di andarlo a chiamare. Tornò dicendo che Edmundo gli aveva detto: 'Non mi va di venire, dì al mister che ci vediamo stasera. Voglio restare a letto a dormire ancora'. Il Trap prima si arabbiò, poi condusse l'allenamento senza fare una piega. La sera eravamo negli spogliatoi, c'era anche Edmundo. Trapattoni comunicò la formazione titolare ed il brasiliano c'era. Andò in campo e vincemmo 2 a 0. Lui fece un goal straordinario, con lo 'scavino'. Per farvi capire un po' che personaggio era..."
Chi ha coniato il tuo soprannome 'Spadino'. Quando nacque? "E' dovuto al noto telefilm americano 'Happy Day'. Ero giovanissimo, giocavo nel Monza e con me c'era Giovanni Stroppa. Un giorno arrivò, mi vide con un giubbotto stretto di pelle e mi etichettò così: Spadino, come il cugino di Fonzie in Happy Days. Pensavo che col tempo, cambiando squadra, l'avrei perso. Invece i vari giornalisti hanno sempre continuato a chiamarmi così".
Anche a Firenze ti sei confrontato con calciatori importantissimi, da Batistuta a Rui Costa, passando per Oliveira. Cosa si provava ad essere 'quello che entra dalla panchina'? Anche Mertens a Napoli sta vivendo una situazione simile. "Nel calcio di oggi è importante avere calciatori del genere, che entrano a gara in corso e diventano devastanti. Mertens è un grandissimo campione, meriterebbe di giocare sempre, ma può continuare a ritagliarsi spazi anche durante le partite. Bisogna avere un carattere forte per non deprimersi. Io quando entravo dalla panchina facevo goal ed assist, poi la settimana seguente mi ritrovavo ancora in panca e mi chiedevo: 'Perchè sempre io?'. Poi col tempo ho capito che ogni allenatore ha le proprie preferenze e deve fare delle scelte".
A Napoli arrivasti nel 1999. Chi fu a contattarti per primo? "Il Napoli direttamente, poi mi chiamò il mister Novellino in persona e da lì nacque la trattativa. A Firenze mi dissero che avrebbero puntato su altri nomi ed io scelsi il Napoli. Non fu una stagione esaltante sotto il profilo personale, ma facemmo una cavalcata verso la A incredibile e alla fine venimmo promossi nella massima serie".
Gli aspetti negativi di quell'esperienza? "La piazza criticava la società, c'erano grossi problemi, ma alla fine ne uscimmo a testa alta".
Due gol in campionato, entrambi alla Ternana, nello stesso giorno. Come vivesti la settimana successiva da eroe? "(Sorride ndr.) In fondo furono gli unici due gol che segnai a Napoli, oltre a quello al Bari in coppa. La città di Napoli mi ha sempre sostenuto, non mi andava mai contro. Le aspettative erano tante e noi non riuscivamo a stupire. Io giocai quattro o cinque partite di fila e mi guadagnai lo spazio in squadra. Ci tenevo a restare un altro anno, in Serie A, per dimostrare chi fosse realmente Robbiati, poi la società voleva Moriero a tutti costi e impostò lo scambio con l'Inter, per cui passai in neroazzurro".
La tifoseria del Napoli, calda e passionale. Ma se volessimo trovarle un difetto? "Come succede in ogni grande piazza non c'è equilibrio. O sei bravo bravo o non sei nessuno".
A Napoli, con te, c'erano due portieri, Bandieri e il giovane Coppola. Chi meritava il posto in squadra? Si vociferava che ci fosse un rapporto stretto tra Novellino e lo stesso Bandieri,dovuto al fidanzamento tra il calciatore e la figlia del tecnico. Vero? "Non lo so, sinceramente, ma di certo Bandieri era un uomo di Novellino, l'ha portato lui, stavano insieme a Venezia. Non conosco i rapporti che c'erano tra la figlia di Novellino e Bandieri, ma so per certo che giocava Alessio perchè Coppola era ancora giovane".
Il tuo cartellino è appartenuto anche all'Inter. Tra i vari Recoba, Ronaldo, Zamorano e Vieri non sarà stato facile trovare spazio..."Beh, in effetti, ho svolto solo gli allenamenti con l'Inter. Nonostante ciò penso sia stata una favolosa esperienza. Ho vissuto il top in ogni settore. Mi sono allenato con gente del calibro di Zanetti, Jugovic e Blanc, ma purtroppo non ho mai avuto modo di farlo con Ronaldo. Il Fenomeno s'infortunò al ginocchio e quando io ero a Milano non ci siamo mai allenati insieme".
Ad oggi sei il direttore generale della Valdarno Football Club. Che farà Robbiati da grande? "Gestisco questo insieme di scuole calcio da tre anni e vi assicuro che è bellissimo. Abbiamo 320 ragazzi iscritti, stupendo lavorare coi giovani. Da grande non so cosa farò...ho ancora qualche dubbio".
E se volessi consigliare un giovane ragazzo al Napoli? "Ce ne sono tantissimi, ma voglio parlare di Alessandro Renzi, classe 2004 che abbiamo ceduto a settembre all'Empoli. Ne sentirete parlare".
Hai mai visto un calciatore attuale e pensare 'Cavolo, questo mi somiglia'? "(Sorride nrd.) Dicono che Bernardeschi mi somigli, io invece dico che lui diventerà molto più forte di Robbiati. A vent'anni è già nel giro della nazionale ed è un calciatore importante per la viola".
Fiorentina-Napoli, un pronostico. Risultato secco. "Dai non farmelo fare..."
Sappiamo che ce l'hai pronto..."Ok, finirà 2 a 2. Segneranno Babacar e rientrerà Gomez con gol. Per il Napoli Hamsik e Mertens".
Montella in futuro sulla panchina del Napoli. "Sì, ci può stare. Dopo tre anni a Firenze è giusto che faccia il salto di qualità e Napoli sembrerebbe la piazza ideale per Vincenzo".
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