ESCLUSIVA - Sales sugli ultras: "Ogni violenza è domabile, ma De Laurentiis ha le mani legate: il vero problema è un altro"

10.09.2015
18:00
Marco Galiero

di Marco Galiero - Twitter: @GalieroM

Lo stadio è il teatro degli sportivi, una struttura in cui migliaia di persone si riuniscono per condividere emozioni. A Napoli no. O almeno non per tutti è così. C'è una piccola parte di tifosi che si abbona, va allo stadio e tifa Napoli. Poi, c'è una parte di persone che invece va allo stadio per imporre l'emblema del proprio gruppo, o meglio, del proprio clan come dominatore sugli altri e, in qualche caso, come egemone. A Napoli, la camorra prende parte anche alla vita sugli spalti e approfitta per accoltellare, ferire, uccidere tra un tempo e l'altro. A tal proposito, la nostra redazione ha contattato l'attuale professore dell'Università Suor Orsola Benincasa di Napoli, della facolta di Scienza della Comunicazione, Isaia Sales, da sempre impegnato alla lotta alla camorra. Ecco quanto riferito in esclusiva ai microfoni di CalcioNapoli24:

Lo stadio San Paolo è luogo di guerra tra clan? “Prima era solo luogo di violenza, ma ora qualcosa è cambiato. Adesso sembra una violenza che ha sempre più a che fare coi clan camorristici. E’ vero, tutti gli stadi sono caratterizzati da continui episodi di aggressioni spesso gratuite, ma a Napoli è diverso. La camorra sa che la violenza è un buon viatico, per questo la sfruttano ovunque e comunque”. 

Allo stadio, come fa un clan ad imporsi su un altro? “Vince chi fa la voce più grossa. Chi si mostra più spavaldo, più violento. La regolamentazione della violenza non è più parte del patrimonio della camorra. Nelle altre mafie, la violenza è solo uno dei tanti modi per regolare questioni. A Napoli è l’unico”. 

Come si fa a definire di matrice camorristica la violenza sugli stadi?  “Quando c’è violenza, è difficile distinguere se è una violenza camorristica o da tifoso. A Napoli, il confine tra violenza normale e criminalità camorristica è molto labile. In questa città c’è un miscuglio totale tra le diverse attività illecite, la camorra mette le mani su tutto. Beato chi riesce a definire bene le due cose. Una volta che vedono che la violenza funziona, la sfruttano in ogni ambiente, c’è poco da fare. Il calcio è un luogo di socialità, perfetto per mostrare chi comanda, ecco perché i camorristi vanno allo stadio”.

Cosa dovrebbe fare un imprenditore come De Laurentiis per trasmettere sicurezza alle famiglie e convincerle ad andare allo stadio? “De Laurentiis non può far nulla, ha le mani legate. Spetta allo Stato fare la voce grossa e imporsi, come fece l’Inghilterra con gli ‘Hooligans’. Ogni violenza è domabile, all’interno di un luogo chiuso soprattutto. In luoghi aperti posso comprendere che la violenza sia poco controllabile, ma allo stadio no. Se non fanno rispettare le leggi, allora c’è qualche problema. C’è qualche problema nelle istituzioni”.

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