ESCLUSIVA - Sconcerti: "Confermo una voce su Edmundo! A Napoli si ragiona coi soldi altrui. Prima o poi Montella in azzurro. Polemiche su Sky? Nessuno mi ha mai detto che domande fare..."

29.04.2014
21:02
Fabio Cannavo

di Fabio Cannavo

Da dove partiamo? Giornalista, ma non solo. Scrittore, conduttore televisivo e perfino direttore generale di un noto club di Serie A. Mica male come curriculum, o almeno, il nostro ospite di oggi, è entrato di diritto nelle preferenze di tanti appassionati di calcio. Mario Sconcerti, uomo di cultura, non solo calcistica, ma allargata a tanti altri campi. Tifoso della Fiorentina, in passato fece anche parte della dirigenza dei viola (stagione 2000/01), ma ad oggi è il conduttore di ‘Terzo Tempo’, una delle trasmissioni più seguita tra i palcoscenici di Sky. La finale di Coppa Italia è alle porte. Napoli e Fiorentina sono pronte a giocarsi una fetta di stagione. La redazione di Calcionapoli24, ha intervistato, per voi, in esclusiva, il Dottor Mario Sconcerti. 

Direttore generale della Fiorentina nel 2000. E’ vero che non andava d’accordo con Antognoni? Si vocifera di una ‘lite’… “Sì, accadde che Antognoni non accettò l’esonero dell’allenatore dell’epoca, Fatih Terim, che tra l’altro fu deciso dalla società e non da me. Per qualche giorno tenni le mie dimissioni in tasca, ma dovevo prima cercare un altro allenatore. Avemmo uno scambio di idee sulle situazioni che vigevano a Firenze in quel momento, ma diciamo che ci siamo chiariti”.

Anche lei, in qualità di tifoso viola, ha vissuto il fallimento. Ci spiega com’è stato possibile che Fiorentina e Napoli siano scese in C, mentre la Lazio non ha ricevuto lo stesso trattamento? “Erano epoche diverse. Sinceramente non mi ricordo, ma ad esempio la Fiorentina scese in C2, mentre il Napoli in C1. Più sono stati frequenti i fallimenti e più il sistema calcio ha pensato di difendere le società”.

Edmundo, l’avrà conosciuto sicuramente meglio di noi. Che personaggio è stato? Si racconta che quando la Fiorentina lottava per lo scudetto, lui a febbraio sparì per andare a Rio, a fare il Carnevale. Vero? “Sì, è verissimo. Quel periodo, tra l’altro, coincise con l’infortunio di Batistuta. Fummo in testa l campionato per cinque mesi, e improvvisamente ci trovammo senza attaccanti. Edmundo sosteneva che questa cosa del calendario fosse inserita nel contratto, ma in ogni caso non scelse di rifiutarla in un momento così delicato”.

Cosa non le piace dei tifosi napoletani e cosa, invece, l’attira? “La conosco poco come tifoseria. Conosco la città. Mi piace molto, mi ci trovo sempre bene. La trovo, come un po’ Firenze, che dimentica in fretta i problemi che si hanno nel calcio e pretende subito molto. La gente usa il calcio per divertimento ed è giusto che sia così”.

Conte, Montella e Benitez, me li elenca in classifica dal primo al terzo, secondo le sue preferenze? “Conte primo, Benitez secondo e Montella terzo. Montella non ha ancora vinto e non è poco. Certamente mi piace come allenatore, ma per arrivare a quei livelli deve portare qualche trofeo a casa”.

Preferisce il Napoli di Benitez o ricorda con più piacere quello firmato Walter Mazzarri? “Sono due squadre molto diverse. Questo di Benitez è pensato per vincere, quello di Mazzarri era pensato per rendere al massimo, ma non aveva l’obbligo della vittoria. Quando è diventato obbligatorio vincere è andato via e serviva un allenatore abituato a gestire situazioni di livello più alto”.

Koulibaly e Gonalons, sono i nomi che più circolano sui giornali per ciò che riguarda il mercato del Napoli. Sono i ‘pezzi da 90’ che ha chiesto Benitez? “Koulibaly non lo conosco bene, è esplosivo, ma il fisico  ce l’hanno tutti. Il calcio belga è simile a quello italiano. Gonalons mi piace e può essere molto utile accanto a Inler. Se questo serve a fare un salto di qualità di una ventina di punti non lo so, ma non credo proprio”.

E lei, invece, crede alle voci su Mascherano e i continui contatti con Benitez? Secondo lei, la società del Napoli sarà capace di regalare altri top player alla tifoseria? “Mi sembra l’abbiano già fatto. E’ arrivato Higuain. Uno dei problemi di Napoli è che si ragiona coi soldi degli altri. Napoli pretende molto da De Laurentiis e adesso bisognerà vedere se il presidente sarà all’altezza. Mi farebbe piacere che anche Napoli si ricordasse che con De Laurentiis ha fatto tanto. Poi se si cerca l‘arabo di turno…”

Montella e il suo ‘amore’ per Napoli e per il Napoli. E’ un matrimonio che, prima o poi, secondo lei si farà? C’è qualche speranza? "Penso proprio di sì, sarebbe una storia che rientra nella normalità. E’ giovane, allenerà per altri vent’anni almeno e probabilmente un giorno riuscirà a sedere sulla panchina azzurra”

Spesso, la tv di Sky è stata criticata per qualche domanda poco piacevole, anzi scomoda, ai calciatori del Napoli (Mertens l’ultimo) o allo stesso Benitez. Come mai, secondo lei, questo trattamento viene fatto solo agli azzurri? Innanzitutto crede o non crede a questa storia? “Sinceramente a me nessuno ha mai detto che tipo di domande dovevo fare. Tutte le tifoserie abbiano alzato l’attenzione su questa discussione, non riguarda solo i napoletani. E’ una sciocchezza straordinaria. Non si capisce quale venditore, e in questo caso Sky, dovrebbe fare in modo da risultare antipatica al proprio cliente. E’ più un problema delle tifoserie. Tutti pensano che le televisioni non sono a favore della propria squadra. Magari c’è chi ha delle simpatie o antipatie personali, ma secondo me è sempre giusto esprimerle con garbo”.

De Laurentiis o Della Valle? “Mi dispiace, ma la classifica dei ricchi non può appartenermi (sorride)”.

Gomez o Higuain? “Higuain sempre e comunque. Non c’entra l’infortunio di Gomez, avrei detto lo stesso anche a luglio scorso”.

Batistuta o Cavani? “Cavani deve camminare e tanto per diventare come Batistuta. E’ il centravanti che ha segnato più gol nella storia del suo paese. Scherziamo?”

E Insigne? La tifoseria è spaccata in due. C’è chi si aspettava qualcosa in più dallo ‘scugnizzo’, poi c’è chi crede ancora tanto nelle sue qualità. Lei da che parte si schiera? “Insigne diventerà un giocatore completo quando imparerà ad arrivare sul fondo anziché rientrare sempre al centro. Adesso è uno straordinario giocatore che fa il facile, quando farà il difficile potremmo definirlo in altro modo”. 

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