ESCLUSIVA - Tifosi del Napoli aggrediti a Varsavia da hooligans del Dnipro. Ecco i fatti

29.05.2015
13:30
Fabio Cannavo

di Fabio Cannavo (Twitter: @CalcioNapoli24)

Erano andati a Varsavia prenotando il soggiorno in netto anticipo, sperando che quel 27 maggio ci fosse stato il Napoli in finale. Un po’ come hanno fatto in tanti insomma. Però loro, quattro ragazzi napoletani di circa 30 anni, avevano bruciato la ‘concorrenza’ bloccando il volo per Varsavia addirittura nel mese di febbraio, quando il destino del Napoli era ancora da scrivere. Non solo. Prima il volo aereo, poi l’albergo, poi hanno partecipato all’estrazione dei biglietti Uefa per la finale. Li hanno vinti, e con soli 60 euro si sono assicurati tagliandi che all’epoca avevano ancora poco valore. Ma da Napoli-Wolfsburg i quattro tifosi azzurri non facevano che pensare a quella finale tanto desiderata. Il Napoli esce in semifinale contro il Dnipro, ma i quattro amici decidono di raggiungere Varsavia a scopo turistico, andando poi a ‘godersi’ la finale anche se non da tifosi, ma da appassionati di calcio. Mercoledì sera si recano allo stadio divisi in due gruppi poiché avevano biglietti per settori diversi, si rincontrano dopo il match e decidono di andare a mangiare qualcosa in centro. La città era piena, tra turisti e tifosi di Dnipro e Siviglia. Durante la ricerca di un pub dove bere qualcosa, però, i ragazzi napoletani si allontanano dal centro e vengono avvicinati da sei persone di alta stazza, qualcuno era senza maglia (e caldo non faceva), tutti rasati. Uno di loro strappa dalle mani di un ragazzo una busta contenente una sciarpa dell’evento (una di quelle Siviglia-Dnipro) e altri souvenir, gettandola a terra. Notando i colori del Siviglia sulla sciarpa iniziano a provocarli quasi al fine di picchiarli pensando fossero tifosi spagnoli del Siviglia. Erano ucraini, sei hooligans del Dnipro. I ragazzi napoletani scappano, tre si dileguano, l’altro si rifugia in un parco adiacente a questa grossa strada. Tre di questi hooligans lo inseguono, lo acciuffano e lo buttano a terra. Lo bloccano e gli chiedono di mostrargli la sciarpa e la maglietta che indossava. Lo perquisiscono nella vana ricerca di trovare gadget del Siviglia. L’’accento’italiano li confondeva. Il ragazzo napoletano prova a spiegare che è un turista e col calcio c’entrava nulla. I tre ucraini, solo dopo essersi assicurati sulla fede calcistica del ragazzo, lo lasciano andare, tornando alla ricerca di qualche spagnolo. Ogni mondo è paese. 

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