Le parole in esclusiva di Toledo
Le parole in esclusiva di Toledo

ESCLUSIVA - Toledo: "Ho lasciato troppo presto Napoli, avevo problemi con l'allenatore: io faccio parlare il campo. Il 7? Cavani di un altro pianeta, Callejon il top"

15.09.2017
20:40
Ciro Novellino

di Ciro Novellino

A Napoli è rimasto poco, non è riuscito ad esprimersi al meglio per problemi sul quale preferisce sorvolare. Oggi all'Agropoli, la Campania gli è entrata nel cuore, la città di Napoli anche, Robson Machado Toledo è stato raggiunto dalla redazione di CalcioNapoli24 e queste sono le sue dichiarazioni:

Tanti anni in Italia, prima dell'approdo a Napoli il Catanzaro. Buone prestazioni, l'acquisto del cartellino da parte dell'Udinese e poi l'azzurro. Un'occasione da non perdere, anche perchè ti conoscevano per la percentuale alta di media che ti rendeva in un videogioco calciatore da avere in rosa...

“Una cosa simpatica, ma anche strana. Bello sapere che la gente ti riconosce anche attraverso un videogioco. Una cosa positiva".

Avvio di campionato, il gol anche nel 3-3 al Cittadella. Mi racconti quell'emozione? Il San Paolo esplose...

“Per me è stata un'emzoione fortissima, anche solo il fatto di aver giocato su un campo come quello. In Brasile si parla di Napoli, Juventus, Milan e Inter e per me è stato un grande onore vestire quella maglia. Una possibilità che non capita tutti i giorni: far parte di una squadra che ha una storia alle spalle gloriosa che parla da sola, è unico. Un'emozione fortissima. Poi ho fatto gol..."

Sono state 11 in totale le presenze, poi la cessione. Cosa è accaduto? Pensi di essere stato trattato male da qualcuno?

“La cessione è arrivata dopo un accordo tra me e società, però sono discorsi ormai lontani. Voglio pensare ad oggi e alle cose belle che ho fatto in quel periodo a Napoli".

Possiamo però dire che con Ventura hai avuto qualche problema...

“Il rapporto tra me e società era positivo: il problema era tra me e il mister ma non voglio commentare quelle cose. E' passato troppo tempo. Non vorrei dire cose spiacevoli. Non sarebbe corretto".

Era un Napoli rinato dalle ceneri del precedente. Difficoltà iniziali nel ritiro, ma avresti mai pensato che De Laurentiis sarebbe riuscito nell'intento di portare la squadra così in alto?

“Lo credevo, è arrivato con mille ambizioni positive. Modo di fare concreto e non poteva essere diversamente. In quel periodo ha dato la società in mano a persone in grado di saper gestire una situazione del genere e per questo ha fatto bene".

Sosa, Fontana, Calaiò, Pià e via via tutti, con chi hai legato di più?

“Con i compagni mi sono trovato non bene, benissimo. L'unica crepa è stata tra me e l'allenatore, però niente di più".

Il tuo 7 passato a Cavani e ora a Callejon...

“Loro sono i giocatori tra i più forti e adatti a portare quella maglia e ad onorarla. Dobbiamo applaudire questi due fortissimi calciatori. Sono convinto che Cavani è di un altro pianeta, così come Callejon in questo momento dà un grande contributo".

Avevi un soprannome? Ci riveli qualche retroscena? Sei stato a Napoli un calciatore funambolico, che piaceva alla gente. Ti paragonavano a Beto...

“Non avevo un soprannome, mi chiamavano Toledo. Sono un giocatore che ha sempre fatto parlare il campo. Sapere che la gente di Napoli si ricorda di me è una sensazione bellissima. Un'esperienza che terrò sempre stretta e dentro di me. Positiva, ringrazio tutti per quello che mi è stato dato".

E del Napoli di oggi cosa mi dici?

“E' forte, non posso dire diversamente. Con un po' più di fortuna si possono raggiungere traguardi importanti e trofei".

Parli di traguardi da raggiungere: si può provare a vincere lo scudetto?

“Proprio quello. La gente di Napoli lo merita".

Come va all'Agropoli?

“Il mio presente è positivo. Sono arrivato qui con entusiasmo. La società sta facendo bene il suo lavoro: ho sposato questo il progetto e spero di portare avanti con idea giusta e positività, cosa che fanno la differenza, questo cammino. A prescindere dalla categoria, mi metto a disposizione dei compagni e dell'allenatore".

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