ESCLUSIVA - Vasari: "Zamparini mi chiamava Gasbarroni! Sfumò il passaggio al Napoli per problemi societari. Cellino? Uno attaccato ai soldi. A O'Neill piaceva mangiare...e bere!"

27.01.2017
17:00
Fabio Cannavo

di Fabio Cannavo (Twitter: @CannavoFabio)

Palermitano doc, dalla testa alla punta dei piedi. Gaetano Vasari è l'ospite della settimana di CalcioNapoli24.it. L'ex attaccante del Palermo, del Cagliari e della Sampdoria, ci ha raccontato del suo rapporto con Zamparini, del suo compagno Francesco Flachi e del suo futuro da imprenditore. 

Cosa fa Tanino Vasari oggi? "Sono imprenditore, ho un panificio-pizzeria. Gestisco questa azienda familiare anche per dare un futuro ai miei figli".

Come mai non hai pensato di restare nel mondo del calcio? "Mi sarebbe piaciuto, ma non ne ho avuto l'opportunità. Zamparini non vuole palermitani in società. Oggi come oggi non c'è lavoro ed ho pensato di fare l'imprenditore per aiutare anche i miei figli".

A Palermo hai avuto modo di giocare con Giampaolo Saurini, attuale allenatore della Primavera del Napoli. Che attaccante era? "Era un buon attaccante, bravo di testa, un opportunista. Fece diciassette goal in quella stagione. Bravo ragazzo decisamente, ma ricordo che era molto riservato". 

O'Neill, Muzzi, Dario Silva. Come si ambientò Vasari in quel Cagliari allenato da Giampiero Ventura? "Con O'Neill, Muzzi e Dario Silva ci ho giocato in B ed erano sprecati per la categoria. Era difficile trovare spazio con quegli attaccanti, ma Ventura mi vedeva di buon occhio e mi faceva giocare spessissimo".

Che personaggio è il presidente Cellino? "Un personaggio particolare, una persona molto tirata sui soldi. Uno che ci sapeva fare, ma il Cagliari è merito suo. Non ho mai avuto problemi con lui. Siamo andati dalla B in A, avevo un buonissimo rapporto con lui". 

A Genova hai giocato con Francesco Flachi, personaggio fuori dalle righe si racconta. Vero? "Flachi era un talento, poteva tranquillamente giocare in qualche squadra più importante. Flachi ne ha combinate di cotte e crude, ma tecnicamente non aveva nulla da invidiare a Baggio e Del Piero. Peccato".

Ricordi il primo German Denis? Arrivò giovanissimo in quel Cesena dove c'eri anche tu. "Sì, era un ragazzino, molto giovane. Si vedeva che aveva delle grosse potenzialità".

E del presidente Zamparini che ci racconti? Mai avuto una diatriba con lui? "L'ho avuto un anno, nel 2005 quando andammo in A col Palermo, per me fu il coronamento di un sogno salire in Serie A. Lo vidi tre o quattro volte. E' molto strano, è un padre padrone. Ricordo che mi chiamava Gasbarroni, a Corini lo chiamava Mutarelli (ride ndr.). Non ci conosceva nemmeno".

Nel 2004 distruggeste il campionato di B col Palermo. Che squadrone aveva Guidolin.. "C'era Zauli, Corini, Toni. I fratelli Filippini, c'era Grosso. Andavamo fuori casa e mettevamo paura a chiunque".

A chi senti di ringraziare per la tua splendida carriera calcistica? "Due persone che per me sono stati importanti: Arcoleo perchè mi ha preso dalla strada e mi portò in C2 al Trapani e mi ha cresciuto. ventura a Cagliari mi ha completato come uomo e calciatore. Devo tanto ad entrambi".

Mai stato vicino a Napoli? Se sì ci racconti quando? "Sì, l'anno in cui passai alla Sampdoria, mi cercò il Napoli in A, ma non se ne fece più nulla per problemi societari. Mi avrebbe molto piacere vestire l'azzurro".

Saresti il perfetto vice Callejon, ci hai mai pensato? "Paragonarmi a Celajon è un onore, un grandissimo giocatore veramente".

Il Palermo ce la farà quest'anno a salvarsi? "Mi sembra un po' difficile, undici punti da recuperare sono tanti. Zamparini vende ancora calciatori importanti come Quaison. Recuperare undici punti non sarà semplice". 

Il calciatore più forte con cui tu abbia giocato. "Flachi, Muzzi, ma quello che mi impressionava di più era O'Neill. Peccato, era uno a cui piaceva..."

Mangiare..."Ma anche bere!".

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