ESCLUSIVA - Viviani: "Tutto su Allan. Pronto per Napoli, non ha paura di niente. No di Reja a De Laurentiis, vi spiego"
di Pasquale Cacciola - twitter: @PE_Bahia
"Con il Napoli abbiamo da sempre un grande rapporto e per Allan ci sono stati contatti diretti fra i due presidenti, ne stanno parlando. Potrebbe anche rimanere qui, ma con l’Udinese se c’è volontà di portare a termine un affare la soluzione si trova sempre". Cristiano Giaretta, diesse dell'Udinese, 10 giugno 2015.
Un'apertura importante, significativa. Allan Marques Loureiro, un pitbull brasiliano per il Napoli. Un vecchio pallino della società, una delle principali rivelazioni del campionato italiano. Dinamico e inesauribile, rappresenta l'identikit perfetto per la filosofia del presidente De Laurentiis: giovane, talentuoso e soprattutto prospettico. Un affare assicurato. Per saperne di più sul giocatore, la redazione di CalcioNapoli24.it ha contattato in esclusiva Fabio Viviani. Attualmente collaboratore di Giuseppe Iachini al Palermo, l'ex vice tecnico azzurro ha allenato il centrocampista carioca due anni a Udine come secondo di Guidolin:
"E' innanzitutto un ragazzo eccezionale. Molto applicato in allenamento, ha una grande volontà ma soprattutto è sempre disponibile e sorridente. Non vuole perdere mai, quando entra in campo si trasforma e diventa un giocatore di carattere e temperamento. Ha poi delle qualità tecniche importanti che tutti abbiamo visto. E' stato straordinario sin dal primo giorno, si mise a totale disposizione del mister pur non conoscendo la lingua e avendo difficoltà nel comunicare. Grazie alla grande forza di volontà e all'aiuto di alcuni compagni che parlavano la sua stessa lingua, si è inserito immediatamente e ha poi fatto ottime stagioni".
Cosa l'ha più sorpresa dal punto di vista umano e tecnico?
"Dal punto di vista umano, la grande capacità di inserirsi in un ambiente totalmente diverso. Lui già giocava partite importantissime davanti a tante gente in Brasile, ma arrivare a Udine a tantissimi km di distanza non è semplice. Con serenità si è inserito in un contesto nuovo e a metodologie di lavoro differenti, anche all'intensità e numero di allenamenti quotidiani. Dal punto di vista tecnico invece, è impressionante la quantità di palloni che tocca. In questa stagione è migliorato anche in termini di palloni persi che era un po' la sua pecca, aveva margini di miglioramenti importanti e ne ha tutt'ora. E' una mezz'ala a cui piace toccare palloni, deve solo migliorare sulle seconde palle".
Lo considera pronto per il grande salto in una piazza come Napoli?
"Sì, quattro stagioni fa giocava davanti a grandi platee in Brasile. Non ha paura di niente, non credo avrebbe problemi con le pressioni di Napoli. Vive una vita tranquilla con la sua famiglia, ha due figli bellissimi. Poi in campo si trasforma e diventa quell'atleta che vediamo. Ottimo dal punto di vista disciplinare, Udine aiuta molto in questo. Poi vive benissimo lo spogliatoio, si vede con i compagni anche fuori dal campo".
Quale è stato il “segreto” per questo exploit?
"Sicuramente la grande capacità di adattamento a situazioni diverse, anche con Guidolin a volte veniva testato da giocatore più esterno e altre come interno. Adesso si sta evolvendo in una mezz'ala di inserimento. Questa duttilità e questo spirito di sacrificio si sposano benissimo con le sue caratteristiche fisiche".
Di un eventuale ritorno di Reja nelle vesti di dirigente invece cosa ne pensa?
"Credo che non gli piaccia, in questi 5-6 anni è stato spesso avvicinato dal presidente De Laurentiis ma ha sempre trovato e scelto nel contempo la possibilità di rimanere sul campo. Anche quest'anno c'è stato l'ennesimo tentativo, ma lui ha un contratto con l'Atalanta e ha preferito restare in panchina. Ama tantissimo stare sul campo".
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