
Ferrari a CN24: "Sarri è innamorato di Napoli. Andrà d'accordo con De Laurentiis: si accontenta di ciò che gli viene dato, senza lamentarsi. All'Arezzo prese il posto di Conte..."
di Marco Galiero
Twitter: @GalieroM
Con l'approdo di Maurizio Sarri sulla panchina del Napoli, tanta è la curiosità sulle esperienze passate del mister e sui progetti futuri. La nostra redazione ha contattato in esclusiva il direttore di Allenatore.net, Fabrizio Ferrari, che del tecnico toscano conosce davvero vita, morte e miracoli. Ecco quando dichiarato dal collega ai microfoni di CalcioNapoli24.it:
Conoscendo Sarri, resterà fermo sul 4-3-1-2 o adatterà il suo sistema di gioco alla rosa disponibile?
"Il primo anno a Empoli ha cominciato con il 4-2-3-1. Poi dopo 9 giornate è passato a giocare con il 4-3-1-2 (centrocampo a rombo), che quest'anno durante le partite a volte è diventato un 4-3-2-1. Ritengo che per i giocatori che ha a disposizione in questo momento il Napoli il 4-3-3 dovrebbe essere il sistema di gioco più probabile".
Cosa può fare Sarri con questo Napoli?
"Ha bisogno di lavorare con tranquillità. Quando ha avuto tempo per far assimilare le sue idee ai giocatori ha sempre ottenuto buoni risultati. Abbiamo visto l'Empoli, era una squadra quadrata sia in fase offensiva che difensiva. Nel primo anno in Toscana dopo 9 partite aveva 4 punti ma la società gli rinnovò la fiducia e lui concluse il campionato al 4° posto. Ciò di cui ha bisogno Sarri, prima di tutto, è il tempo per lavorare sulle varie fasi di gioco. Ti riporto l'esempio di Tonelli: i tifosi dell'Empoli avrebbero preferito vederlo in panchina in ogni partita, eppure Sarri ha saputo valorizzarlo e dargli varie opportunità, trasformandolo in un baluardo della difesa (11 gol in 3 stagioni). Non mi sorprenderei di veder brillare giocatori che l'anno scorso hanno reso poco".
Possiamo dire che nei 13 anni da allenatore dilettante abbia portato qualcosa di nuovo nel calcio non professionistico?
"Sì. Fin da quando ha cominciato in 2a categoria ha cercato di capitalizzare il tempo che aveva a disposizione negli allenamenti serali. Attento alle varie fasi di gioco, alle palle inattive, allo studio dell'avversario. Particolari che oggi sono normali in un campionato di Promozione, ma che allora non lo erano".
Quando Sarri accettò l'incarico sulla panchina del Pescara dimostrò coraggio. La società abruzzese doveva formare una squadra in serie B con giocatori fuori rosa in altre società o con giovani. Perché ha accettato l'offerta di De Laurentiis per coraggio?
"Perché è innamorato di Napoli, perché è un tifoso del Napoli e presumo perché ha la possibilità di mettere in pratica le idee che lo hanno portato dalla 2a categoria in serie A. Se è venuto a Napoli è perché pensa di essere messo nelle condizioni per poter fare bene. La sua filosofia si sposa con quella di De Laurentiis perchè sa valorizzare giocatori, che all'apparenza sembrano meno portati. Riesce a tirar fuori dai giocatori qualità che altri colleghi non vedono. Faccio l'esempio di Croce, che è arrivato in serie A a 32 anni".
Da quello che ho letto nel tuo articolo è un tipo che non le manda a dire... Cosa accadde tra Sarri e il presidente dell'Arezzo?
"Mancini l'aveva definito il Michelangelo del calcio perchè aveva fatto superare il turno di Coppa Italia all'Arezzo, contro il Livorno e vinse contro il Milan sfiorando i tempi supplementari. Fu uno dei pochi allenatori che riuscì a battere Ancelotti prima della vittoria della Champions League di quell'anno. Poco dopo gli offrì il rinnovo del contratto, Sarri rifiutò e il presidente lo criticò pubblicamente per alcune scelte tecniche. Sarri rispose che non c'erano parole per definire un presidente che nel giro di una settimana lo definiva Michelangelo e gli proponeva il rinnovo del contratto e poi gli dava dell'incompetente".
Quali giocatori chiederà a De Laurentiis con più insistenza?
"Non ha tante pretese. Sarri è abitutato a gestire il materiale umano che gli viene dato, senza lamentarsi troppo".
2006-07, l'Arezzo partiva con 6 punti di penalizzazione, in quella stagione fu mandato via Conte per far spazio a Sarri. Poi tornò Conte. Mi racconti come è andata veramente e perchè ci sono stati quei ripetuti colpi di scena?
"Dopo 9 giornate sulla panchina dell'Arezzo, Conte non aveva ancora vinto una partita e il presidente Mancini decise di affidare la squadra a Maurizio Sarri, esonerando l'attuale ct della nazionale. L'Arezzo tornò dopo poco a risalire la classifica, pareggiando 2-2 sui campi di Juventus e Napoli. Quando Conte tornò impiegò altre 4 partite per vincere la sua prima di campionato con l'Arezzo (13 in tutto: 9+4). Non credo che, con Sarri, l'Arezzo sarebbe retrocesso".
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