FOTO CN24 - Club Napoli 'Paris San Gennar': "Una goliardata accogliere Lavezzi, ma con lui è amore finito"

11.05.2013
16:00
Ciro Novellino

Lasciare la propria città è molto complicato e lo è ancora di più cambiando nazione. Da qui l’idea di sentirsi a casa e fondare, a Parigi, il Club Napoli Paris San Gennar: Sabatino Abagnale (Presidente), Donatella Guercia (Vice-Presidente e Segretaria), Luca Picardi (Tesoriere e PR), Enrico e Diego oltre a Fausto Minerivini, che è il direttore sportivo e si occupa principalmente della squadra del Paris San Gennar, che gioca un campionato amatoriale di calcio a sette, questi alcuni nomi dei protagonisti. CalcioNapoli24 li ha raggiunti e abbiamo parlato del club, delle difficoltà che si incontrano nel seguire la squadra e di tante altre cose. Queste le dichiarazioni di Sabatino, Luca e Donatella:

‘Napoli Paris San Gennar’, il club Napoli parigino. Da dove nasce questa vostra idea?

“L'idea del Napoli Club Parigi "Paris San Gennar" nasce dall'incontro tra Sabatino, Luca e Diego (uno dei fondatori del club che ora ha lasciato Parigi) su un forum di tifosi azzurri. Da qui ci siamo dati appuntamento per vedere insieme Bologna-Napoli il 7 marzo 2010, partita sfortunata seguita in un pub della capitale francese. Qualche giorno dopo, si unisce a noi un altro dei futuri fondatori del club, Enrico (anche lui rientrato in seguito in Italia), e seguiamo in un altro pub Fiorentina-Napoli, altra gara sfortunata. Ormai il meccanismo iniziava a mettersi in moto, Donatella, la compagna di Luca, ci raggiunse, e dopo aver seguito per Milan-Napoli il 21 marzo 2010 per la prima volta al Bambolina caffè, non ci siamo più mossi di lì. In effetti, poco dopo ci fu la madre di tutte le partite, Napoli-Juve! Dopo quell'esaltante vittoria e dopo aver notato che si era creato in poco tempo un gruppetto di tifosi, è nato il gruppo facebook "Paris San Gennar", che è subito diventato punto di riferimento per i tifosi partenopei a Parigi e per quelli di passaggio. All'inizio della stagione 2010/2011 venne da sé far nascere il club, creando un'associazione senza scopo di lucro secondo i canoni della legge francese 1901. Comunque l'idea del Club era già presente dall'inizio dell'incontro di Sabatino e Luca. Il nome era già utilizzato da Sabatino come nickname sul forum, e Luca ha sempre caldeggiato l'idea di questo nome”.

Quanti sono gli iscritti al club oggi?

“In tre anni gli iscritti sono stati 220, per quest'anno tra rinnovi e nuovi soci siamo intorno ai 120. Tra i quali anche una buona parte di francesi, sia di origine Napoletana, sia altri, che malgrado nessun rapporto di parentela con l'Italia o Napoli, sono tifosi della nostra squadra, alcuni perché innamorati anche della nostra città”.

Un socio onorario, la tessera n. 10 per Diego Armando Maradona…

“Beh, era normale che il D10S del calcio avesse quest'onore. Il Napoli ha ritirato la maglia numero 10 e noi, su iniziativa di Luca, decidemmo di ritirare e dedicare la tessera numero 10 al più grande di tutti i Tempi, in occasione del suo 50esimo genetliaco. Anzi, ci piacerebbe un giorno potergliela dare di persona, sarebbe un grande onore per noi”.

La scorsa estate ci fu l’incontro con Lavezzi all’aeroporto, come andò? Ci fu anche un po’ di polemica iniziale intorno alla vicenda…

“L'incontro con Lavezzi nacque dalla vena goliardica e ironica che contraddistingue il nostro club. In effetti, tramite alcuni amici riuscimmo a sapere con una decina di giorni d'anticipo che il Pocho sarebbe atterrato a Parigi con quel volo. Iniziammo a porci la domanda "cosa facciamo?". Andare ad accogliere un giocatore che lascia la tua squadra non sarebbe stato normale, malgrado le gioie che ci ha regalato nella sua permanenza napoletana. Da qui, discutendo tra di noi, avendo da poco creato la squadra di calcio del Paris San Gennar e avendo scherzato più volte sul gruppo Facebook che Lavezzi sarebbe venuto al vero PSG, cioè da noi, ci venne l'idea di andarlo ad accogliere all'aeroporto per fargli firmare il contratto che lo avrebbe legato al Paris San Gennar, con tanto di presentazione ufficiale e foto con la sciarpa dei suoi nuovi colori. Infatti la sciarpa al collo che indossa Lavezzi è quella del nostro Paris San Gennar. Su youtube, sotto il nostro video che abbiamo fatto all'aeroporto, abbiamo cercato di spiegare bene le nostre intenzioni e come erano andate le cose. Dopo un'iniziale sbigottimento di Lavezzi, ci presentammo come tifosi napoletani del Paris San Gennar, gli spiegammo che aveva firmato un contatto per giocare con noi, lui si sciolse, sorrise e si fermò a fare la foto con noi e la nostra sciarpa. Per la polemica che si è creata i commenti sono superflui, probabilmente ci furono polemiche eccessive un po' perché non fu spiegato bene com'era andata la cosa, il nostro intento a tutti non fu chiaro, e anche perché a molti piace sempre alimentare polemiche in ogni occasione. Tra l'altro, noi non ci aspettavamo tutto questo risalto mediatico, poiché per noi era una goliardata”.

Avete avuto modo di ospitare il Pocho nella vostra sede? Se si, cosa vi ha detto?

“Il Pocho, alcuni di noi, lo hanno incontrato in qualche ristorante. Nella nostra sede o a vedere le partite al Bambolina caffé non è mai venuto, tra l'altro per noi è una storia d'amore finita, che senso avrebbe invitarlo al club ora? Poi, se un giorno vorrà passare, da "simpatizzante" del Napoli, terremo fede all'ospitalità napoletana”.

Ma in Francia cosa si dice del Napoli?

“In Francia il Napoli è una squadra che sta simpatica a molti. La stampa ne parla bene anche perché dopo il passaggio di Lavezzi al Paris Saint Germain, e tra i vari Cavani, Hamsik ed Insigne, si tende a guardare la squadra con interesse. Bisogna dire che la Francia non è un paese di calcio come l'Italia, però, grazie alla Champions League dello scorso anno, molte persone si sono avvicinate al Napoli e hanno sviluppato una simpatia per gli azzurri. Inoltre la squadra è riuscita a dare anche una faccia diversa alla città, è riuscita a risollevarne la reputazione, esportando l'immagine di una Napoli diversa da alcuni cliché e pregiudizi”.

Qualche tempo fa girò la voce di Cavani al Psg e Ibrahimovic al Napoli, fantacalcio?

“Sicuramente fantacalcio, il campionato francese non è competitivo come quello italiano, tedesco, inglese o spagnolo. Oltre al PSG e probabilmente al Monaco il prossimo anno, le altre non sono grandi squadre. Conoscendo le ambizioni del Matador, Parigi non è la sua prima scelta. Per Ibra al Napoli poi è inutile parlarne, sappiamo come la società gestisce certe cose ed il monte ingaggi. Ibra non entra nei parametri del Napoli”.

Il futuro di Mazzarri e quello di Cavani restano in bilico, come andrà a finire?

“Per ora meglio non pronunciarsi, la clausola di Cavani entra in vigore dal 30 giugno al 10 agosto e bisognerà trovare chi è pronto ad investire 70 milioni. Ad oggi, sono poche le squadre che possono investire quella cifra e non è detto che lo si possa fare. Per Mazzarri aspettiamo, come ogni anno, la fine del campionato: è inutile provare a decifrare, magari alla fine fa come lo scorso anno...”

Se dovesse partire, chi al posto di Mazzarri?

“Al posto del Mister è difficile fare una scelta, ci vorrebbe uno che possa assicurare almeno lo stesso rendimento. Si parla di Allegri, di Montella, Spalletti... magari proprio uno di questi ultimi due. Comunque, al di là di preferenze personali differenti, la permanenza di Mazzarri avrebbe il significato e sarebbe garanzia che il Napoli vuole lottare per obiettivi importanti nei prossimi anni”.

E chi al posto di Cavani? Dzeko, Pazzini e Osvaldo i nomi più caldi, sfogliamo la margherita…

“Bisogna dire che nessuno è come Cavani e che non è detto che vada via. Se proprio si deve fare una scelta potremmo dire Jovetic o Muriel, più uno tra Osvaldo e Dzeko. Qualsiasi nome venga, deve essere forte e utile al contesto della squadra, e deciso da staff tecnico e società insieme. Magari, due giocatori forti al posto di uno, sarebbe la soluzione giusta”.

Quale la difficoltà nel venire a seguire al San Paolo le gare casalinghe degli azzurri?

“La difficoltà per seguire le partite in casa è legata alle limitazioni imposte dalla tessera del tifoso per il campionato, purtroppo per molti di noi, vivendo all'estero non è possibile farla, e ancor di più per chi, nato in Francia, è cittadino francese e non ha la possibilità di farla. La vendita on line è fatta solo per i possessori della tessera, ed è così anche per le partite di coppa. E anche per le partite in trasferta c'è sempre il problema della tessera, per poter acquistare i biglietti”.

Paradossalmente, meglio andare a seguire il Napoli in trasferta per voi?

“Sì, in parte è vero, per noi è più facile andare a seguire le partite in Europa, anche per motivi logistici. Da Parigi è tutto più facilmente accessibile, anche come costi a volte. Siamo andati a Liverpool, Utrecht, Manchester, Londra, Eindhoven, etc. Però quasi sempre in settori destinati ai tifosi di casa, prendendo direttamente i biglietti dalle società ospitanti. Purtroppo andare nei settori non destinati agli ospiti non sempre è una bella esperienza. A parte il non poter vivere la partita come si vuole liberamente (anche se in alcuni casi abbiamo avuto abbastanza libertà), abbiamo rischiato sia a Utrecht che a Liverpool in particolare, e soprattutto a Utrecht siamo stati direttamente vittima di episodi spiacevoli, con gli stewards che ci hanno fatto uscire alcuni minuti prima del termine della partita, per difendere la nostra incolumità (oltre che per lavarsi le mani), nonostante avessimo tenuto un comportamento neutro e corretto. L'anno scorso siamo andati lo stesso in Champions in trasferta, ma dopo tutte queste esperienze, da quest'anno abbiamo deciso di non andare in trasferta in settori non destinati agli ospiti. infatti, quest'anno Luca è andato solo a Eindhoven. Sono riuscito a comprare un biglietto online, e grazie a un amico che andava a Eindhoven, ho fatto ritirare il biglietto tramite delega e me lo sono fatto portare direttamente a Eindhoven. Non avevo però organizzato prima né viaggio né soggiorno, e ho preso un bus facendo 16 ore di viaggio tra andata e ritorno per poter andare a Eindhoven, partendo la mattina della partita e ripartendo la mattina dopo, senza neanche dormire. La società è al corrente di questa situazione difficile per i residenti all'estero, ma per ora nessuna soluzione è stata ancora impostata”.

a cura di Ciro Novellino

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Fonte : a cura di Ciro Novellino
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