Inler: "Napoli mi è rimasta nel cuore! Ho parlato con Kim, ha qualcosa di speciale. Mertens? Una leggenda" | ESCLUSIVA

26.07.2022
15:00
Redazione

Intervista esclusiva di Gokhan Inler ai microfoni di CalcioNapoli24

Tra Castel di Sangro e Pizzalto, comune di Roccaraso, ci sono diciotto chilometri di strade ondulate che si arrampicano verso stazioni sciistiche, a luglio, sprovviste di neve. Ma tra Gokhan Inler ed il Napoli non c’è tutta questa distanza, anzi: il centrocampista svizzero - in forza ai turchi dell’Adana Demirspor, prima avversaria del Napoli domani alle 20.30 - ha un pezzo di cuore che vira sulle tinte azzurre, e ai microfoni di CalcioNapoli24 si confida in una lunga intervista.

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“Sono tra gli stranieri che ha mantenuto il rapporto stretto con la città di Napoli anche dopo l’addio alla squadra? Io amo la città, grazie a loro sono cresciuto come calciatore e come uomo. Ho dato il massimo che potevo, loro sono stati sempre gentili con me ed il Napoli sarà sempre nel mio cuore”

Intervista Inler CalcioNapoli24

Cosa ha rappresentato Napoli?

“Dopo l’Udinese arrivare a Napoli è stato un grande step, non è semplice giocarci per via delle pressioni. Però in quattro anni abbiamo avuto una grande rosa e abbiamo giocato bene in Serie A e Champions”

La presentazione con la maschera da leone rimane nella storia…

“Ero a Castel Volturno per le visite mediche, il presidente pensava a cosa poter fare per presentarmi. Vide una maschera che era di Lavezzi, me la regalò e pensò che fosse una bella idea per presentare me e la maglia”

C’è qualcosa che ricordi particolarmente?

“Il mio obiettivo è stato sempre concentrarmi sul lavoro, ci sono pressioni perchè a Napoli devi essere sempre pronto. Sul calcio non si può dire molto, ma mi sono sentito importante”

Il boato dello stadio non si dimentica…

“Ricordo il debutto in Champions contro il Villarreal, l’urlo Champions mi diede molta carica. Come se i tifosi fossero in campo con noi”

Contro il Villarreal segnasti un gol che portò il Napoli agli ottavi di Champions.

“Marek mi diede il pallone ed io vidi lo spazio, due tocchi e tiro. Era l’unica chance per vincere la partita”

Perchè il Napoli di Mazzarri viene ricordato come la squadra che non molla mai?

“Era una squadra diversa, c’erano Lavezzi, Hamsik e Cavani ma anche altri leader. Per me è stato un onore stare con loro in una squadra forte, abbiamo dato tutto per la maglia azzurra. Ricordo anche Maggio e Cannavaro, ad esempio”

Cosa serve per essere leader? Cosa significa esserlo?

“Avere esperienza, gestire le pressioni, parlare e collaborare con compagni e mister, e giocare bene in campo. Può esserlo anche un giovane, non solo un over 30”

Anche se un giocatore è silenzioso?

“Non deve gridare o mostrarsi, deve andare da ogni compagno e dal mister. Il miglior punto è il rispetto, se uno ce l’ha da tutti i compagni può assumere quel ruolo”

Il Napoli ha ceduto Koulibaly, Insigne, Mertens ed Ospina: come ci si risolleva?

“L’era iniziata con Hamsik fino a Mertens si può dire finita, adesso ci sono nuovi giovani talentuosi. Per essere un leader anche la società deve prendere qualche giocatore d’esperienza e vedere di ripetere ciò che è successo”

Ti aspettavi questo Dries Mertens nel 2013?

“Una leggenda…”

Com’era?

“È sempre stato positivo sin dal primo anno, in generale una persona che può portare effetti positivi per la società. Magari calcisticamente non è bastato, ma ci sono tanti giocatori che amano la maglia e magari un giorno può arrivare la vittoria dello scudetto che tutti vogliono. Mi dispiace che sia finita, ma è andata così: è un professionista, con noi è cresciuto tantissimo e gli auguro un bellissimo ultimo step per la sua carriera”

È andato via anche Koulibaly, e con lui Insigne

“Niente da dire, sono fortissimi. Sono contento che abbiano indossato una maglia speciale come quella del Napoli. Pesante? Sì, dopo Maradona. Il pensiero mio è questo”

Hai affrontato Kim Min-jae con la maglia del Fenerbahce, che giocatore possono aspettarsi i tifosi del Napoli?

“Ho parlato con tanti di Napoli, anche con lui stesso. Se mi ha chiesto com’è Napoli? In tanti me lo chiedono, perchè ci ho vissuto quattro anni. Kim è un team player, silenzioso e che dà il massimo per la squadra. Il Napoli avrà un giocatore forte, ha giocato al Fenerbahce con una tifoseria molto calda e che mette pressione. Con questa esperienza al Napoli può migliorare, è differente da Koulibaly ma io lo prenderei subito. Contro di noi ha sempre dato il massimo, si vede che ha qualcosa di speciale. Già da un anno l’avevo notato”

Nel frattempo, però, affronterete il Napoli di Spalletti a Castel di Sangro.

“Siamo alla fine della preparazione, il mister cercherà di capire chi sarà nella migliore condizione per il debutto in campionato tra due settimane. Giocheremo per vincere, sarà una partita speciale per me anche se è un’amichevole: dopo undici anni voglio far vedere in che condizioni sono…”

Cosa dire ai tifosi del Napoli?

“Ragazzi, grazie mille. Sarete sempre nel mio cuore”

Fonte : dai nostri inviati Claudio Russo, Marco Lombardi e Gaetano Pantaleo
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