
Punto 17, Grava: "Hamsik, Napoli ti aspetta! Marek un prototipo a cui ispirarsi. Ero il suo fornitore di...gel per la cresta" | VIDEO
Ultime SSC Napoli - Punto 17, Marek Hamsik dà l'addio al calcio giocato. La partita si terrà il giorno 5 luglio alle ore 19 a Bratislava in Slovacchia allo stadio Tehelne Pole, CalcioNapoli24 la trasmetterà in esclusiva per l'Italia attraverso tutte le proprie piattaforme: sito web, social, Youtube e sul canale 79 del digitale terrestre su Napoli e Caserta.
Gianluca Grava, oggi responsabile del settore giovanile della SSC Napoli, lo conosce bene e ne ha parlato, in esclusiva, ai microfoni di CalcioNapoli24.
Partiamo dall'inizio: Grava aveva 30 anni e aveva riportato il Napoli in Serie A. E' l'estate del 2007, quando tra mille polemiche vedi arrivare in rosa per la prima stagione di Serie A del Napoli di ADL Marek Hamsik e Ezequiel Lavezzi, tra gli altri. Sembravano due sconosciuti e non entusiasmavano, anzi.
“Lo ricordo perfettamente, quell’estate l’arrivo di un giovane esile di cui si parlava benissimo, che aveva fatto bene al Brescia, ma che portandolo su un palcoscenico diverso come quello di Napoli comportava avere dei dubbi sul poter esplodere nell’immediato. Si è dimostrato negli anni essere un campione”
Qualche aneddoto del suo arrivo nello spogliatoio? Marek era un ragazzino praticamente: viene in ritiro che ha 20 anni appena.
“Questi campioni al di là delle qualità tattiche e tecniche sono professionali: Marek è sempre stato un ragazzo che ha attraversato un periodo della carriera in cui gli dicevano di non avere personalità. Invece dimostrava tutto in maniera diversa, nei comportamenti e negli atteggiamenti. Un giocatore di una qualità immensa, un centrocampista moderno che con i fatti la sua signorilità, apprezzai un calciatore che poteva permettersi, anche dopo aver avuto la fascia di capitano, di lavorare in silenzio. Noi lo ammiravamo, voleva migliorarsi sempre e noi l’abbiamo vissuto in allenamento: una intelligenza tattica immensa, gli davi una palla sporca e lui te la puliva. Poi come uomo: non si è mai lamentato di una sostituzione, anche quando ha giocato in un ruolo non suo, e lui era una mezz’ala di inserimento, forte tatticamente e tecnicamente. Credo fosse un prototipo di calciatore a cui i giocatori dovrebbero ispirarsi, è stato sempre molto professionale”
Ricordi i primi allenamenti e cosa pensasti al suo primo approccio con la squadra? Segnò anche all'esordio in Coppa Italia ad agosto, contro il Cesena.
“Si vedeva subito la qualità, già in allenamento. Forse aveva un fisico esile, ma il cambio di passo e la qualità erano immensi come la tecnica. Magari non era un trequartista, ma aveva una intelligenza spaventosa. Era bravo nel corto, nel lungo, a lanciare, nell’inserimento, lo ha dimostrato con i fatti dal primo anno in cui si è integrato nel gruppo, e poi successivamente con i record che ha battuto”
Cosa ci puoi dire dell'uomo? L'hai visto arrivare ragazzino, è cresciuto qui, l'hai visto diventare capitano mentre tu eri dirigente, l'hai visto andare via da papà e uomo ormai.
“Il carattere dall’esterno poteva sembrare freddo, in realtà era umile: dovrebbero prenderlo da esempio i giovani, ci sono tanti ragazzi che devono iniziare a giocare e hanno della presunzione. Lui aveva qualità immense e poteva fare ciò che voleva, e invece aveva sempre il comportamento giusto: lavorava per migliorarsi, aveva un carattere tranquillo e scherzoso fuori dal campo e negli spogliatoi. In campo si faceva rispettare per le sue qualità”
Un aggettivo per definirlo?
“Trovarne uno non è semplice, ma dico professionista. In tutti i sensi”
Tra l'altro lui è stato tra i primissimi a scegliere di vivere a Castel Volturno, a ridosso praticamente del centro sportivo. Una vita per il calcio.
“Lui preferiva stare qui vicino, ha comprato anche casa: era contento così, lo vedevi per strada, camminare sereno. Un ragazzo umile, che è rimasto tale ancora oggi. Da apprezzare”
Dopo il periodo con Reja, dove gioca da mezz'ala nel 3-5-2, arriva Mazzarri e lo avanza di qualche metro, lo lancia sulla trequarti. Arriva anche Cavani nel 2010 e si forma il trio dei sogni con Lavezzi-Hamsik-Cavani. Qual è il ricordo più bello che ti lega a quel Napoli, a quei 'tre tenori'?
“Marek dava equilibrio tra i reparti, era quello che ti dettava l’ultimo passaggio, che si inseriva con i tempi giusti, un giocatore che ha completato con gli altri due un attacco che all’epoca era importante”
Proprio in quella stagione, il 13 marzo 2010, nella gara contro la Fiorentina, indossa per la prima volta la fascia di capitano: a 22 anni e 229 giorni diventa così il più giovane capitano della storia azzurra, superando il precedente primato di Antonio Juliano. Fu la scelta giusta in quel momento?
“Secondo me sì, fu giustissima per un giocatore di una qualità immensa: Marek in quel periodo, e c’erano centrocampisti importanti, era tra i più forti d’Europa. Era bravo in tutto, con un carattere magari non esplosivo ma sempre equilibrato, professionale. Tante volte anche quando poteva non essere sostituito lo accettava con professionalità: un dettaglio da ammirare”
Nella stagione successiva il Napoli di Mazzarri, Grava e Hamsik, torna in Champions League. Dopo 21 anni: una festa incredibile.
“Per quello che ha dato negli anni, penso che abbia dimostrato con i fatti l’amore che aveva per questa maglia”
2011/12, tu e Hamsik alzate il primo trofeo dell'era De Laurentiis: la coppa Italia contro la Juventus.
“Vincere qualcosa di importante a Napoli è indescrivibile, lo è stato per me dal primo giorno in cui ho indossato la maglia e prosegue ancora oggi. Per lui iniziare a vincere qualcosa era la gratificazione di un percorso partito da lontano e che ha sempre dimostrato professionalità”
Nei suoi anni a Napoli, è stato sempre accostato a grandi club. Ricordi una volta che pensasti: 'adesso davvero se lo prendono'?
“Noi compagno di squadra sapevamo il suo pensiero, sapevamo di un ragazzo che era attaccato alla città e alla maglia nonostante potesse ambire ad altre piazze. La proprietà ogni anno rinnovava la fiducia a Marek, era attenta nel gratificare contrattualmente un campione che dimostrava i propri valori”
Napoli-Lecce, un salvataggio sulla linea di porta e poi il gol di Cavani. Che reazione ebbe il capitano Hamsik?
“Diciamo che a fine partita ci fu un abbraccio da parte di tutti, Marek in primis: era una partita sofferta e rocambolesca!”
Marek è il classico giocatore che sì, faceva gol e cose straordinarie in campo. Ma immagino che anche in allenamento ti lasciava sorpreso. Ricordi qualche aneddoto ‘nascosto’?
“Era un ragazzo generoso, quando poteva si andava a cena e spesso la offriva alla squadra. Un ragazzo perbene, accettava il confronto con tutti, positivo, allegro. Si scherzava tanto sui tatuaggi e sulla cresta, io ero il fornitore di gel all’epoca (ride, ndr). Gliene fornivo tanto, ero contento perchè tanto faceva gol”
Domanda per i più giovani: come si racconta Marek Hamsik?
“Se vogliamo fare un paragone, penso a McTominay e ai gol fatti in inserimento: forse gli assomiglia un po’. Io Marek l’ho vissuto e McTominay no, per noi che abbiamo avuto la fortuna di giocarci assieme è stato fenomenale in tutto. Non c’era qualcosa che non riuscisse a fare, faceva entrambe le fasi, aveva qualità ed intelligenza tattica. Leggeva il gioco prima degli altri”
Che messaggio vuoi mandargli?
“Marek, è stato un onore per me giocare con te. Ti ringrazio per i tanti consigli che mi hai dato, spero di avertene dati anche io quando sei arrivato ed ero più grande di te. Ti mando un forte abbraccio, Napoli ti aspetta sempre”