Raspadori, l'amico Nicolò: "Anche giocando in difesa faceva gol. Ha sempre aiutato chi era in difficoltà: un gesto di suo padre non dimenticherò mai" | ESCLUSIVA

15.08.2023
16:00
Ciro Novellino

Ultime calcio Napoli CalcioNapoli24 vi racconta la vita di Giacomo Raspadori intervistando chi gli è da sempre stato vicino ne 'A casa di Jack'

Nella rosa del Napoli Campione D'Italia, c'è un giovane arrivato dal Sassuolo, che tanto bene ha fatto con quella maglia tanto da arrivare a giocare e vincere l'Europeo con la Nazionale italiana. E' Giacomo Raspadori, oggi attaccante del Napoli, ma dal passato ricco di aneddoti e curiosità. Con 'A casa di Jack' abbiamo provato a raccontarvi tutto, dai luoghi, la sua Castel Maggiore, la scuola e gli amici oltre a chi calcisticamente l'ha fatto crescere. Tra gli ospiti Nicolò Castellari, suo amico e queste sono le sue parole, in esclusiva, a CalcioNapoli24:

 

Raspadori, l'amico Nicolò racconta il suo Giacomo

Amico d'infanzia di Giacomo, l'hai conosciuto nel mondo del calcio e sei stato suo capitano al Progresso

“In quella foto famosa del Tassi, era io il capitano di Giacomo”.

Tassi 2009, quello del famoso gol su calcio d'angolo

“Ne vincemmo due, 2008 e 2009. Andò da mister Tolomelli e chiese di calciare da calcio d'angolo facendo gol”.

Sei tra quegli amici che con Giacomo da comunale Progresso andavate al campetto dell'oratorio

“Si con altri ragazzi, andavamo a giocare al campetto dell'oratorio. Mi ricordo dopo gli allenamenti o anche dopo le partite. Era molto bello...”

Quando guardi il campetto da calcetto, cosa ricordi?

“Penso che dei 50 gol che ho segnato in quegli anni, 45-48 me li ha fatti fare lui. Ovunque lo mettessero in campo, anche dalla difesa, saltava tutti e faceva 5-6 gol a partita o serviva assist da appoggiare solo in porta. Il Progresso aveva tanti ragazzi validi e poi c'era lui, era di un'altra categoria”.

Eri l'attaccante di quella squadra?

“Eravamo bambini, si giocava a 5 e le partite finivano con passivi molto alti. Ho ricordi di partite finite anche sopra i 20 gol di scarto. Jack faceva 5-6 gol, poi faceva segnare anche gli altri. Si segnava quasi tutti”.

Giacomo in campo aiutava tutti, anche fuori era di compagnia. Che ricordo hai?

“E' vero, è proprio così. Ha sempre cercato di aiutare sempre i ragazzi più indietro a livello calcistico. Ha sempre aiutato e integrato tutti”.

La famiglia il segreto di Jack

La famiglia è stata fondamentale nella sua crescita. Percepivi la loro vicinanza?

“Ricordo che durante il Tassi, mia mamma preparava cose da mangiare con la mamma di Giacomo. Ricordo che mi esclusero e quando arrivai nei pressi dell'ingresso, il papà di Giacomo mi chiese cosa fosse accaduto. Mi riportò al campo e rimproverò Giacomo anche se non centrava lui perchè dovevano lasciarmi giocare con loro. Nella testa di un bambino, questo fa la differenza. La famiglia, si è importante”.

Il saluto a Giacomo

Quello è Giacomo, cosa ti senti di dirgli?

“Non ci vediamo da un po', l'ultima volta lo abbiamo fatto in autobus. Ti ho sempre visto come calciatore fuori categoria. Dal Sassuolo al Napoli e alla Nazionale, sono contentissimo per te e ti auguro il meglio, continua così”.

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