
CN24 - Da "Capitan Uncino" a "Spugna", il Pirata ritrovi il timone del vascello azzurro!
Tutto risale alla ‘maledetta’ sfida di Londra terminata 4 a 1 in favore dei Blues di Di Matteo, sconfitta che ha sancito l’uscita dalla Champions League per gli azzurri. Nel finale, un lungo lancio dalle retrovie a cercare Fernando Torres viene interpretato in malo modo da Morgan De Sanctis che viene scavalcato dal pallone e per poco non si ‘faceva la frittata’. Dopo l’amara sconfitta in coppa, il Napoli si reca ad Udine in un match che sa di terzo posto, finisce 2 a 2 ma l’intervento del “Pirata” sul primo gol bianco-nero non è perfetto né tempestivo: Fabbrini crossa basso dall’out di destra, la palla attraversa tutta l’area di rigore, De Sanctis ‘buca’ l’intervento e per Pinzi è un gioco da ragazzi metterla nel sacco. 18 Marzo, al San Paolo arriva il Catania di Montella, rivelazione della Serie A, finisce ancora una volta in pareggio, 2 a 2 tra le facce tristi dei tifosi azzurri, ormai certi di aver agguantato la vittoria a dieci minuti dal fischio finale di Gervasoni. Le due reti degli etnei sono frutto di due corner: sul primo Spolli salta più in alto rispetto a Campagnaro e la infila dove nessuno potrebbe arrivarci, sul secondo Lanzafame trova davanti ai suoi piedi l’occasione del pareggio e a due passi dalla linea di porta trafigge il Pirata approfittando dello scivolone di Zuniga: il tutto avviene in area piccola è lì l’estremo difensore cresciuto calcisticamente nella Juventus, poteva fare di più come del resto anche sui cross che ultimamente arrivano dal fondo. Anche sui corner, in uscita, il numero 1 azzurro non è sembrato proprio impeccabile, tanto che la palla gli sfugge dalle mani e per poco Legrottaglie non se la ritrova sui piedi.
IL GIUDIZIO – Ci rendiamo conto che non è per niente facile criticare colui che per due anni e più ha dichiarato amore eterno alla terra partenopea, colui che da sempre inietta sicurezza e cattiveria agonistica a tutta la squadra. Su Morgan De Sanctis dovremo andarci cauti, le sue prestazioni a inizio stagione hanno salvato il Napoli da partite complicate, s’è opposto con concentrazione quando i vari Balotelli, Aguero & Co. hanno provato a fare male. Da parte nostra nessuna critica, ma una riflessione in termini costruttivi per il campione che s’è contraddistinto al punto tale da essere richiamato in maglia azzurra dal C.T. Cesare Prandelli. E al punto che in molti volevano per lui, qualche volta, per meriti, la fascia di capitano del vascello azzurro.
IL MOMENTO ‘NO’ – Il periodo non è dei migliori per tutto l’assetto difensivo del Napoli, gli errori dei sempreverdi Campagnaro, Cannavaro e Aronica passano in primo piano perché causa di svariate reti avversarie, a partire da Larrivey, per poi proseguire con Drogba, finendo con Ivanovic e Pinzi. Chi lo conosce e chi lo vede giocare con frequenza sa bene che questo non è il miglior momento della stagione per il portiere del Napoli, il suo appannamento si denota da piccole e (per fortuna) lievi distrazioni. Servirà soltanto rimettere a posto le idee e ritornare ad “arrabbiarsi” coi compagni: è quello il “Pirata” che ci manca, quello che se il Napoli fa gol esulta come se l’avesse subìto perchè per lui bisogna fare sempre meglio. Morgan lo sa, l'appannamento ci può stare, ora però bisogna ritornare al timone per l'arrembaggio al terzo posto e a quella Juventus dirimpettaia nella finale di Coppa Italia
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