Equilibrio, la verità è nel mezzo...

30.06.2015
20:50
Pasquale Cacciola

di Pasquale Cacciola - twitter: @PE_Bahia 

Snobbato, a tratti addirittura ignorato. Come se di positivo non ci fosse stato proprio nulla, quasi come se avesse le principali responsabilità della debacle stagionale. Kalidou Koulibaly, l'immagine di un calcio che dimentica troppo velocemente. Simbolo di una mentalità che necessita di pazienza. Poco equilibrio, tanta precipitazione. Eppure sembra ieri quando tutta Napoli era ai suoi piedi. Anche giustamente. Un exploit a sorpresa, poi l'apoteosi: nazionale, valutazione raddoppiata e voci di presunti osservatori delle maggiori squadre europee al San Paolo. Tutti dalla parte del colosso francese che sembrava non aver risentito minimamente dell'impatto dalla Jupiler Pro League alla Serie A. Arrivato per essere il quarto difensore, l'atleta francosenegalese sbaraglia la concorrenza conquistando Benitez. Poi all'improvviso il cambio di scena, da quel "può diventare più forte di me" da parte del suo idolo Thuram alla panchina meritata. Una prima parte di stagione esaltante, un'altra incolore e preoccupante. 

LA REALTA' - La verità è semplicemente nel mezzo. A oggi non è assolutamente paragonabile al suo mito, ma non è nemmeno una meteora. Di sicuro è un patrimonio della società, con ampi e importanti margini di miglioramento. Che pertanto va tutelato e valorizzato, senza quei continui paragoni che non fanno altro che il male dei giovani. Dotato di un fisico eccezionale e di una spiccata velocità, ha bisogno di lavorare soprattutto sotto l'aspetto tattico e nella concentrazione nel corso della gara. Da un eccesso all'altro, come dalla gloriosa cavalcata contro la Roma all'errore ingenuo di Doha. Tuttavia può e deve far parte di questo Napoli.

NUOVA CHANCE - Nessuna cessione quindi, che tra l'altro non è nei programmi del club, diversamente da quando in molti tifosi chiedono. Sarebbe tra l'altro un suicidio tecnico ed economico, per ciò che potrebbe rappresentare in prospettiva. Giusto che la società si cauteli rinforzando la rosa con difensori di spessore in attesa che prenda le misure del campionato e rifletta sul suo primo anno italiano, ma merita una seconda opportunità. Perché in fondo ha solo 24 anni. E chissà come sarebbe andata se quest'ultima stagione non fosse stata tanto infausta in Serie A. Adesso l'esame di maturità, con un maestro d'eccezione: quel Maurizio Sarri emblema di umiltà, maniacale nella fase passiva e tanto abituato a lavorare con i giovani. Chissà che non possa essere l'ex Genk la sorpresa della prossima stagione. Napoli aspetta il suo exploit, quello vero. 

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