Playstation, la scelta di Diego e il sogno San Paolo: Sepe-Napoli storia di un amore indiscutibile

01.05.2015
15:30
Redazione

di Bruno Galvan. Twitter: @BrunoGalvan85

Il solito scambio di messaggi su WhatsApp con gli affetti più cari, poi via nel bus che porta allo stadio Castellani. Per Luigi Sepe non è stata una partita facile quella di ieri. Non ha mai nascosto il suo tifo per il Napoli e l’ambizione di tornare in maglia azzurra da protagonista. Lui insieme a Lorenzo Insigne, è un po’ l’orgoglio del settore giovanile azzurro nell’immediato post-fallimento. L’emozione è forte, anche se fu di più all’andata quando entrò nel tempio dei suoi sogni chiamato stadio San Paolo. Per far capire il suo amore verso la maglia azzurra, basti pensare che quando gioca alla Play Station, sceglie sempre il Napoli e spesso si ritrova a farsi gol ‘virtuali’ tanto che ama prendersi in giro esclamando: “Ma quanto è scarso questo Sepe!”. Ma c’è di più. Il suo secondo figlio l’ha chiamato Diego, non un nome a caso per chi tifa per i colori azzurri. Un modo come un altro per denotare il suo cuore napoletano e l’umiltà di chi non si è montato la testa nonostante il nuovo contratto con il Napoli. Gli amici sono rimasti sempre gli stessi, così come le vecchie abitudini al bar sotto casa dei suoi genitori.

PRESENTE E FUTURO – Qualche tifoso azzurro stamattina ha sottolineato, usiamo un eufemismo a tal proposito, la prestazione fatta di cattiveria agonistica di Sepe. Luigi è un professionista serio, il suo lavoro viene prima di tutto anche dell’amore verso il Napoli. In fondo ieri avrebbe voluto, ma gli azzurri hanno tirato poco e male verso lo specchio della porta, dimostrare con qualche intervento prodigioso di potersi giocare le sue possibilità di permanenza in azzurro da giugno.  Dopo aver festeggiato lo “scudetto-salvezza” dell’Empoli, il suo pensiero sul Napoli non è sparito. Ha pensato subito al calendario degli azzurri per la corsa Champions ed anche alla doppia sfida in Europa League che la squadra di Benitez avrà a breve. Sepe e Napoli ‘nemici’ per 180 minuti, ma la fede partenopea e la professionalità di Luigi non devono essere sporcate da questa tipologia di tifosi che quando gli azzurri perdono sfasciano tutto salvo poi esaltarsi per una vittoria. Serve rispetto ed equilibrio in campo e nella vita.

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