Rapina Zuniga: nessun movente di vendetta contro il calciatore. Gli investigatori hanno però una convinzione

19.05.2014
08:30
Bruno Galvan

L'edizione odierna di Repubblica fa luce sulla rapina a Zuniga: SI ATTENDE la delega della Procura per analizzare i filmati delle telecamere presenti lungo via Caravaggio e risalire ai responsabili dell’aggressione di sabato sera ai danni del calciatore del Napoli Camilo Zuniga, rapinato di un Rolex Oyster Perpetual da 20 mila euro mentre era a bordo della sua Mini Cooper fermo a un semaforo. Testimone della rapina, l’altro calciatore colombiano Duvan Zapata. Lungo via Caravaggio ci sono numerosi sistemi di videosorveglianza — quelli del Comune che riprendono le targhe e quelli di privati — ma nessuno all’altezza del semaforo. Dunque si dovrà individuare la telecamera che riprende, prima della rapina, il passaggio dell’auto di Zuniga per poi individuare attraverso le targhe lo scooter che lo aveva seguito con i due malviventi in sella dai volti coperti da caschi integrali. Zuniga ha raccontato ai carabinieri di Pozzuoli, al comando del capitano Elio Norino, di essersi all’improvviso ritrovata una pistola puntata al volto attraverso il finestrino aperto. Il passeggero dello scooter, con accento napoletano, gli ha intimato di consegnare l’orologio e lui ha subito ubbidito. Dal colloquio con gli investigatori emerge la convinzione che i rapinatori sapessero con chi avevano a che fare, avevano riconosciuto Zuniga e lo avevano seguito fin dallo stadio San Paolo alla fine dell’allenamento. Ma è possibile che il loro obiettivo era semplicemente il costoso orologio: senza alcun movente nascosto di vendetta o punizione contro il calciatore.

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