Sacchi rivela: "Quando era alla Juve, Conte voleva Insigne! Sarri è un illuminato del calcio, può portare coppe e trofei a Napoli"

06.10.2015
09:00
Redazione

Arrigo Sacchi ha rilasciato una lunga intervista al Corriere del Mezzogiorno. Ecco quantoevidenziato da CalcioNapoli24

Ma davvero Sarri le somiglia così tanto? 
“L’ho conosciuto la scorsa estate a Milano Marittima e gli ho fatto i complimenti. Il gioco dell’Empoli mi piaceva molto. Quanto alle similitudini, qualcosa ci sta. Ma come con tanti altri allenatori. Mi permetto di dire che Sarri è uno dei più illuminati”. 
 

In che senso? 
“Ci sono tanti allenatori bravi, ma lui è un gestore di squadre. La differenza è sostanziale. Mi auguro che l’ambiente Napoli gli dia tempo e che tutti quanti remino nella stessa direzione”. 
 

Disse che a Napoli mancava una mentalità vincente, con Sarri sarà possibile averla? 
“La mentalità si conquista con le vittorie, i successi aiutano ad acquisire la personalità. E a Napoli negli ultimi anni si è vinto poco. Credo che con Sarri possano arrivare coppe e titoli. Ma, ripeto, è necessario che ci sia il sostegno di tutti”. 
 

Si riferisce alla società? 
“Certo, ma non solo. Nello spogliatoio del Milan, dall’ultimo dei magazzinieri agli addetti alla lavanderia davano il massimo delle loro possibilità. Il merito di Sarri sta nell’aver dato un gioco ad una squadra in cui tutti gli interpreti danno il massimo. Ed è ciò che prima non accadeva. Tutti si stanno esprimendo al meglio. L’impegno, la disponibilità rende tutti migliori. Il gioco, poi, tende all’esaltazione delle caratteristiche dei singoli. Messi in Nazionale non è lo stesso del Barcellona. In Argentina non trova il gioco che lo esalta fino a farlo sentire a suo agio”. 
 

Lei seguiva Insigne dai tempi dell’Under 21. E’ cresciuto tanto. 
“Dico solo che Conte quando era alla Juventus lo voleva, poi ora lo ha in Nazionale. Insigne è un fenomeno, il miglior talento che l’Italia ha espresso negli ultimi anni. Che si tolga però dalla mente di fare il furbetto. Deve giocare con la squadra e per la squadra. Sfruttare al meglio il talento che Dio gli ha donato”.

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