Parma, Donadoni: "Passare dal centenario alla B è stato atroce. Fallimenti come il nostro non devono più accadere"

07.05.2015
20:00
Redazione

La situazione del Parma continua ad attirare attenzione anche al di fuori dei media specializzati. Dopo l’intervista con Fabio Fazio, per il tecnico del Parma Roberto Donadoni ha risposto alle domande del quotidiano d’ispirazione cattolica L’Avvenire, in una lunga intervista pubblicata oggi, a partire dal netto miglioramento dei risultati conseguiti dalla squadra sul campo in seguito al fallimento: “Non credo sia corretto fare un confronto tra il prima e il dopo. Tuttavia, la dignità è certamente un valore fondamentale per chiunque. Senza quella sarebbe tutto più difficile. Sta finendo per noi una stagione massacrante. Passare dal centenario, festeggiato l’anno scorso, al fallimento è una cosa atroce per una città come Parma che ha una storia importante”.

Fare bene sul campo fino all’ultima giornata potrebbe spingere gli imprenditori locali a investire nel club prima che sia troppo tardi. Crede che il traguardo sia possibile? “Non dovrebbe essere questa la molla decisiva. Se ci fossero imprenditori interessati alla società, i risultati sul campo non farebbero la differenza in questo momento. Perché penso che l’appetibilità di una società sia data soprattutto dai numeri e dai programmi. Gestione oculata e idee chiare: è così che le società di calcio possono ancora garantire benefici economici di tutto rispetto per se stesse e per tutto il movimento. Bisogna cominciare a ragionare in altri termini se non si vuole che accada di nuovo quanto è successo al Parma”.

Malgrado la retrocessione in B, i tifosi credono che il rilancio del club sia possibile. Come spiega tanta fiducia? “La gente si è resa conto di quello che la squadra ha vissuto negli ultimi mesi. Se l’entusiasmo di chi sostiene un club dovesse essere limitato al risultato sportivo, non si potrebbe più parlare di tifo. L’affetto nei confronti di una società deve andare oltre. Oggi si vedono in giro esempi che con il tifo non hanno niente a che vedere. Gente che minaccia, che picchia. Bisogna avere la forza e il coraggio di dire basta a fatti del genere. A parole la pensano tutti come me, ma nel concreto si fa sempre troppo poco”.

Fonte : tmw
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