Abbatecola, pm di Torino: "La prova dell'influenza di Dominello sulla Juve è legata a Marotta. Cena? Non fare un'iscrizione per concorso esterno"
07.04.2017
16:10
Redazione
Una cosa sola, la Juventus, l’aveva perfettamente chiara: che il presunto ‘ndranghetista, Rocco Dominello, aveva sulla curva «un’influenza particolare». Lo dichiaravano due mesi fa i pm di Torino Paolo Toso e Monica Abbatecola alla Commissione Antimafia. Aggiungendo che «c’è consapevolezza del rapporto con Dominello, ma non c’è consapevolezza di rapporti con la ‘ndrangheta». Ecco quanto riporta l'edizione odierna de La Repubblica. Emergevano però anche i dubbi dei due pubblici ministeri della Dda di Torino. Come quelli del sostituto procuratore Toso, parlando dei rapporti tra Juventus e Dominello: «Questi signori si saranno chiesti come facesse (Dominello, ndr) a tenere a bada migliaia di facinorosi. Anche un ragazzino è capace di stabilire che costui ha una sfera di influenza capace di tacitare le pretese di gente che negli anni precedenti si accoltellava per i biglietti». Sul perché sia stata esclusa l’ipotesi estorsiva, però, è durissima la sua collega Abbatecola: «Qui la situazione è più simile a quella dell’imprenditore colluso, non quindi l’estorto costretto, ma l’imprenditore che raggiunta una certa esperienza e magari anche una certa malizia, superate certe remore, si avvicina al più forte non perché rischi di avere un danno, ma perché intravede il vantaggio». Certo, «la prova di questa influenza di Dominello all’interno dell’ambiente Juve» emerge dagli incontri documentati con il dg Marotta e dal suo disturbo per il provino del parente di un altro appartenente a una famiglia ritenuta ‘ndranghetista, «dovendo lo stesso Marotta ammettere che di regola non si occupa direttamente di provini». Spunta anche una cena, raccontata dal responsabile marketing Calvo, a cui era presente Saverio Dominello, padre di Rocco. Ma la pm Abbatecola spiega: «Posso io, sulla base di una cena, fare un’iscrizione per concorso esterno? Sinceramente no».