"Ai giocatori non resta niente se agguantano il secondo posto. Questo è il punto, agli azzurri mancano le motivazioni"

24.03.2015
14:20
Redazione

A Marte Sport Live, in diretta su Radio Marte, è intervenuto Michele Plastino, giornalista di PiùEnne. Ecco quanto evidenziato da CalcioNapoli24: “Non mi aspettavo questa Lazio. Fin dalla prima giornata la Lazio ha dimostrato di essere evoluta con Pioli, si vede la mano dell’allenatore. C’è sempre stata la qualità di gioco e dentro di me sapevo che avrebbe fatto un buon campionato. La Lazio ha sempre giocato bene in questo campionato tranne a Cesena e in casa con l’Udinese. Napoli? Ero rimasto ingannato dalla partita con la Roma. In quella partita mi fece impazzire, era la prima squadra ad aver capito come affrontare la Roma, insieme al Bayern, attaccando i giallorossi molto alti. Il tempo mi ha fatto capire che quella partita significava tanto per il pubblico, per il cuore e per Ciro Esposito e questo arrivò ai calciatori. Domenica sera vedevo sia il Napoli che la Lazio contemporaneamente e mi son reso conto che il Napoli gioca a palla a mano, vanno tutti avanti insieme, senza fare pressing. La Lazio si racchiude e poi colpisce. C’è una netta differenza tra le due squadre. Al di là di ciò che sarà il futuro di Benitez, i giocatori devono sapere che possono lottare per tutte le competizioni. Ai giocatori non rimane niente se arrivano secondi, è solo un introito importante per la società. Mancano le motivazioni. Non sappiamo come si comporta De Laurentiis con giocatori e Benitez, magari farà qualche regalo se dovessero agguantare il terzo posto. Moggi e Calciopoli? I tempi della giustizia italiana sono stati molto lunghi e distinguerei il penale dallo sportivo. Ricordiamoci che la prescrizione non vuol dire assoluzione. In Italia innalziamo e diamo potere e quando c’è il potere sono tutti cortigiani dietro al re. Moggi ha pagato, tutto sommato. Non è che l’ha passata liscia ed è stato assolto. Lo stesso Giraudo è andato in Inghilterra a fare l’immobiliarista. Somiglia un po’ alla questione di Tangentopoli”.

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