AIC, Calcagno a Kiss Kiss: "I presidenti hanno fatto continuare ad allenare i giocatori ora non vogliono pagare più nulla? Basta questo per giustificare il nostro disappunto"

07.04.2020
14:50
Redazione

Calcagno dell'AIC attacca i presidenti di Serie A che hanno continuato a far allenare i propri calciatori e ora non vogliono pagare gli stipendi

Serie A - A Radio Kiss Kiss Napoli, durante Radio Goal, è intervenuto il vice-presidente dell’AIC Umberto Calcagno, rilasciando alcune dichiarazioni:

“Quella della Lega non è una proposta, formalmente non ha alcun potere giuridico così come l’AIC. L’unica parte determinante è l’ultima frase sui club, che non è nemmeno una proposta bensì una provocazione. L’avvocato Grassani può parlare con le società quando dice di abbassare i toni, dai calciatori non ho mai sentito dichiarazioni che non siano aperte alla disponibilità. Mi sembra solo una provocazione che peraltro si inserisce su altre trattative che si stavano facendo. Non vedo nei tecnicismi e non voglio fare l’avvocato: il messaggio è sbagliato, anche i ragazzi più disposti sono i primi a dirci che i club volevano farli giocare a metà marzo. Ricordo che volevano far giocare Juventus-Inter il giorno dopo solo per giocarla a porte aperte: i presidenti che hanno fatto continuare ad allenare i giocatori ora dicono che non bisognerebbe pagare più nulla? Basta questo per giustificare il nostro disappunto. Alla luce del fatto che la Juventus abbia fatto andare via i giocatori e abbia già trovato un accordo sugli stipendi, la stagione è conclusa? Ho abbandonato l’idea della sensazione, sulle aspettative io mi concentro affinché mi faccia trovare pronto nel caso in cui l’epidemia desse la possibilità di completare i campionati: è la nostra responsabilità sportiva. Se ci fosse la possibilità, dovremmo farci trovare pronti: stiamo lavorando sulle implicazioni relative ai contratti e ai campionati, affinché si possa avere una opportunità in più. Se così non sarà, non dipenderà da noi e a quel punto avremo tanto tempo in più per ragionare. Dobbiamo lavorare sulle cose che uniscono e che non dividono, poi i singoli avranno la possibilità di negoziare i contratti”

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