
Anellucci: "Era un tranello a 40 mln, bravo Napoli a mollare. Beukema? Facciamoci questa domanda..."
Calciomercato Napoli, il commento di Claudio Anellucci
Ultimissime Calcio Napoli- A “1 Football Club”, programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Claudio Anellucci, agente Fifa. Di seguito, un estratto dell’intervista.
Su Giovanni Leoni del Parma si sta scatenando mezza Serie A. Sembrava ad un passo dall’Inter, ma si sono inserite anche Milan e Juventus. Le chiedo: 30 milioni di euro per questo ragazzo, che ha disputato meno di 20 partite in Serie A, sono una cifra congrua?
“Guarda, il mercato comincia davvero a prendere forma quando partono queste schermaglie sui giovani più promettenti. Leoni è un prospetto interessante, senza dubbio. Però parliamo di cifre molto importanti. Ricordate Comuzzo, il centrale della Fiorentina? Anche lì si parlava di un’offerta del Napoli, e poi non se n’è fatto nulla per le cifre elevate, ed alla fine è stato goduto così. Leoni ha fatto 15-20 partite in Serie A, è un buon prospetto, ma mi sembra allucinante che si arrivi a certe valutazioni. Sono dinamiche da inizio mercato, ma parliamo comunque di cifre sproporzionate.”
Dunque Comuzzo, col senno di poi, il Napoli ha fatto bene a non prenderlo per 40 milioni?
“Sì, assolutamente. I giovani bravi sono interessanti, ma bisogna dargli il tempo di crescere, anche di sbagliare. Non è possibile che dopo cinque o dieci partite in Serie A un ragazzo venga valutato così tanto. Poi tutto si riequilibra. Il Napoli ha fatto bene a non cadere in quel tranello. Il tempo gli ha dato ragione.”
Anche perché ora il Napoli, con 35 milioni, potrebbe portare a casa Beukema dal Bologna: uno dei difensori più interessanti e maturi dell’ultima Serie A.
“Sicuramente, ma sai… ci sono situazioni in cui ti chiedi: ‘Com’è possibile che questo sia così forte e nessuno se ne sia accorto prima?’. Quando fai scouting, devi mettere tutto sul tavolo. Ci sta che ogni tanto arrivi la stagione perfetta, ma bisogna anche saper distinguere. Potrebbe anche aver fatto una stagione buona, ma non è che viene da tre-quattro anni di alto livello. È facile prendere abbagli. Magari uno fa dieci-quindici partite perfette, gli va tutto bene: segna da centrocampo, tutto gira. L’anno dopo, magari, su quaranta occasioni non ne butta dentro una. Queste valutazioni mostruose su giocatori che hanno fatto solo una buona annata le trovo davvero esagerate. Bisognerebbe andarci con i piedi di piombo.”
Chi ci è andato con i piedi di piombo, invece, è Bonny del Parma, che sembra ora convinto ad accettare l’Inter. Secondo lei, può ritagliarsi spazio nella rosa nerazzurra?
“Sì, è un buon giocatore. Chivu lo conosce bene, lo ha già avuto e sa cosa può e cosa non può dargli. Fa un salto importante, da una squadra che si è salvata nelle ultime giornate a una che deve vincere sempre, subito, e con pressione. Io, sinceramente, sarei andato su giovani italiani da valorizzare. Per esempio, avrei tenuto Pio Esposito. Per me è un profilo molto interessante, così come suo fratello Sebastiano. Sono il futuro della Nazionale, lo dico da anni. Avrei fatto crescere gli Esposito piuttosto che investire su uno straniero. Ma è una mia opinione: evidentemente, all’Inter hanno fatto altre valutazioni.”
Potendone scegliere solo uno, quale dei due Esposito avrebbe fatto crescere: Sebastiano, ora all’Empoli, o Francesco Pio, che si sta mettendo in mostra al Mondiale per Club?
“Francesco Pio, senza dubbio. È già nell’Inter. Ma anche Sebastiano per me è un ottimo giocatore. Chiunque li prenda fa un affare. Ma se hai già un ragazzo così in casa, io me lo terrei stretto e lo farei crescere. Quando arriva il momento giusto, lo butti dentro. Francesco Pio ha segnato un gol pochi giorni fa che mi ha ricordato certi attaccanti di alto livello. Forse è il talento che mancava all’Italia, tutte le movenze sono da attaccante vero. Ecco perché non capisco certe scelte. Tutti dicono che bisogna far crescere i giovani, farli giocare. Ma quando hai l’occasione di farlo davvero, vai a prendere Bonny?
Io queste cose faccio fatica a capirle. Ma io sto a casa a guardare la TV, loro fanno i dirigenti. Hanno vinto loro.”
A proposito di flop, a Roma è stato fatto un investimento enorme su Tammy Abraham: 75 milioni, voluto da Mourinho. Ma sin da subito sembrava evidente che non fosse un top player. Ora, dopo il prestito al Milan, potrebbe finire in Turchia. Forse quei soldi si potevano spendere meglio?
“Sì, certo. Ma col senno del poi siamo tutti bravi. Quando investi su un giocatore, lo fai perché credi che possa rendere. Però non serviva essere dei geni per capire che non era un top player. E non è l’unico. Ne sono arrivati tanti, e ne arriveranno altri. Il problema è a monte: chi valuta questi giocatori? Chi decide che possano giocare in squadre come Inter, Milan, Napoli? Guarda il Milan: ha preso Joao Felix in prestito, che è stato una parentesi sfortunata. Ha preso anche Jovic… e ditemi voi che giocatore è Jovic. Un giocatore ‘né carne né pesce’. Se fosse stato davvero forte, non sarebbe mai andato via dal Real Madrid. Ma appena vedono un’etichetta Real Madrid o PSG, pensano sia un campione. Magari li hanno solo comprati per fare plusvalenze. Intanto, quanti giovani italiani forti ci sono in Serie C o in Serie B che non riescono a emergere? Perché? Perché le squadre sono piene di questi stranieri mediocri.
E allora forse, per il bene della Nazionale, si dovrebbe giocare con sei italiani titolari per regolamento, così valorizzi davvero quello che hai. Se no, stiamo sempre a rincorrere l’ennesimo Abraham, l’ennesimo Jovic di turno. Ma questo è un discorso che possiamo fare al bar davanti a un caffè. Quando vai a toccare certi interessi, certe logiche più grandi del calcio, finisce tutto. Poi ci chiediamo perché l’Italia rischia di non andare al Mondiale per la terza volta. Eppure, con le Nazionali Under arriviamo sempre alle semifinali o alle finali delle competizioni. Siamo bravi. Quindi vuol dire che qualcosa non torna. A me non sfugge il cortocircuito che c’è quando bisogna fare il salto tra i grandi, ma evidentemente a qualcuno sì.”