ANTEPRIMA - Maksimovic: "Crisi? Ci manca chi conclude! I tifosi ci guardano come degli dei, De Laurentiis ha fatto di tutto per acquistarmi! Sarri un fanatico, parlava di me già ad Empoli"

09.11.2016
13:00
Redazione

Nikola Maksimovic, difensore serbo del Napoli, ha rilasciato una lunga intervista ai media locali in occasione della convocazione nella nazionale maggiore. CalcioNapoli24 vi propone la traduzione in anteprima di alcuni stralci.

Su Napoli ed i tifosi: "Certo, quando giochi in un club che ha grandi ambizioni la pressione non può che essere alta...ma noi calciatori non l'avvertiamo. Stiamo passando una piccola crisi a livello di risultati e siamo sfortunati visti i calciatori che si sono fatti male. E' un periodo in cui stiamo giocando bene, ma le partite non ci riescono nel modo migliore. Creiamo chance, ma manca il calciatore che possa concluderle. Non c'è comunque pressione, nonostante parliamo di una piazza come Napoli: i tifosi sono un po' come quelli della Stella Rossa di Belgrado, ti seguono ovunque tu possa andare, quando esci oppure vai al ristorante. Sono un po' pazzi, ma nell'accezione positiva. Nessuno di loro ti vuole arrecare danni, e nessuno di loro farebbe qualcosa in caso di sconfitta o altro. Loro vivono per il calcio e basta, se sei un calciatore del Napoli...Napoli ti guarda come se fossi un dio. Lo avverto e lo vedo ogni giorno, e ciò ti dà motivazioni extra e ti sostiene nei momenti difficili per fare qualcosa di più e ottenere risultati migliori. E' un momento in cui stiamo giocando male, ma i tifosi ci sono vicini, ci supportano, e ci hanno detto di andare per la nostra strada perchè sono al nostro fianco e ci spingono. Anche a Crotone ce n'erano tanti, i tifosi ci accompagnano in ogni partita ed anche in Europa, non fa differenza dove giochiamo, sono sempre con noi. Sono davvero tantissimi, e sia quando giochiamo in casa che in trasferta, ci fanno sentire come se stessimo a casa nostra". 

Su De Laurentiis: "Onestamente l'ho visto due volte in tutto, è un uomo che non sempre è in Italia perchè ha affari che riguardano il cinema. Come tutti gli italiani, quando qualcosa che non va può esserci una punta di nervosismo che lentamente svanisce. Non sono come noi che ci arrabbiamo immediatamente per ogni piccola cosa: gli italiani vivono il momento con più calma, magari se una cosa non può essere fatta adesso la concludono nel giro di qualche giorno".

Sul suo trasferimento: "L'ultimo giorno della sessione di mercato era tutto completato, eppure il presidente De Laurentiis avrebbe potuto dire di non voler pagare così tanto per acquistarmi. La cosa fondamentale in quelle ore era il chiudere l'affare, non contava molto quello che sarebbe stato il prezzo anche se è un po' irreale. Il direttore sportivo e l'allenatore tuttavia erano interessati a me e ne avrebbero parlato col presidente. Quest'ultimo ha fatto di tutto per acquistarmi ed io gli sono grato. Volevo cambiare aria, volevo giocare in una difesa a quattro e ad un livello più alto. Penso che Napoli fosse la piazza giusta per crescere ancora, per avere la possibilità di giocare la Champions League e di lottare per vincere qualcosa. Mi volevano da due anni".

Su Sarri: "Anche quando era ad Empoli diceva un sacco di cose buone su di me, sapevo che il trasferimento sarebbe stato giusto. Sono arrivato all'ultimo, e questa è una delle ragioni per cui non ho giocato con continuità: dovevo prepararmi al meglio, anche perchè non avevo svolto la preparazione essendo stato un mese a casa prima di terminare l'avventura al Torino. Parlando con Sarri ogni giorno, devo dire che è contento di me se mi fa giocare con continuità".

Sugli aspetti caratteristici di Sarri: "Onestamente è il più grande fanatico di tutto il gruppo, è uno che passa venti ore al giorno guardando partite o lavorando in campo con noi. Vive praticamente solo per questo. Quando lo vedi raccontare e descrivere cose, non puoi perderti nessun dettaglio. Qualche volta, inconsciamente oppure no, dice alla stampa qualcosa che forse non dovrebbe dire, ma è fatto così. Per noi è sempre positivo, lo accettiamo per quello che è: sappiamo che se dice qualcosa, non è in realtà ciò che pensa. Ha questo comportamento sia quando è in campo, sia quando deve redarguire qualcuno: quando giochiamo si possono vedere le sue reazioni, e sono le stesse di quando è fuori dal campo. Conte magari è più calmo, durante la partita torna in panchina e guarda un po' di match. Invece Sarri per novanta minuti cammina, parla, urla, si muove: se facciamo qualcosa di sbagliato, e non siamo ad un metro di distanza, lui è già ad urlare dalla panchina. E' qualcosa che può accadere anche trecento volte!"

Sull'approccio: "Dobbiamo essere pronti e conoscere tutti i dettagli, che peraltro proviamo in allenamento. Certo, qualche cosa non può riuscire al meglio: un calciatore può scordare qualcosa e non ricordare tutto. La cosa migliore per noi è restare positivi, Sarri mi aiuta molto in tutto. Giochiamo con la difesa a quattro e siamo molto alti: potrebbe essere un rischio, ma noi non lo avveriamo mai. Quando capirò tutto ciò che mi chiederà, penso che non avrò problemi a giocare dovunque. Non ho mai lavorato così con altri allenatori: Sarri mette molta attenzione anche ai centimetri in campo, su dove devi posizionarti quando devi andare all'indietro, in avanti, o devi fermarti. Si tratta di un sacco di cose, magari qualche giocatore ci mette un anno per impararle tutte. Io sono qui da due mesi, ma sono molto contento così come lo è lui. Nei prossimi mesi avremo dei calciatori impegnati con la Coppa d'Africa, perciò avremo più minuti a disposizione. Sarri si fida di me, così come il club: non mi pesa giocare o non giocare, è importante che io mi prepari al meglio in tutte le cose che mi chiede così da rendere più facile il tutto".

Su Sinisa Mihajlovic: "Non mi piace molto parlarne, l'ho ripetuto più volte. Se ho qualcosa da dirgli, glielo dirò negli occhi e non tramite i giornali. Era importante per me fare un passo in avanti, era questo il mio obiettivo. Sappiamo come è andata, lui è simile a Sarri perchè ci mette molta energia. Nella mia situazione ho sentito cose di cui ci si potrebbe pentire, ma è difficile per me dire qualcosa perchè non sapevo se mi sarei trasferito oppure no: ho mantenuto la concentrazione giusta e mi sono isolato avendo fiducia che il Napoli avrebbe terminato il trasferimento. E' accaduto all'ultimo minuto, ma per me è stato un bene che tutto si sia risolto".

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