Caniggia ricorda Maradona: "Non aveva bisogno di drogarsi per giocare meglio! Sulla sua morte pensai una cosa"

26.11.2022
15:15
Redazione

Intervista a Claudio Caniggia

Claudio Caniggia, ex attaccante argentino, ha rilasciato una lunga intervista al Corriere dello Sport. Ve ne proponiamo un breve stralcio.

Intervista Caniggia

«È il 25 novembre, mi era passato di mente. Incredibile. Qualcuno, non ricordo chi, ha detto che Diego è l’assente più presente... Venni a sapere della sua morte leggendo un quotidiano online. Mi trovavo in Messico con la mia ragazza, a Tulum. C’era la pandemia e il Messico era l’unico Paese in cui si viaggiava liberamente. All’inizio pensai alla solita voce puntualmente smentita: Diego sta male, è in coma, è morto, no, non è ancora morto. Poi mi sono reso conto che era tutto maledettamente vero. Ci eravamo sentiti due mesi prima, non voglio peccare di presunzione, ma penso di essere stato il compagno di squadra più vicino a lui»  

Primo luglio ’94, Diego è stato squalificato per positività dopo la seconda partita.

«Era distrutto, ero riuscito a entrare nella sua camera per abbracciarlo. Poche, pochissime parole. Diego piangeva, anch’io piangevo. Si sentiva tradito, fisicamente era al top, a Boston si era allenato due volte al giorno. Aveva preso quel prodotto pensando che fossero vitamine. Per essere chiaro, Diego non aveva bisogno di drogarsi per giocare meglio. L’anno prima in Australia, per lo spareggio, io non c’ero, si era presentato dimagritissimo, lo seguiva Daniel, fisico da culturista. In precedenza si era parlato di uno specialista cinese, non ricordo bene»

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