Cannavaro a Tikitaka: "Il mio sogno era chiudere la carriera a Napoli, De Laurentiis ha negato un sogno anche a Fabio. Mi diedero del matto quando scelsi Napoli ma sono orgoglioso di aver contribuito al momento più importante della mia squadra!"

15.04.2014
01:21
Angela Sarah Morlando

Paolo Cannavaro ospite a Tikitaka: "Di Mazzarri ho visto di peggio della bottiglietta, ha tirato fuori il meglio di me così come da tanti calciatori che poi hanno preso strade diverse e avete visto tutti. Avevo un rapporto che andava oltre a quello tra allenatore e giocatore. Lo ricordo sempre con grande piacere. Su Seedorf, non basta essere un grandissimo giocatore per essere allenatore. Da piccolo andavo in Curva ma ci sono tornato da grande quando ero squalificato ed ho approfittato: lì è tutto un altro mondo.

"Il momento più bello ed emozionante è sicuramente il ritorno in Serie A. Sembrerà cosa da poco ma aver contribuito a questa rinascita della squadra e della città mi riempie d'orgoglio. Avrei voluto chiudere la carriera a Napoli ma non mi è stato concesso. Sono orgoglioso di tutto quello che ho fatto con la maglia azzurra".

"A Sassuolo ho trovato un club organizzatissimo, non merita la classifica che ha. Sul poco feeling tra la famiglia Cannavaro e De Laurentiis, dovreste chiedere al presidente. A Fabio lui ha negato l'ultimo sogno di giocare la partita d'addio lì e così si sono incrinati i rapporti tra loro ma tutto ciò esula dalla questione Paolo. La società avrà fatto delle scelte diverse rispetto a prima, il modulo conta poco in campo. Di Francesco mi ha detto che posso giocare in qualsiasi ruolo. Anche io avevo capito sin dal ritiro che sarei andato via, mi accorsi che qualcosa non era più come prima ma ho sempre avuto voglia di giocare. Mi davano del matto quando tornai a Napoli, questa volta ho perso io la sfida ma ho dato il massimo alla mia squadra. Noi Cannavaro abbiamo dato tanto al Napoli e alla città. Credevo il Napoli potesse fare di più ma da sportivo dico che le altre stanno andando davvero forte".  

"Sento spesso i miei ex compagni: con loro c'è un ottimo rapporto ma non parliamo di calcio, parliamo di cose private, personali. Oggi fare dei nomi per la Nazionale è difficile, non vorrei essere nei panni di Prandelli. Ad esempio se Immobile continua così come fai a non portarlo?​".

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