Cannavaro commovente: "Napoli per me è tutto, tornerò e morirò nella mia città! Che ferita i fischi contro il Torino..."

13.01.2018
22:00
Redazione

Paolo Cannavaro, ex difensore dal Napoli che ha da poco deciso di appendere le scarpette al chiodo per raggiungere suo fratello Fabio in Cina, ha rilasciato

Paolo Cannavaro, ex difensore dal Napoli che ha da poco deciso di appendere le scarpette al chiodo per raggiungere suo fratello Fabio in Cina, ha rilasciato una lunga e toccante intervista ai microfoni de I Signori del Calcio, trasmissione in onda su SKY. "Ho scelto di smettere perchè ho ritenuto che fosse arrivato il momento adatto. Adesso inizierò la carriera da allenatore accanto a mio fratello Fabio.

Nel corso della mia carriera non ho vinto tanto, ma quella Coppa Italia alzata con il Napoli per me ha un sapore unico. Nell'ultimo anno di Mazzarri ho veramente sperato di poter vincere lo Scudetto. Sarebbe stata davvero un'esperienza unica... Io amo Napoli, mi manca la città di Napoli, sono certo che tornerò a Napoli e morirò nella mia città. Mi piacerebbe anche tornare a lavorare nel Napoli sotto altra veste. Napoli per me è tutto. 

Sul ritorno a Napoli: "Fedele mi telefonò e mi disse che c'era la possibilità di vestire la maglia del Napoli perchè Marino mi voleva. Dissi immediatamente di sì. Volevo assolutamente tornare a giocare nel Napoli. Tra i vari tuatuaggi ho quello della data della promozione in Serie A. I tifosi? Con loro ho avuto un rapporto eccezionale! Una ferita dolorosa è un Napoli-Torino al San Paolo. Uscivamo da un periodo complicato e fui tremendamente fischiato dai tifosi ogni volta che toccavo il pallone. Allora chiesi a Contini di passarmi il pallone e sparai il pallone in tribuna, non riuscivo a capire perchè i tifosi fischiavano proprio un napoletano. Non meritavo quel trattamento. Da quel momento però mi sono ripreso e ho cercato di fare ancora meglio di quanto fatto. Da quel momento sono stato ancora più amato dai tifosi. L'addio? Dopo sette anni e mezzo capii che non ero nei piani del nuovo allenatore (all'epoca Benitez ndr)". 

Su Insigne: "A Lorenzo auguro di diventare quello che volevo diventare io per il Napoli, lui può diventare il Totti azzurro. Ha un talento eccezionale ma la società lo deve preservare. Lo paragonai subito ad Ortega, un talento che fa innamorare immediatamente. Caratterialmente deve restare così. E' un giocherellone". 

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