Capello: "Vi chiedete perché in Italia ci sono tante simulazioni? Il motivo è semplice"

24.05.2016
21:10
Redazione

Presente ad Amalfi per il 'Football Leader', in occasione del convegno "Il rapporto tra arbitri e allenatori. Riflessioni e approfondimenti", Fabio Capello ha parlato a chi gli chiedeva dell'operato dei direttori di gara in campo: "In un Roma-Atalanta fui allontanato senza motivo dal signor Trentalance. Io non gli dissi nulla e quando gli chiesi spiegazioni mi disse semplicemente di andar via. Quando in secondo momento ci poteva essere un chiarimento, l'arbitro confermò la sua versione nonostante alcune immagini televisive. Mi beccai una squalifica e una multa. Il problema è che voi li costringete a mentire! Vi chiedete perché in Italia ci sono tante simulazioni? Perché le premiate. Ogni volta che qualcuno si butta a terra, fischiate. Questo sport deve essere fisico, agonistico. Qui si premiano coloro che nascono. Un'altra cosa: perché quando date il cartellino giallo a un giocatore si corre contro i giocatori col cartellino in mano? Con questo atteggiamenti, si dimostra che si ha fretta di punire un atleta. E la calma è molto importante. Poi voglio aggiungere una cosa. Quando in Inghilterra i giocatori iniziavano ad avvicinarsi minacciosamente agli arbitri, hanno inserito una regola che prevedeva l'ammonizione o la squalifica dell'atleta in questione più una mula alla società. Dobbiamo mettere in condizioni gli arbitri di lavorare bene. Uniformità degli arbitri? Ci stiamo lavorando continuamente, il problema è che un arbitro di una certe esperienza non ha la stessa visione di un arbitro giovane. Poi possiamo fare meglio sotto quest'aspetto, sicuramente". 

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