
Clausola Osimhen, ex agente Cavani: "Ricordate cosa accadde con Edinson? Fanno a chi ce l'ha più duro..."
Cessione Osimhen, parla l'ex agente di Cavani
Ultimissime Calcio Napoli - A “1 Football Club”, programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Claudio Anellucci, agente Fifa. Di seguito, un estratto dell’intervista.
Si è parlato dell’articolo 17 della FIFA, che stabilisce che una clausola rescissoria è attivabile solo se pagata in un’unica tranche. È davvero così?
“Quando si parla di pagamento in un’unica tranche, è esattamente quello che è successo nella trattativa tra il Napoli e il Paris Saint-Germain per Cavani. La clausola si attiva solo se pagata in un’unica soluzione: tutto il resto sono accordi. Certi regolamenti FIFA cambiano continuamente, ma io ho sempre lavorato su questa base.
Poi, se qualcosa è cambiato a livello burocratico, alzo le mani. È proprio per questo che ci affidiamo a grandi professionisti per esaminare i contratti. Dove non so, preferisco non fare brutte figure.”
Quindi può confermare che il PSG pagò l’intera clausola di Cavani in una sola soluzione?
“Assolutamente.”
Se oggi il Galatasaray offrisse 75 milioni in cinque tranche, non si attiverebbe la clausola: il Napoli dovrebbe accontentarsi? Lei cosa farebbe?
“Io non mi accontenterei mai. È diventato un gioco di forza, non una trattativa di mercato. Oggi tutto si è trasformato in una gara a ‘chi ce l’ha più duro’, passatemi il termine.
Ma alla fine, nel mercato, ci si incontra sempre. Quindi se il Galatasaray lo vuole, che paghi tutto e subito. Altrimenti, si accontenti delle condizioni di De Laurentiis con le dovute garanzie.”
Il calcio sembra sempre più legato a logiche economiche che al campo.
“Esatto. È tutto troppo centrato sui numeri. Il Napoli, ad esempio, oggi è ostaggio di questa situazione: lo dissi già tempo fa, forse proprio nel tuo programma.
Quando si parlava del rinnovo di Osimhen a cifre folli, avvertii: attenzione, il Napoli potrebbe restare ostaggio della sua stessa creatura.”
E molti club ora si ritrovano con giocatori strapagati, senza nemmeno risultati sportivi: pensiamo a Vlahovic...
“Esatto. E lo dico con rispetto per i calciatori: nessuno li obbliga a firmare certi contratti. Ma c’è anche una carenza di serietà da parte di certi agenti. È facile vantarsi di aver fatto firmare 8 milioni l’anno a un assistito. Ma bisogna pensare anche alla società.
Se un giocatore non rende, ci dev’essere una via d’uscita. Un contratto serio deve tutelare entrambe le parti. Solo così si lavora davvero bene.”
Eppure sembra basti un nome per giustificare cifre fuori mercato.
“Ma è normale che Retegui – un buon giocatore, ma nulla di eccezionale – possa essere valutato 70 milioni? È solo branding. Con quei soldi puoi creare una squadra vera, un gruppo.
Quello che conta è la testa, l’anima, non i soldi. È come un ristorante: puoi anche arredarlo con un milione, ma se manca chi ci mette il cuore, resta vuoto. E se Retegui vale 70, Osimhen ne vale 150. Ma dove siamo arrivati?”
Non siamo più in una competizione sportiva e logica, insomma.
“No, assolutamente. E invece di occuparsi di questi problemi, la FIFA cosa fa? Organizza i Mondiali per Club a luglio, con squadre che hanno già giocato 70 partite, con temperature folli. E tra venti giorni nessuno si ricorderà nemmeno chi l’ha vinto.”
Chi sarà il prossimo Pallone d’Oro? Dovrà arrivare dal PSG?
“Lì c’è tanta roba, davvero tanta. Non so chi lo vincerà, ma con le idee di Luis Enrique, può succedere di tutto.”