Corbo: "De Laurentiis decida, o rifonda o vende! Stadio? Non ha nessun progetto, ieri aperitivo con Fitto"

25.04.2024
16:00
Redazione

A Radio Napoli Centrale, nel corso di Un Calcio alla Radio di Umberto Chiariello, è intervenuto Antonio Corbo, prima firma de La Repubblica:

"Sul nuovo stadio non mi pronuncio per un motivo, in questa città e in questa fase si parla molto di progetti e con molta saggezza lo fanno i giornalisti. Ma quali intenzioni ha il presidente? Cosa pensa di fare? Qual è la sua idea di futuro? Il discorso riguarda un qualcosa su cui non abbiamo alcuna possibilità di intervento noi giornalisti; come per Platone, il mondo delle idee e il mondo delle cose non coincidono. I tifosi e la squadra hanno capito che la stagione è finita ed è finito il ciclo del Napoli e che bisogna cambiare. Il Presidente invece si comporta oggi, in assoluta buona fede, come se fosse un giorno normale. Non quello in cui si celebra il fallimento clamoroso senza precedenti di un club che vince lo scudetto e poi scompare.

Siamo al capolinea, l’hanno capito squadra e tifosi, ma non il presidente. Deve decidere se andare via o restare, rilanciare e rifondare. Sullo stadio è stato un incontro di cortesia ed opportunismo che sotto le elezioni non si nega a nessuno. Lo potrei commentare se De Laurentiis fosse andato da Fitto con un progetto di fattibilità: io De Laurentiis riunisco 20 imprenditori e siamo pronti ad andare avanti, ma ieri questo non c’è stato, è stato un incontro simpatico da aperitivo. Non gli do peso, perché quando i politici dicono dobbiamo pensare, vuol dire che hanno bocciato. Se non c’è un progetto di fattibilità di che parliamo? Il centro sportivo invece lo trovo fattibile. Devi capire qual è la città futura prima di progettare: Barcellona, quando ha pensato la città futura, ha convocato prima sociologi e psicologi e solo dopo ha cominciato a progettare. Qui dall’oggi al domani diciamo che a Bagnoli vogliamo mettere lo stadio. Facciamo un esempio, 50mila persone: come le portiamo a Bagnoli? Mi sembra un’utopia, però può darsi che non capisco nulla e rinuncio anche io ai miei anni di cronaca. Vicino ad Afragola, dove già c’è la stazione, l’avrei immaginato con maggiore fattibilità. Ci sono già delle vie di accesso, si può iniziare a ragionare. Ma al centro della città come ci arrivi? Serve una super tangenziale sopra i palazzi. Io ho stima di De Laurentiis, è una persona concreta e sa cosa vuole. Io penso che tutto ciò che sta facendo è fare pressione sul comune per fare un restyling del Maradona. Il centro sportivo a Bagnoli mi sembra buono, perché vai a riqualificare una parte della città. Il problema non si risolve solo andando da Fitto senza documenti né carte di fattibilità. Non basta dire “li metto io i soldi”, anche i più ricchi imprenditori del mondo hanno come fine il profitto. Ecco perché sono scettico.

Passando alla stagione sportiva, le responsabilità sono solo di De Laurentiis? Mi dicono che nella cerchia di De Laurentiis ci sono una serie di consiglieri esterni alla società e lui deve guardarsi da chi gli dà consigli sbagliati. Deve affidarsi alle persone oggettivamente competenti. Va bene prendere un altro dirigente oltre Manna, basta che siano compatibili. Se prendi uno che fa la guerra all’altro, non va bene.  Chiavelli è un bravissimo commercialista esperto in questioni fiscali, è quanto di meglio ci sia per quanto riguarda la contrattualistica e soprattutto per le clausole. È veramente bravo, però è uno che, mi dicono, si oppone in determinate vicende e fa da freno alle decisioni. Su Micheli in un ruolo non suo è stato fatto il più evidente degli errori. Un consiglio per De Laurentiis: usi il consiglio di amministrazione per avere periodocamente e frequentemente momenti di collegialità in cui ci sia un confronto, anche se il potere decisionale resta a lui. C’è una posizione finanziaria attiva lorda della società molto solida e se mette le persone giuste al posto giusto può fare grandi cose. Però deve rinnovare. L’ottimismo è in funzione della velocità con cui fa il rinnovamento: più perde tempo e meno ci riesce".

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