Corbo: "Tutto ebbe inizio l'11 agosto. De Laurentiis tradito da Lotito, ora può passare sulla sponda Juve"
IL futuro del Napoli è ricominciato sabato sul Lungomare. Ancora una volta, tutto da rifare. Come cancellare le prime scene sbagliate di un film, si ricomincia stasera con il retrocesso Cesena. Prima di tre partite che decidono tutto: qualificazione Champions o stagione fallimentare. Il presidente ottenne tre vittorie e dieci gol nei giorni del ritiro punitivo, stavolta cambia metodo: promette un premio. Sono stati i tifosi, quei pochi davanti all’albergo di via Partenope, a manifestare lo sconcerto di una città. Zuniga, che incassa oltre 3 milioni l’anno senza giocare dall’autunno 2013, era protetto da occhiali scuri. Higuain scosso più di altri. Apparve turbato anche dopo i dubbi di De Laurentiis sugli «stili di vita ». Giusto ricaricare la squadra per l’ultimo scatto verso la Champions, che vale una cinquantina di milioni, quindi tutto per elevare squadra e traguardi. Ma è urgente una analisi della stagione, prima di cambiare management. Benitez è in partenza, Bigon già fuori. Va rinnovata anche la politica federale. Le ultime decisioni degli arbitri sono sfavorevoli al Napoli. Fa pensare la anomala squalifica a Benitez, che andava difesa. Il solito avvocato di Bologna, Grassani,poteva sollevare un caso. Inquietante il gol della Lazio a Genova, con Klose che sequestra il portiere Viviano per far segnare Gentiletti. Il Napoli scopre di aver sbagliato le scelte l’11 agosto, quando fu eletto presidente il ragionier Carlo Tavecchio, spinto da Claudio Lotito, in una trama avviata l’11 giugno, quando il presidente Abete fissò a 2 mesi di distanza e subito dopo la fine dei Mondiali l’assemblea per dimettersi. Nascose a tutti una delicata vicenda familiare, ma non a Lotito che aprì nell’ombra la campagna per l’ex sindaco di Ponte Lambro, con il milanista Galliani. Il Napoli era su un altro fronte, ma nel ritiro di Dimaro le telefonate di Lotito e la bozza di un piano di riforme convinsero De Laurentiis a staccarsi da Juve, Roma, Fiorentina e Sassuolo. Senza alcun vantaggio per lui e il Napoli, se esausto inviò un tweet dopo la partita con la Juve per urlare a Tavecchio «campionato falsato». Vista la classifica, i conti tornano solo a Lotito (Lazio e Salernitana) e ai suoi antagonisti: Juve, Roma, Fiorentina, Sassuolo, molto rispettati. Il Sassuolo si è visto regalare ieri un gol in una gara di violente polemiche. Sarà un caso, certo, ma si lamenta il Milan di Galliani, un altro trascinato da Lotito tra gli sponsor di Tavecchio. Va ricordato che gli arbitri con Marcello Nicchi (quota 2%) votarono per Albertini, quindi contro Tavecchio. Comunque finisca la stagione, De Laurentiis deve ripensare il Napoli, osservando quanto gli accade intorno. Il calcio italiano è di nuovo sconvolto da lotte segrete. Prossima elezione nel febbraio 2017 ma può essere anticipata. Il sistema è reso fragile anche dalle Procure. Quella di Cremona, con le rivelazioni del pentito macedone Hristiyan Ilievsky,riapre il caso Mauri, dimostra come sia inadeguata la giustizia sportiva. Si riparla di Mauri, capitano della Lazio. Arrestato, scagionato e felicemente in campo. Che arrivino informative a varie Procure italiane, è sensazione diffusa. Il capo della polizia Alessandro Pansa ai suoi raccomanda attenzione su eventuali frodi sportive e scommesse sospette. Dalla A alla Lega Pro. Manterrà l’attuale sistema? E che sarà di Andrea Abodi, capo della Lega di B, aspirante presidente? In Toscana si ripetono cene non certo casuali per sostenere Abodi, deluso e spiazzato. Tavecchio tiene per sé la presidenza di “Federazione srl”. Tratta la gestione degli immobili, dal palazzo di via Allegri a Coverciano. Un giro interessante di posti, lavori e appalti che era stato promesso ad Abodi, uno che ora non vuol mica attendere il 2017 per la grande scalata. I rivali storici di Tavecchio sono con lui. Da quale parte sarà il Napoli? Con i conti in ordine, con gli asiatici che invadono Milano e mettono in allarme il presidente di Sassuolo e Confindustria Squinzi, De Laurentiis può riproporsi come il riformista lungimirante di anni fa che si batte contro vecchio e marcio. Gli arbitri fischiano come il vento, ma sempre pronti a cambiare.