De Giovanni: "L’Inter è tre volte più strutturata del Napoli ma ce la giocheremo. Osimhen? Rimpiangerlo è autolesionismo puro"

08.11.2024
19:00
Redazione

“Il Napoli è un cantiere aperto, è work in progress”. Maurizio De Giovanni è intervenuto a Febbre a 90, su Vikonos Web Radio/Tv. Ecco le sue dichiarazioni: “Dico una cosa: perdere con l’Atalanta, così come accadde all’esordio a Verona, ha fatto bene al Napoli e all’ambiente tutto. Se ricordate, lo 0-3 del Bentegodi portò all’arrivo nella settimana successiva di Neres, Lukaku, Mc tominay e Gilmour. Il ko del Maradona contro i nerazzurri può portare ad un corretto dimensionamento del Napoli, lo ha detto del resto con chiarezza lo stesso presidente De Laurentiis nel suo messaggio. Il Napoli è un work in progress, la squadra ha lacune evidenti, contro l’Atalanta si faticava a tenere palla in mezzo al campo e si preferiva lanciarla a Lukaku, che è stato annullato da Hien. Ecco, forse sarebbe servito uno come Zielinski, capace di trattenere il pallone ma il Napoli ha il solo Folorunsho. Poi, Juan Jesus e Rafa Marin come difensori centrali non rientrano nelle rotazioni: evidentemente Conte non li ritiene all’altezza dei titolari. Di Lorenzo ha solo Mazzocchi come alternativa.Insomma, cambiare gli attaccanti non ti risolve il gioco, siamo a metà del percorso: a mio avviso occorreranno almeno due sessioni di mercato, tenendo poi conto di chi vorrà andare via.

Otto vittorie, un pareggio e due nelle prossime 11? Firmo anche per meno! Domenica andiamo a Milano, l’Inter è tre volte più strutturata del Napoli, andiamo a giocarcela con ottimismo, lo scorso anno siamo arrivati decimi, l’Inter è rimasta invariata e ha preso Taremi, Zielinski e via dicendo, siamo sfavoriti ma fiduciosi. Lukaku? E’ un fior di giocatore, non scherziamo, lo scorso anno a Roma ha fatto 21 gol tra tutte le competizioni, nonostante tutto. Bisogna dargli tempo. Di Osimhen inutile parlarne: voleva andare via, non serve rimpiangerlo, è autolesionismo puro. Per quanto mi riguarda penso a lui come a Cavani, Higuain, Mertens: gli sono grati ma andiamo avanti. Oltretutto il nigeriano non ha mai interagito con la città, non ha detto una parola in italiano, ha avuto problemi con lo spogliatoio, la scelta di Conte ha riequlibrato le cose”.

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