De Laurentiis alla Rai: "Sarri-Mancini? Ecco il motivo del silenzio. Soffro molto, ma rispondo così ai cori razzisti. Sul mercato..."

25.01.2016
23:34
Redazione

Aurelio De Laurentiis ha rilasciato un'intervista ai microfoni della Rai: "Credo che non ci siano delle regole precise che hanno portato all'exploit, ci vuole solo molta costanza. Abbiamo costruito da zero una società che non esisteva, siamo riusciti ad arrivare a certi livelli e sono sei anni che siamo l'unica squadra puntualmente in Europa. Siamo nella top tre d'Europa dopo Barcellona e Juventus per uno studio tedesco. Poi ci sono i tifosi che vogoliono vincere tutto, noi ci stiamo provando ma non è semplice. Di certo questo è il campionato più entusiasmante da quando sono entrato nel calcio".

Sulla querelle Sarri-Mancini: "Parlare del passato è sempre un errore, io guardo al futuro. Non sono intervenuto perché volevo capire la Giustizia Sportiva come avrebbe valutato il tutto, non c'era omofobia e quindi tutti vissero felici e contenti. Quel che mi meraviglia è quel senso di un Paese giustizialista, che crea una grande immaturità in tutti gli italiani. Sembra che il tempo della caccia alle streghe non sia finito, che si inneggi sempre a un'eterna corrida".

Sul razzismo: "Non sono né un omofobo né un razzista, sono per la convivenza di tutti i popoli e per il rispetto per tutti i credi. Vengo da una cultura partenopea per via dei miei genitori ma anche da una cultura angolassone, sono per l'impegno premiante. Vorrei tanto che si potesse vivere come negli Usa, invece questo sogno è mortificato ogni minuto e ogni secondo. Si cerca sempre un colpevole, ma lo siamo noi con quest'attegiamento".

Tornando su Mancini: "Nella vita bisogna saper usare l'ironia, se manca questa la vita diventa squallida e senza senso. Chi non è capace di ridere e fare un passo indietro, ha dei problemi nella vita. La diatriba si è conclusa positivamente con lo scambio di sciarpa e felpa". 

Sui cori razzisti contro i napoletani: "Soffriamo tutti moltissimo quando ascoltiamo certi cori, ma non dobbiamo mai prescindere da quella che è una cultura del calcio tifoso dove le regole della normale educazione non coesitono e non possono convivere col normale senso del pudore. Io dico ai miei amici di napoletani di metterci tutto dietro le spalle e di non darci peso, dobbiamo camminare a testa alta ed essere orgogliosi di essere partenopei". 

Sul top player preso per giugno: "Per me sono tutti top player. Non sono quello di 10 o 12 anni fa, qualche lezione ora l'ho appresa. Nel 2007 siamo stati contestati quando prendemmo Hamsik e Lavezzi, allora di cosa parliamo? A noi non servono i top player, ma costruiremo un Napoli sempre più forte e vincente".

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