Decisione Casms, la mamma di Ciro Esposito: "Per colpa di un terrorista pagano i veri tifosi. Ho un sogno"

21.10.2014
12:40
Redazione

Antonella Leardi, madre di Ciro Esposito, ha rilasciato un'interista all'edizione odierna de 'Il Mattino' in merito alla decisione della Casms di vietare le trasferte al San Paolo ai romanisti e ai veronesi: 

La decisione della Casms era predevibile, come l'ha accolta?

«Male, nel senso che mi dispiace per i veri tifosi. Me l'aspettavo, era prevedibile e forse anche inevitabile, ma i veri sostenitori della Roma, come quelli del Napoli e di tutte le squadre, amano andare allo stadio. Sono amareggiata, un peccato vietare a loro la partita del San Paoloa».

Napoli-Roma proprio a seguito di quanto accaduto a Maggio...

«Non tocca a me giudicare e rispetto molto coloro che hanno preso questa decisione, assunta evidentemente perché i motivi sono molto seri. Prevedibile pensare a una punizione dopo quello che è successo ma non è totalmente giusto, perché ci sono anche i tifosi per bene, come lo era Ciro. Sarà una sofferenza per i romanisti non andare al San Paolo come sarà lo stesso, immagino, per i napoletani all'Olimpico. Non è giusto che per un terrorista, perché è così che definisco l’imputato per l’omicidio di mio figlio, debbano pagare tuttii tifosi sani che ci sono a Roma».

È evidente che lei non ce l’ha con i tifosi giallorossi?

«No, basti pensare che uno dei primi ragazzi che mi è venuto a trovare al “Gemelli” è stato proprio un romanista, che mi ha regalato anche una sciarpa giallorossa. Ho amici romani, ho conosciuto in questi mesi molti romanisti perbene che mi hanno espresso solidarietà e mostrato affetto. Non attribuisco mai allo sport quanto accaduto. Purtroppo ci sono frange che usano lo stadio per dare sfogo alla loro violenza e alle loro frustrazioni. Ecco perché c’è poi la paura di far incontrare le opposte tifoserie allo stadio».

Il suo messaggio continua a essere sempre lo stesso: pace e nessuna vendetta?

«Assolutamente. Questo odio nel calcio è ingiustificato, non si può trasformare lo sport in una guerra. Ed invece sento e leggo che alcune tifoserie continuano a inneggiare all’eruzionedel Vesuvio con cori beceri. È tutto triste, i napoletani non hanno mai fatto riferimento alle disgrazie di altre città. I tifosi dovrebbero godersi le partite senza queste divisioni, altrimenti di questo passo nessuno andrà più allo stadio».

Quale è il suo sogno?

«Sarebbe bello se tutte le squadre di calcio fossero gemellate, innanzitutto quelle di Napoli e Roma. Ho letto che molti anni fa lo erano, ho visto bellissime foto di scambi di bandiere. Il calcio dovrebbe essere questo: ognuno è giusto che tifi per la propria squadra, è normale che ci siano gli sfottò. Una volta finita la partita però tutto deve finire, magari con una stretta di mano e con una pizza insieme trai tifosi di squadre diverse. Lo so, forse è un’utopia, ma bisognerebbe iniziare a fare qualcosa per provare ad arrivare a questo obiettivo».

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