Di Fusco: "C'è una cosa da dire sulla conferenza stampa di Manna sul mercato"

07.02.2025
14:00
Redazione

A “1 Football Club”, programma radiofonico in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Raffaele Di Fusco, ex portiere del Napoli. Di seguito, un estratto dell’intervista: 

Come ha visto la conferenza stampa in cui il Napoli, attraverso il direttore sportivo, ha spiegato quanto accaduto nel mercato?  
“Nessun allenatore è contento quando gli viene tolto un pilastro della squadra senza un adeguato sostituto. Si sono fatti tanti nomi, ma qualcosa è stato gestito male. Se perdi un giocatore importante e non riesci a rimpiazzarlo adeguatamente, è chiaro che ci sia malcontento. Conte probabilmente è arrabbiato, e posso capirlo. Tuttavia, non mi è piaciuta completamente la conferenza di Manna: ha mostrato rispetto verso i tifosi, spiegando le dinamiche di mercato, ma alla fine il discorso sembra sempre lo stesso. Quando un pezzo pregiato lascia il Napoli, la colpa viene attribuita al giocatore. Certo, si parla di ricatti di Kvara, ma se un calciatore ha un contratto pluriennale e vuole andar via, la società, spesso, attua lo stesso comportamento. Il vero errore del Napoli è stato non blindare Kvaratskhelia al momento opportuno. Se gli avessero offerto un rinnovo da cinque milioni dopo lo Scudetto, probabilmente avrebbe firmato, ma Manna questo non lo ha detto”.

Restando in tema di mercato, non crede che la scelta di non investire somme importanti a gennaio sia dettata dalla volontà di investire con più forza in estate?  
“Può essere, ma rimane il fatto che non si è fatto abbastanza per migliorare subito la squadra. L’Inter, ad esempio, ha rinforzato la rosa dove serviva, mentre il Napoli ha perso pezzi senza sostituirli adeguatamente. Conte, all’inizio dell’anno, aveva dichiarato che il Napoli non deve essere una società di passaggio, ma un punto di arrivo. Tuttavia, se non si riescono a trattenere i giocatori migliori e si impongono paletti rigidi su stipendi e acquisti, come si può attrarre talenti? Gennaio è sempre un mercato difficile, i prezzi si alzano, ma senza investimenti mirati si rischia di perdere terreno. Anche Conte ha espresso il suo disappunto, parlando di ‘fumo negli occhi’. Se si vogliono raggiungere certi livelli, bisogna cambiare approccio”.  

Lei è stato un portiere e Manna ha dato per scontato il rinnovo di Meret, ma qualche giorno prima era certo anche l’arrivo di Danilo, che poi non si è concretizzato. Forse la lezione non è servita? Nel calciomercato nulla è certo finché non ci sono le firme, non trova?  
“Sicuramente, ma credo che nel caso di Meret ci siano tutti i presupposti per il rinnovo. Manna ha fatto quell’affermazione perché è sicuro della trattativa. Non ci sono particolari problemi, almeno non come in altre situazioni. Spero davvero che si trovi un accordo, perché, al di là delle critiche, Meret si è sempre caricato sulle spalle la responsabilità della porta del Napoli e ha meritato il suo posto. Inoltre, il Napoli ha già commesso un errore in quel ruolo, dando Caprile in prestito al Cagliari con un diritto di riscatto fissato a soli otto milioni di euro, una cifra troppo bassa per un giovane di talento che, già oggi, potrebbe valere di più. Questa operazione non mi è piaciuta. Quando il Napoli acquistò Caprile, dissi subito che mi piaceva molto come portiere. Lo avevo seguito a Bari e lo ritengo un prospetto importante. Mandarlo a giocare è stata una scelta giusta, perché a Napoli avrebbe avuto poco spazio, ma il problema è aver concesso al Cagliari un diritto di riscatto così basso. Probabilmente il club non crede fino in fondo nel giocatore, ma se hai un giovane talentuoso, devi gestirlo con più attenzione. Questa clausola stona un po’”.   

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